Kopanice, una remota regione dei Carpazi Bianchi, al confine fra la Repubblica Ceca e la Slovacchia, cela l’eredità delle dee, erboriste guaritrici che hanno lasciato una forte traccia nella memoria collettiva del posto, ormai custodita da poche anziane che intrattenevano stretti rapporti con le dee e coi segreti reconditi di quelle montagne rocciose e temibili e dei loro sentieri freschi ma tenebrosi. E poi, c’è lei, Dora, destinata a portare un pesante onere, iscritto nel sangue. Dora prova a capire il rapporto con l’antica tradizione delle dee e le donne della sua famiglia, attraverso le schede redatte dal regime nazista per sorvegliarle.
Una ricostruzione storica di fatti realmente accaduti
La famiglia diventa così un territorio di indagini e ricerche, che si irradiano dall’epoca della seconda guerra mondiale, quando fu chiesto di sorvegliare e studiare le streghe per dimostrare nei loro culti antichi, l’origine della purezza della razza ariana.
Fra ricostruzione storica e interessi etnografici, l’eredità delle dee si tinge di atmosfere cupe e originali, lontane dall’happy ending e dal prevedibile recupero del passato come una forma di salvezza della memoria. Passato che verrà alla luce, ma non senza un costo. Forse Dora si fida di un’amante che conosce, prima di lei, molte più cose della maledizione che grava sulla sua famiglia.
Un romanzo sulle donne e la loro fede nelle forze della natura, nel potere curativo della speranza, ma anche sulla solitudine, disperazione, crudeltà e vendetta. L’eredità delle dee è uno dei romanzi più interessanti degli ultimi anni in Repubblica Ceca.

Una miscela magistrale di realtà e finzione.
Una storia incantevole ed emozionante che pone una serie di domande sulle nostre idee passate e presenti. Un romanzo che esalta la bellezza del paesaggio e la sfuggente ricchezza dei saperi perduti, e del dono della conoscenza profonda di una natura più potente delle singole menti umane, fatta eccezione per la sola dea incattivita dalla durezza della sua sorte. Le dee, infatti, aiutavano senza aspettarsi nulla in cambio, tutti coloro che chiedevano il loro aiuto ed erano in grado di controllare gli effetti nocivi degli spiriti malvagi. Quale sarà il destino di Dora, colei che ha rinnegato le sue doti e le ha lasciate marcire fra i ricordi più tetri?
Si tratta di un romanzo ricco, ben documentato a livello storiografico attraverso una stratificazione di fantasia e attendibilità storica. L’autrice mi ha regalato un piacere vivissimo nella lettura, per la sua grande capacità di coinvolgere il lettore, ma al contempo ho avuto la sensazione che il libro gioverebbe da una maggiore concentrazione dei documenti, dal momento che le altre parti della narrazione traggono beneficio da uno stile più conciso.
Anna Quartaro Nasce a Padova il 25 febbraio 1989, studia lingue moderne fino alla laurea specialistica. Lettrice accanita, alterna la poesia alla critica, la narrativa sudamericana ai classici italiani. Una sola certezza la guida: è la scrittura a frequentarla, e non viceversa, ispirandole poesie, recensioni, racconti per fanzine come Flanerí, Verde e blog letterari, come Grafemi.