In questa puntata di Voci dall’Italia torna il poeta Erri De Luca. L’ascoltatrice Federica leggerà infatti una sua poesia, intitolata Quando saremo due. Successivamente, Alessandra Pagani parlerà di tenerezza nella sua abituale pillola di gratitudine. Ci sarà infine spazio per alcune canzoni parodiate di Battisti e De André, storiche voci del cantautorato italiano, aneddoti ironici, uno scrittore giapponese e un sonetto del maestro drammaturgo William Shakespeare. Non mancheranno momenti di ironia col giornalaio Marco e con canzoni parodiate di Battisti e De André, voci storiche del cantautorato italiano. E, per finire ci sarà la prima puntata di un ciclo di letture dei sonetti di William Shakespeare a cura di Valeria Natalizia.
Buon ascolto a tutti con la trentaseiesima puntata di Voci dall’Italia.
Quando saremo due
In principio di puntata torna protagonista Erri De Luca. L’ascoltatrice romana Federica l’aveva già menzionato con la lettura di una sua poesia in un precedente capitolo di Voci dall’Italia. Lo fa ritornare in questo episodio con la lettura del componimento Quando saremo due, testo che vuole trasmettere speranza e che Federica dedica agli amici Maria e Bruno. Ecco la poesia riportata per intero:
Quando saremo due saremo veglia e sonno
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l’uguale di nessuno
e l’unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l’universo
diventerà diverso.
Tenerezza
La tenerezza è il fulcro attorno a cui ruota lo spunto di gratitudine che Alessandra Pagani propone per il consueto appuntamento coi 100 happy days. Sono molte le situazioni in cui Alessandra, grazie al suo ottimismo, vuole esprimere tenerezza. Primi fra tutti, i suoi amici Maria e Orso, personaggi ricorrenti del podcast, in secondo luogo, la poetessa con problemi psichici citata da Paola nell’episodio precedente, a seguire rivolge un pensiero alla sua amica Mariangela, che aveva raccontato nella puntata 35 le iniziative di book sharing e infine, ricollegandosi ai quaderni di Marina, rievoca il diario segreto che lei e una sua amica di liceo si scambiavano da ragazze.
La canzone di Marinella in tempo di pandemia
In una puntata precedente di Voci dall’Italia il laziale Massimo aveva parodiato una canzone di Fabrizio De André, Amore che vieni, amore che vai, ispirandosi alle restrizioni sanitarie per il contenimento dei contagi da covid. Ora, ispirato dalla notizia sorprendente data da Maria e Orso nella scorsa puntata, li ha ricordati con una nuova canzone parodiata. Il brano è La canzone di Marinella, primo vero successo di Fabrizio De André, grazie all’interpretazione di Mina.
L’ultimo samurai
Bruno, detto Orso, è tornato alla sua tana, e questo lo sappiamo. Aria Luce, dalla città di san Marco, l’ha paragonato a Miyamoto Musashi, uno spadaccino e scrittore giapponese venerato in patria come un leggendario samurai. Infatti, secondo Aria Luce, Bruno, detto Orso, ha avuto grande forza di spirito, proprio come il samurai Musashi.
L’inutilità del citofono
È ora il momento di ironizzare sull’inutilità del citofono. Almeno così dice Carlo Sperduti, epr bocca di Maria, da Roma. Ella, con altri amici del gruppo di lettura, tra cui Simona Scravaglieri, si incontrava in un locale gestito da questo signore, per condurre incontri di lettura che finivano in abbuffate. Maria ci legge un brano, tratto da un libro di Carlo, che parla proprio dell’inutilità del citofono. La frase ricorrente è:” Io vi denuncio!”.
All’intervento della romana Maria, segue quello della sua concittadina Marina, che rievoca i messaggi in bottiglia che scriveva per Maria e Bruno e può rallegrarsi ora per Bruno e il suo ritorno a casa.
Ironia portami in farmacia
Ormai abbiamo imparato a conoscere Marco, il giornalaio del Napoletano, per il suo senso dell’umorismo. Racconta nei suoi interventi a Voci dall’Italia le sue burle, che spesso lo portano a fare figure imbarazzanti. L’aneddoto burlesco che ci racconta in questo capitolo, risale a un paio di anni fa. Stava facendo la fila in farmacia e davanti a lui c’era un signore in sovrappeso che si lamentava di una pomata che aveva preso per dimagrire, accusando la farmacista di averlo imbrogliato. Marco, con la sua ironia, gli ha detto che avrebbe dovuto spalmarsi l’unguento sull’addome, anziché usarlo epr condire la baguette!
Provare a parodiare le canzoni
Dopo le burle di Marco è il turno di Angela, la burlona di Viterbo. Dopo le barzellette raccontate in capitoli passati del podcast (una sulla mozzarella di bufala e una sugli orologiai) ha canticchiato alcuni frammenti di canzoni parodiate, tra cui due di Lucio Battisti: Pensieri e parole e Con il nastro rosa.
Come un attore impreparato
Chiude la puntata Valeria Natalizia che per alcune puntste a seguire ci reciterà i sonetti di William Shakespeare. Ispirandosi a un altro attore che li recita in lingua originale, Valeria li reciterà in italiano. Una sorta di “teatro virtuale” per far rivivere il settore dello spettacolo, colpito pesantemente dalla pandemia. Il sonetto che Valeria reciterà in questa puntata è Come un attore impreparato.
Potete riascoltare a questo link la trentaseiesima puntata di Voci dall’Italia.