LIBRI BELLI

Sfiorando la storia italiana del 1977

È una storia ambientata a Messina, nel’77, Nadia Terranova (1978) indaga sul passato prossimo di due personaggi che, a suo dire, non entrano mai completamente nella storia, perché si incontrano sfiorandola solo.

La giovane Aurora Silini, studentessa brillante di una famiglia di destra, figlia del direttore del carcere cittadino mentre Giovanni è figlio di un avvocato “abbastanza” comunista, che si dichiara appartenere di una sinistra impegnata nelle battaglie politiche.
Entrambi si iscrivono a Filosofia, si frequentano e si fidanzano. La fragilità di Giovanni inizia ad emergere quando si lascia sempre di più coinvolgere, con dubbi e aspettative, nella lotta armata contro gli “ideali borghesi” a cui spera di non appartenere.

Tra politica e drammi interiori

Giovanni non si rende conto della difficoltà di differenziarsi dal genitore, diventando più comunista del padre. Entrambi non vogliono essere come i genitori, ma sono talmente tanto impegnati ad essere diversi dai genitori che riproducono subito lo stesso modello di famiglia sposandosi. Giovanni inizia a vivere con la stessa sospensione trasognata la vita coniugale e si lascia consumare da inquietudini profonde che lo lasciano stanco e disilluso di fronte alla realtà politica e sociale. Aurora inizia a insegnare, come imposto dal padre, mentre Giovanni si condanna all’insensatezza dei suoi slanci utopisti, poiché la sua origine agiata non gli permette di capire l’importanza di non adagiarsi. Aurora, diversamente, ha compreso che solo lavorando potrà emanciparsi dalle durezze del padre e dalla rassegnazione della madre, che ha rinunciato a capire il marito.

Nadia Terranova, Gli anni al contrario, Einaudi, 2015

Nuove vite


Giovanni e Aurora si sono sposati con l’incoscienza e l’euforia di aspettare insieme una bambina, Mara, sulla quale ricade l’inesperienza dei genitori. Aurora accetta con realismo la pesantezza del padre, la testardaggine del giovane e la
sua “vocazione al fallimento”. In questo senso, la donna si ritrae nella zona in cui si ha contezza di sapere e poter fare, costruendosi ed emancipandosi, mentre Giovanni si chiude in una sorta di “death in life”, cedendo all’eroina, che naturalmente non risolverà lo spiazzamento che prova di fronte ai cambiamenti sociali.

Nadia Terranova scrive un romanzo dallo stile asciutto e commovente, all’interno del quale si avverte quanto scelte diverse portino con sé un dizionario affettivo e sentimentale di esperienze altrettanto lontane. Questa diversità si rivelerà e si comprenderà nel tempo, attraverso una riflessione che ripercorre la Storia e la microstoria familiare, il modo in cui
investe e agisce sui destini individuali, dirottandoli. Questo è un romanzo che non sfiora le 150 pagine. Non è un memorial, né una ricostruzione storica degli anni di Piombo, ma non è nemmeno una ricostruzione storica puntuale del passato. Non è uno di quei testi-labirinto nei quali i personaggi si rincorrono attraverso lettere, o il confondersi sbiadito dei ricordi. Non ho trovato alcun ermetismo fine a sé stesso, né autocompiacimento.

Alla prossima,

Anna

Anna Quatraro nasce a Padova il 25 febbraio 1989, studia lingue moderne fino alla laurea specialistica. Lettrice accanita, alterna la poesia alla critica, la narrativa sudamericana ai classici italiani. Una sola certezza la guida: è la scrittura a frequentarla, e non viceversa, ispirandole poesie, recensioni, racconti per fanzine come Flanerí, Verde e blog letterari, come Grafemi.

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