Benvenuti all’ottava puntata del podcast Voci dall’Italia. Questa è una puntata speciale. Infatti, tra i vari messaggi vocali degli ospiti, si distingue un appello del Centro Nazionale del Libro Parlato, che sta reclutando nuovi volontari. Sarà pure uno strappo alla regola, ma la lettura è uno dei pochi momenti di evasione da questo lock-down, che ha fermato un’interza nazione. La lettura infatti è estraniazione dalla realtà, evasione, immaginazione, viaggio nella fantasia. Un pesce fuor d’acqua nel mare di voci dallo stivale.
A tu per tu con Erri De Luca
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
(Erri De Luca, Considero valore)
In apertura di puntata Erri De Luca è ospite d’onore per bocca della laziale Federica, che ci legge la poesia Considero valore. Perché ci sono tante cose che noi consideriamo valori. Spesso sono quei piccoli gesti che fanno la differenza. E in un tempo di pandemia, sono più importanti che mai. Quello su cui insiste Federica è la vicinanza morale, che è preziosa in questa situazione di crisi. Così, Federica dedica questa poesia al “gruppo bello”, i suoi amici di Casa Sirio. Perché li sente tutti distanti fisicamente, ma uniti moralmente nei loro cuori.
L’arte come espressione di sé. Gli insegnamenti di Eugenio Guarini
L’uomo è tenuto a fare della sua vita un’opera d’arte. Con questa massima, Alessandra Pagani, ci fa scoprire una persona che conosciuto nei 100 Happy Days: Eugenio Guarini. Docente, pittore e fumettista, il signor Guarini riteneva che l’uomo dovesse dare un contributo alla vita con la sua creatività artistica. Tutti possono realizzare opere d’arte, anche se non sono artisti. Perché l’arte è una forma di libertà, un modo di scoprirsi ed esprimersi. Un insegnamento non da poco, soprattutto in questo periodo di reclusione forzata. Tanto che Alessandra ne ha fatto una filosofia di vita, invitandoci a seguire l’esempio del suo amico Eugenio, a ci ha dedicato la riflessione quotidiana sulla gratitudine.
Luci di Natale fuori stagione. Ma portano speranza!
Dopo la commemorazione di un artista, è il turno del Natale fuori stagione. Il laziale Massimo ci confida che ogni sera illumina il balcone con le luci di Natale. È vero che siamo a marzo, quindi Natale ormai è passato. Ma, se ci facciamo caso, la magia del Natale dura tutto l’anno, non inizia con l’Avvento, per chiudersi all’Epifania. Il Natale è la festa dell’amore, della pace, della solidarietà, della gioia, della speranza. E le luminarie sui balconi sono un segno di speranza. Così ragiona Massimo e questo è il significato del suo gesto. E solo a emergenza sanitaria finita, ritirerà le luminare dal balcone. Fino al prossimo Natale.
I libri sòla
Nereia è una lettrice forte. In questa puntata interviene parlando dei cosiddetti “libri sòla”. Questi libri le hanno permesso di entrare in contatto con diverse persone. E alcune di queste sono persone sole, che soffrono di solitudine, anche dovuta al Covid. Il suo pensiero va in particolare a una di queste persone, tale Maria, a cui manda un abbraccio virtuale.
Appello del Centro Nazionale del Libro Parlato
È ora la volta di un’ospite d’eccezione: la romana Francesca, volontaria del Centro Nazionale del Libro Parlato. Si tratta di una onlus che propone letture ad alta voce per lettori non vedenti e ipovedenti. Ai lettori forti, Francesca rivolge il seguente appello: lei e un suo collega del centro sono alla ricerca di volontari per divulgare la loro iniziativa. Si tratta di inviare via mail o via Facebook, un messaggio vocale con una lettura ad alta voce. La gamma di argomenti è vasta: si va dalle fiabe per i più piccoli ai ricettari. Perché Francesca e la sua onlus vogliono dare un motivo di speranza, di evasione e di gioia a persone non vedenti e ipovedenti, per farle sentire meno sole.
Non chiederci la parola
È la volta di un’altra poesia: dopo Erri De Luca, è il turno di un vincitore del premio Nobel per la letteratura. Si tratta nientemeno che di Eugenio Montale, del quale l’ascoltatrice Simona legge Non chiederci la parola.
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
Perduto in mezzo a un polveroso prato.Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
Non chiederci la parola, Eugenio Montale
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
Pasolini e Monteverde Nuovo
In chiusura di puntata è il turno di Valeria, che rende omaggio a Pier Paolo Pasolini, raccontando di Monteverde Nuovo, quartiere romano caro sia allo scrittore, sia all’ascoltatrice. Infatti, nel quartiere vi sono molte targhe dedicate a Pasolini e Francesca si concentra in particolare su un luogo simbolo del quartiere, che sua madre aveva visto anche quando Pasolini era vivente. Si tratta della farmacia di piazza San Giovanni di Dio, che un tempo era un cinema e di cui Francesca legge una descrizione nel suo intervento.
E questo è tutto per l’ottava puntata di Voci dall’Italia, che potete ascoltare qui.