La festa di Tanabata 七夕 (letteralmente della “settima notte”) cade la notte del 7 luglio e del 7 agosto e la leggenda vuole che con l’incontro in cielo delle stelle Vega e Altair – che si incrociano solo una notte l’anno – tutti i desideri si avverino. In Giappone si vedono decorazioni e ramoscelli di bambù con tanzaku attaccati fuori dalle case, nei supermercati, nelle stazioni. Perchè il proprio desiderio si avveri basterà scrivere sulla carta washi il proprio desiderio ed appenderlo al bambù. (tratto dal blog http://www.lauraimaimessina.com/)
Amo il Giappone, le sue tradizioni, la sua cultura. Seguo con interesse diversi siti e blog a tema, il mio preferito, da anni, è quello di Laura Messina. Lei mi ha fatto scoprire la festa di Tanabata, la notte dei desideri, qualche anno fa. L’aspetto che preferisco di questa festa è il fatto che ognuno appende i propri desideri all’aperto, in condivisione con gli altri. In occidente crediamo che un desiderio debba essere nascosto, invece in Giappone il desiderio va condiviso perché più gente possibile leggendo possa desiderare con te. Tutti possono leggere piccoli e grandi desideri quotidiani, in Giappone chiunque può leggere i tanzaku degli altri, sorridere e sperare che il desiderio sia solo l’inizio della realizzazione del sogno. “Desidero che la mia famiglia sia in salute”, “desidero incontrare l’amore”, “desidero un po’ di fortuna”, “desidero fare un viaggio”, “desidero libertà”, “desidero che mio nonno stia bene”

Il 7 luglio del 2016, per la prima volta, ho festeggiato anche io Tanabata. Ho appeso i miei desideri e quelli di tutta la famiglia a una pianta di casa. Insomma ho legato i miei desideri alla pianta. La cosa bella è che sono passate un paio di settimane e ho avuto davvero sotto agli occhi, quotidianamente, i miei desideri e quelli della mia famiglia. Penso che una delle cose più importanti per realizzare la propria felicità sia mettere nero su bianco, scrivendo, cosa si desidera e poi annaffiare i propri desideri, tornarci sopra, pensarci su, condividerli con il mondo, lasciare che sventolino appesi ai rami di un pianta, sotto la finestra aperta, che si impregnino del calore del vento d’estate, delle voci che arrivano dal cortile, del profumo di ragù della vicina, delle risate che echeggiano in casa, dei peli di gatto che ci si struscia sopra. Lasciare che il desiderio del nostro mondo privato diventi libero e parte del mondo.
Come ho realizzato il mio “albero dei desideri per Tanabata” a costo zero. Ho scritto i desideri con un pennarello sui post it blu che avevo a casa. Mi raccomando usate il tempo presente “Io desidero” non il condizionale “desidererei”. Scrivetene almeno 3. Poi ho bucato i post it con una forbice e ho passato nel buchino un filo bianco e rosso che avevo in casa. Credo di averlo acquistato da Tiger per Natale. Ho appeso i post it a una pianta che avevo in casa: è una zamia, chiamata anche Gemma di Zanzibar, che vive, felice, in casa con noi. La zamia è una pianta tropicale, che soffre se in casa ci sono meno di 15 gradi, e non centra nulla con il romantico bambù giapponese di Tanabata ma noi viviamo in un piccolo appartamento nel centro di Milano, e in questi giorni in casa ci sono 32 gradi anche alle 8 di sera, mentre d’inverno, a causa del riscaldamento degli appartamenti sopra, sotto, a destra e a sinistra, non scendiamo mai sotto i 26 gradi. La pianta infatti si trova benissimo, per ricordarci di innaffiare pianta e desideri un annaffiatoio super leggero, di design, è un regalo di POSdesign.it, si chiama H2O e ci ricorda che senz’acqua non si vive…nemmeno per quanto riguarda i nostri più preziosi desideri. #maisenzaH20
E voi conoscevate questa festa? Se volete appendere i vostri desideri, usate pure i commenti qui sotto.
cristiana
Il 7 agosto sarò a Venezia e sto già cercando la carta washi per poter scrivere i miei desideri, scrivere “io desidero” e non “io desidererei” e aspettare l’incontro di Vega e Altair. Non vedo l’ora anche se già la preparazione ha del magico…
Alle
Ecco. Leggo solo ora che è già passato.
Dovrò attendere agosto?