Anche qui si torna a parlare di libri letti più volte e dei film visti senza aver letto i libri originali. La gratitudine di Alessandra Pagani è dedicata alla poesia e all’acqua. Sempre in tema di poesia, il gruppo bello propone una riflessione sulla poesia come arte tanto praticata ma poco conosciuta. Seguono un ricordo d’infanzia, con un libro di lettura che ha cambiato a Marina la vita nel giorno della sua prima comunione e una lettura esilarante di Valeria Natalizia.
Non rileggere mai lo stesso libro più volte
Nelle scorse puntate abbiamo parlato a lungo di classici mai letti, libri letti più volte e adattamenti film e tv visti senza aver letto i libri originali da cui sono stati tratti. In questa puntata introduce Marco, dal Napoletano per rispondere alla domanda di Alessandra sulla rilettura seriale dei libri. Egli confida che da ragazzo non era un grande lettore e che solitamente guarda serie tv. Quando ha rilevato l’edicola che tutt’ora gestisce, è diventato lettore abituale. Tuttavia, non riuscirebbe mai a rileggere più volte gli stessi libri, perché riletture successive non gli trasmetterebbero lo stesso interesse della prima lettura.
La poesia del giorno
Come esprimere pensieri quotidiani di gratitudine? Alessandra Pagani, la paladina dei cento giorni di gratitudine, ha ideato due strategie, quando aveva ideato il primo ciclo dei 100 happy days qualche anno fa: la poesia e l’acqua. La poesia è uno dei temi principali di questo podcast: il poeta a cui Alessandra si è ispirata per esercitare la gratitudine si chiama Octavio Paz, sudamericano, autore di una raccolta intitolata Rivelazioni. 365 pensieri dall’America del Sud contenente una poesia per ognuno dei 365 giorni annui. Riguardo all’acqua, Alessandra si è esercitata, da quando ha iniziato a proporre il ciclo dei 100 happy days, a esprimere pensieri di gratitudine a ogni contatto con l’acqua, elemento indispensabile per la nostra vita. Dedica anche la sua gratitudine all’iniziativa della collega Amina sul diario della gratitudine.
Riflessione sulla poesia: tanto praticata ma poco conosciuta
La poesia, l’espressione del sentimento umano. Ma quanto è conosciuta, quanto viene apprezzato il suo valore? Questo spunto di riflessione ci viene proposto da Anna, che parla da Caserta. Ispirata da un intervento di Marina che affermava di non riuscire a comprendere il valore della poesia, riflette su come essa sia guardata oggigiorno con sentimenti distanti. A tal proposito racconta un aneddoto di un poeta contemporaneo di sua conoscenza che aveva proposto a una classe studentesca un test sulla poesia. Chiedendo ai ragazzi quanti poeti viventi conoscessero, ha visto poche mani alzate, ma ne ha viste di più quando ha chiesto agli allievi, quanti di loro scrivessero poesie. Anna è giunta alla seguente conclusione: la poesia è un’arte tanto praticata, ma poco conosciuta.
La prima lettura non si scorda mai
La prima volta non si scorda mai. Marina applica questo detto rievocando la sua prima lettura della vita. Quando aveva 10 anni aveva letto una novella per ragazzi della scrittrice svedese Maria Gripe, intitolata Ugo e Josefin. Tale novella l’ha trasformata in una lettrice forte, tanto che si è letta le saghe di Piccole donne e Pollyanna, oltre a svariati romanzi e il suo primo amore letterario è stato Darcy, personaggio del romanzo Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen.
Non piangere salame dai capelli verde rame
Chiude la puntata Valeria Natalizia con un’esilarante lettura tratta dal romanzo lessico familiare di Rita Fresu, da non confondere con l’omonima opera di Natalia Ginzburg. Il romanzo tratta del lessico familiare, riferendosi agli insulti che ci si rivolge tra amici. Insulti con fine affettivo.
E con un momento di ilarità si conclude la puntata 57 di voci dall’Italia, che potete riascoltare qui.