Articolo a cura di Isacco Piroddi
Quali cose ci fanno stare bene?
Questo è il tema della seconda puntata di Voci d’Italia, il podcast ideato nel 2020 da Simona Scravaglieri e dalla community di lettori della casa editrice Sirio e ispirato al progetto 100 Happy Days, di Alessandra Pagani.
In questo periodo di reclusione forzata, che impedisce la socialità e l’aggregazione, siamo oppressi dallo sconforto e dalla solitudine, e abbiamo bisogno di sentirci meno soli e in pace con noi stessi.
Come possiamo sconfiggere la solitudine da lock-down e tenere alto il nostro morale?
Vi sono diversi spunti: una lettura divertente, una poesia, le telefonate agli amici, e molto altro ancora. Questo ci racconteranno gli ascoltatori che, da varie parti d’Italia, sono intervenuti in questa seconda puntata. Ad aprire gli interventi è l’ascoltatrice Paola, da Messina, che recita una poesia intitolata Curarsi, scritta dal poeta Franco Arminio e tratta alla raccolta L’infinito senza farci caso. Questo componimento è un invito a non perdere una speranza fondamentale: quella di uscire, prima o poi, da questa situazione di crisi.
Segue l’intervento di Elena, docente di lettere e lettrice abituale, che parla dalla Puglia. Poiché la puntata è stata registrata alla vigilia del 19 marzo, ella condivide col pubblico di Voci dall’Italia la ricetta delle zeppole di san Giuseppe, un dolce che, in alcune regioni del mezzogiorno fa parte della tradizione dolciaria per la festa del papà. La ricetta, descritta nel dettaglio è l’ideale per chi, durante il lock-down, si cimenta nelle sperimentazioni culinarie. Successivamente intervengono Giovanni, da Viterbo che recita una poesia metasemantica (tecnica letteraria teorizzata dal poeta Fosco Maraini, che consiste nell’uso di parole senza significato, ma dal suono familiare alla lingua del testo) intitolata Il lonfo.
100 happy days, giorno 2
Alessandra Pagani espone la sua riflessione quotidiana, il cui tema per questa puntata di Voci dall’Italia è la gratitudine verso noi stessi che ci invita a esprimere guardandoci allo specchio e ringraziando il nostro riflesso per la tenacia con cui sta affrontando questo momento molto complicato. È un invito a non disprezzarsi, a non buttarsi giù, ma a essere gentili con noi stessi perché stiamo facendo del nostro meglio per uscire da questa quarantena.
A questo punto, il clima riflessivo della puntata è spezzato dal senso dell’umorismo dell’ascoltatrice Angela, anche lei originaria di Viterbo che, con una simpatica battuta, ironizza sulla mozzarella di bufala. In seguito si assiste a una lezione semantica di parole difficili che l’ascoltatrice romana Francesca, sta collezionando da un libro che lei e gli amici di Casa Sirio hanno rinvenuto in una lettura che li sta accompagnando durante il lock-down, per la precisione si tratta del romanzo L’architettrice, di Melania Mazzucco: Francesca dice che durante la quarantena cercherà di capirne il significato.
Serena, da Bologna, insegnante di yoga, parla della relazione che sta instaurando con il tempo durante il lock-down. Se da un lato ha ritrovato la gioia della vita in famiglia (ha due figlie), deve, d’altro canto, confrontarsi con l’organizzazione della quotidianità domestica, tra la didattica a distanza, i compromessi a cui deve scendere nel rispetto delle abitudini dei suoi familiari e soprattutto la riscoperta della scrittura a mano, che ha portato la famiglia a riscoprire una certa tranquillità interiore e a distaccarsi dall’invadenza dei canali social.
Infine, chiude la puntata Valeria, dalla Capitale, che dà il benvenuto alla stagione del risveglio della natura (e, chissà, forse anche un risveglio interiore) condividendo tre poesie sulla primavera: gli autori dei componimenti sono Mario Luzi, Umberto Saba e Alfonso Gatto. E questo è tutto per la seconda puntata di Voci dall’Italia.