Se una pandemia ci chiude in casa, cosa c’è di meglio della musica, come arma di evasione? Ne sa qualcosa il Cantagallo della Disney, che apre la ventiquattresima puntata di Voci dall’Italia.
Segue il consueto appuntamento con la gratitudine, grazie ad un articolo scritto da una solful mentor e commentato da Alessandra Pagani.
Successivamente, è il momento del lavoro a maglia, grazie a un gomitolo di lana verde, colore della speranza, e di ferri da maglia rinvenuti nella sistemazione dei cassetti.
Più tardi è il momento di una lezione di vita sulla psicologia femminile: ce la offre un edicolante, la cui natura scherzosa ha messo a disagio una bambina.
E infine un tuffo nella biblioterapia grazie ai racconti pubblicati da uno psicoterapeuta argentino per aiutare i pazienti a capire sé stessi.
Buon ascolto a tutti, con questa puntata del podcast Voci dall’Italia.
Urca urca tirulero
Quando ci si annoia, la musica è uno strumento eccellente per evadere. Giovanni, da Viterbo ha deciso di combattere la monotonia delle giornate di reclusione forzata cantando una canzone del Cantagallo, il cantastorie del film d’animazione Robin Hood della Disney. Un ritorno all’infanzia che consente di evadere dall’isolamento anti-contagio.
Come coltivare la gratitudine per favorire l’abbondanza
L’abbondanza non è solo uno stato materiale, ma è soprattutto una condizione mentale. Per coltivarla è necessario predisporsi a un atteggiamento di gratitudine. E lo sa bene la solful mentor Giada Carta, di cui Alessandra Pagani si è avvalsa per la sua abituale pillola di gratitudine. Questo perché il percorso di Giada Carta è molto affine al ciclo dei cento giorni felici.
Ma come si coltiva la gratitudine per favorire l’abbondanza? Ce lo spiega Giada per bocca di Alessandra. Il percorso predisposto dalla solful mentor è costituito dai seguenti passaggi: smettere di lamentarsi, di dare per scontato ciò che si possiede, essere grati per il momento presente, non concentrarsi sulle proprie mancanze, cercare l’abbondanza dentro di sé, piuttosto che associarla a eventi esterni.
Lavorare a maglia
Qualche episodio fa, abbiamo incontrato l’ascoltatrice siciliana Paola che aveva rinvenuto una foto ricordo mentre riordinava la cassettiera. Questa volta, il noto passatempo di evasione dalla monotonia dell’isolamento, le ha fatto ritrovare un gomitolo di lana verde e dei ferri da maglia.
Paola in passato lavorava a maglia, come facevano le mamme e le nonne ai suoi tempi. Trovando ferri e lana pensava inizialmente di regalarli, ma poi ha deciso di riprendere un passatempo della sua giovinezza. Una strategia per abbattere la noia della quarantena.
Una donna mi ha perdonato dopo due anni
Marco è un edicolante della provincia di Napoli. Ha un carattere schivo e può apparire come un orso, ma gli piace scherzare coi bambini.
Un giorno, mentre stava accompagnando lo zio dal dentista, ha incontrato una cliente con la nipotina e ha sottratto a quest’ultima il cappello per scherzare. La bambina sembrava averla presa a ridere, ma i giorni successivi si inquietava appena lo vedeva. Dopo due anni, i due si sono incontrati al supermercato e la bambina gli ha detto che, se lui non le avesse più sottratto il cappello, lei l’avrebbe perdonato. Marco si è impietosito. Il giorno del suo compleanno le ha fatto gli auguri e lei l’ha personato per davvero, facendolo commuovere.
Lascia che ti racconti
Chiude la puntata Marina, da Roma che presenta il libro Lascia che ti racconti. Storie epr imparare a vivere. Consigliatole da una sua amica, si tratta di una racconta di racconti scritta da uno psicoterapeuta argentino per aiutare i pazienti a capire i loro comportamenti. Il racconto che ci legge riguarda la terapia intrapresa da un paziente che soffre di incontinenza alle vie urinarie. Il medico propone tre finali alternativi epr la storia, l’ultimo dei quali recita:” Me la faccio ancora addosso, ma non me ne frega niente!”.
Si chiude così la ventiquattresima puntata di Voci dall’Italia, che potete riascoltare qui.