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Quest’estate ho letto il libro Le stelle di Srebrenica di Daniela Quadri, pubblicato nel 2016 da Leucotea Edizioni. La scrittrice Daniela Quadri partecipa al mio gruppo di 100 happy days e seguendo quello che pubblicava sui social ho scoperto che ha scritto un romanzo. L’ho cercato su Amazon e questa è la descrizione che ho letto:
Le vite di due donne, Marta Valtorta giornalista free-lance in una piccola redazione brianzola e Elma Osmanovic arrivata in Italia per sfuggire agli orrori della guerra in Bosnia-Erzegovina, s’intrecciano casualmente. La caccia ad un piccolo malavitoso slavo, Tarik Mulavdic, boss emergente di una organizzazione criminale che traffica in droga e donne, le fa incontrare in circostanze equivoche. L’amore per Nadia, la figlia affetta da Sindrome di Down di Elma, le unirà in un legame così profondo, che Elma deciderà di svelare proprio a Marta l’orribile morte della madre e del fratello nel giorno del massacro di Srebrenica e la sua discesa nell’inferno di un bordello a Sarajevo. La prima indagine di Marta Valtorta, suo malgrado singolare e atipica Miss Marple della Brianza, si conclude con un interrogativo e un nuovo mistero.
Attratta dal titolo, l’ho acquistato.
Il titolo.
Il titolo è attraente. Provate a pronunciare tra di voi “Le stelle di Srebrenica”. Come si fa a rimanere indifferenti? La frase suona bene: parte piana, dolce e morbida (le stelle di) ruggisce coraggiosa con la doppia R e conclude con la zampata finale che tinge di grinta e orrore l’intera vicenda.(Srebrenica) Applaudo a chiunque abbia scelto il titolo: lo trovo bellissimo.
Romanzo di guerra o saggio storico?
Srebrenica è una città della Bosnia Erzegovina che diventò, ahimè, famosa nell’estate del 1995 quando avvenne il massacro di Srebrenica: un genocidio avvenuto durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina.
In pratica: le truppe serbo-bosniache agli ordini del generale serbo Ratko Mladic irruppero nella cittadina di Srebrenica, assediata da tre anni, e in pochi giorni massacrarono più di 8 mila musulmani – 8.372 la cifra ufficiale – per lo più uomini e ragazzi mentre i caschi blu olandesi non alzarono un dito. Mentre migliaia di prigionieri venivano barbaramente uccisi, le Nazioni Unite non fecero nulla per impedirlo e il comandante del battaglione olandese, Thom Karremans, immortalato dalle telecamere, brindava con Mladic alla “brillante operazione militare” per la conquista di Srebrenica.
Le stelle di Srebrenica non è né un romanzo di guerra né un saggio storico. Il massacro si staglia sullo sfondo delle imprese di Marta Valtorta,la protagonista, e occupa poche pagine. La vicenda di Srebrenica non è, come il titolo può far pensare, la vicenda centrale, anzi, il romanzo svolge un’opera importante: lascia la voglia di saperne di più.
La protagonista, detective in gonnella.
La scrittura e la storia sono accattivanti: ho divorato il libro in pochi giorni al mare e ne ho apprezzato l’intrattenimento. La protagonista Marta Valtorta è descritta come la Miss Marple della Brianza. Il nomignolo – probabilmente- intende significare che è una detective in gonnella: infatti, suo malgrado, si troverà ad indagare insieme alla polizia per risolvere un mistero. Le similitudini però finiscono qui: Marta Valtorta è una giovane giornalista italiana, Miss Marple è un’anziana signora britannica. La Valtorta è dinamica ed è sempre in giro tra lavoro, amicizie, piscine, pranzi e cene, viaggi, Miss Marple era sedentaria, abitudinaria e solitaria: risolveva omicidi spiando i vicini dalla finestra, senza muoversi di casa, aiutata solo dal suo acuto spirito di osservazione dei caratteri umani.
È Marta Valtorta l’indiscussa stella del romanzo:intorno alla protagonista ruota tutto l’impianto narrativo della vicenda. La vita da cui prende avvio la storia, gli amici, i conoscenti, gli amori, le vicissitudini, le storie che ci gettano nella guerra e nel passato…addirittura è sua la voce narrante di un soldato al fronte! Paragonarla a Miss Marple non le rende giustizia.
Un libro dai numerosi temi.
Intorno a Marta Valtorta ruotano molte tematiche. In linea generale a me i libri che affrontano molti temi piacciono: credo che la vita stessa sia fatta di molte sfaccettature e che i romanzi debbano immergere il lettore in un mondo particolareggiato e profondo per temi e emozioni. Succedono molte cose e il ritmo forsennato non mi dispiace, mi fa pensare al galoppo a perdifiato di un cavallo che attraversa un paesaggio in continuo cambiamento. Come lettrice, però, ho desiderato, ogni tanto, che l’autrice rallentasse un po’ il ritmo e procedesse al trotto leggero e poi al passo di fronte ai paesaggi più importanti: il massacro di Srebrenica o la Sindrome di Down, tanto per citare solo due dei numerosi temi affrontati.
Attendiamo le prossime indagini di Marta Valtorta!
ciao!
Alessandra
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