Leggere prima i libri e poi vedere i film derivati o vedere i film senza leggere i libri? Questo è il dilemma che introduce la puntata 51 di Voci dall’Italia. Torniamo poi in Lunigiana con Alessandra Pagani che racconta, attraverso un articolo di Oriana Fallaci, la nascita del Premio Bancarella. Infine, vengono rispolverati due classici: Marcel Proust e Franz Kafka.
Il libro è meglio del film… ma non sempre!
Secondo un luogo comune, i classici letterari sono migliori dei film o delle serie tv da essi ricavati. Ma è davvero così? Di solito prima si legge il romanzo originale e poi si guarda il film. Ma è un obbligo sociale? Diversi classici della letteratura mondale sono stati trasposti in adattamenti cinematografici, teatrali o televisivi. Basti pensare a saghe come Harry Potter, Il Signore degli anelli, L’amica geniale o a classici come Guerra e pace, Via col vento, Il nome della rosa. Ma siamo sicuri che tutti questi classici vengano visti solo negli adattamenti di cinema e tv, dopo essere stati letti? Marco, il simpatico edicolante del napoletano che contribuisce a Voci dall’Italia con la sua ironia, è un esempio che smentisce questo luogo comune. In gioventù, infatti, aveva visto adattamenti tv di Dracula e de I tre moschettieri, senza mai aver letto i libri. Ed è giunto alla conclusione che, guardare i classici trasposti in film o serie tv, è come aver letto i libri originali.
Il premio Bancarella
Rendete straordinaria la vostra vita. Così insegnava ai suoi allievi Robin Williams nei panni del professor Keating, il docente di lettere protagonista del film L’attimo fuggente. L’energia che si mette per cambiare la propria vita è la pillola si gratitudine che ci propone Alessandra Pagani, ancora una volta attraverso una testimonianza proveniente dalla sua terra, la Lunigiana. In quel lembo della Toscana, molte persone con solo la licenza elementare lavoravano come venditori ambulanti. Tra di loro c’erano alcuni librai, che recitavano canti del Furioso che avevano sentito leggere da altri. Dalle loro declamazioni è nata un’iniziativa editoriale descritta negli anni ’50 da una nota firma del giornalismo, Oriana Fallaci. Si tratta del Premio Bancarella. Alessandra ha voluto raccontare questa tradizione del suo paese natio, per essere grata a un’abitudine tutta italiana: l’energia che si adopera per iniziative che danno una svolta alla propria vita.
Godersi i piccoli attimi nella lettura di un libro
Chi l’ha mai detto che la lettura vada interpretata come un dovere, che un libro vada letto e basta, solo per il dovere di leggerlo? Nel suo intervento Marina, da Roma ci invita ad assaporare i piccoli attimi nella lettura di un libro. Per fare un esempio, ella dichiara la sua preferenza per due libri, Infinite jest di David Foster Wallace e Alla ricerca del tempo perduto, di Marcel Proust, citati nelle puntate precedenti del podcast. Non sono letture di intrattenimento, sono entrambi libri molto impegnativi, proprio per questo Marina ci invita a leggerli lentamente, assaporandone gli attimi di lettura.
Un artista del digiuno
Torna in chiusura di puntata Valeria Natalizia, che questa volta parla della lettura dei classici. Naturalmente non bisogna leggere Tolstoj, oppure Ulisse di Joyce, solo eprché sono classici. Valeria, infatti, condivide con la messinese Paola, l’interesse per i racconti, che le danno più concentrazione. Ha scelto un racconto di Kafka, intitolato Un artista del digiuno, che insegna ad essere resilienti, ad affermarsi anche quando non si viene considerati. Le ricorda quegli artisti come il duo Stanlio e Olio, che sono decaduti quando il cinema muto è stato abbandonato in favore del sonoro. Bisogna essere resilienti e andare avanti, anche quando nessuno crede più in noi.
Potete riascoltare qui questa puntata di Voci dall’Italia.