Ciao,
Oggi scrivo la recensione de La morte dei caprioli belli di Ota Pavel pubblicato da Keller Editore. Prima di cominciare voglio chiedervi un like di supporto alle pagine di Una Lettrice (Facebook, Instagram) e un like al profilo Instagram della mia amica che mi ha regalato questo libro.
Ed ora eccoci pronti ad iniziare.
Recensione: La morte dei caprioli belli
La morte dei caprioli belli racconta episodi della famiglia – padre, madre e tre fratelli – di Ota Pavel sullo sfondo della storia della Cecoslovacchia pre e post bellica. Il libro è una raccolta di brevi racconti, tutti basati su episodi famigliari accaduti prima, durante e subito dopo la seconda guerra mondiale.
Protagonista è il padre, Leo Popper, che, con il suo carisma, il talento innato di venditore miracoloso, la parlantina sciolta, la capacità di vendere un frigorifero – Electrolux! – anche a chi non possiede la corrente elettrica, diventa una figura mitica, un supereroe agli occhi del figlio scrittore.
La morte dei caprioli belli è probabilmente uno dei libri più belli della letteratura ceca contemporanea, che ha conquistato e non smette di conquistare intere generazioni di lettori.
Il lettore si trova così a vivere con lo stesso stupore infantile le gioie – una pesca alla trota andata bene – e con il cuore gonfio le pene di un mondo rurale, a cavallo della guerra mondiale.
La famiglia Popper, che poi cambierà cognome in Pavel, si trasferisce, con tutta la famiglia, in un piccolo paesino proprio a causa della guerra mondiale e della persecuzione degli ebrei ma il romanzo è per lo più incentrato sui ricordi e le avventure di questo padre capace di trasformare tutto in uno splendido gioco.
Un padre maldestro, inadatto, vitale, magnifico. Un uomo normale che arranca nella vita, eroe un po’ tragico, che si salva sempre agli occhi del lettore perchè avvolto dallo sguardo amorevole del figlio scrittore.
Una vena ironica
Ho adorato l’ironia presente nel testo. Ci sono molti episodi buffi, teneri e divertenti, ad esempio quello riportato sull’aletta della copertina:
La mamma era una bellezza e di lei Lustig era un pochettino innamorato. Una volta era venuto a invitarla un bel signore alto e biondo e papà aveva fatto cenno che sì, la mamma poteva andare in pista con lui.
E quel signore aveva cominciato a farle la corte e a metà del ballo le aveva detto:«Lei è così bella» e non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.
La mamma aveva sorriso, a quale donna non avrebbe fatto piacere.
E poi quel bel signore aveva aggiunto: «Ma sarei curioso di sapere cos’ha in comune con quell’ebreo».
«Tre figli» aveva detto la mamma, aveva finito il ballo ed era tornata a sedersi accanto al papà.
(tratto da: La morte dei caprioli belli, di Ota Pavel, Keller editore)
Un gioiello della natura
La scrittura di Ota Pavel, asciutta e accogliente, semplice e precisa, briosa e seria è un gioiello di perfezione. Ma attenzione: non la rarefatta e fredda perfezione di un’opera d’arte nella sala principale del museo, no, la scrittura di Pavel possiede la perfezione accogliente e innata della natura. Per esempio lo sbocciare dei fiori di ciliegio, nuvole bianche leggere che paiono solo appoggiate agli alberi, così belle che milioni di persone nel mondo non possono fare a meno di ammirarli.
Una creatività fragile
La morte dei caprioli belli è caratterizzato da fragile delicatezza, come se a scriverlo fosse stato un bambino. Lo scrittore rivive la sua infanzia ama immensamente i suoi genitori, la sua famiglia, la sua terra. Un bambino che ripone enorme fiducia nella vita, la cui fragilità ispira sentimento di protezione e cura. Ho poi scoperto che Ota Pavel si ammalò e finì i suoi giorni in un manicomio dove avvenne il periodo più fecondo e creativo della sua vita.
Se il fatto che Ota Pavel sia un buono vi fa incavolare condo il mio amato Thomas Bernhard con il suo feroce Il Nipote di Wittengstein si pone all’antitesi: ecco la mia recensione;
Se volete altri suggerimenti nelle mie interviste ai lettori ho portato a casa 5 libri mittleeuropei e un intervista a Shulim Vogelmann, Editore di Giuntina, l’ebraismo a portata di libro

Il fattore K di Keller Editore
Keller editore si occupa di letteratura, reportage, viaggi e scrittura. “Traduciamo libri importanti in Italia per raccontarvi il mondo che altrimenti perdereste.”
“Nel 2009 l’allora minuscola bottega roveretana vide Herta Müller, di cui aveva pubblicato “Il paese delle prugne verdi”, vincere a sorpresa il Nobel per la letteratura. Roberto Keller, 45 anni, barba corta, cauto nei modi, understated, è un piccolo editore di qualità, ditta individuale, quattro persone in tutto. Pubblica 15-18 titoli l’anno, si è guadagnato il rispetto di editori importanti di area germanica, come Suhrkamp, l’Einaudi tedesca, e nutre qualche ambizione. Ha puntato molto sulla narrativa della Mitteleuropa, moderna e contemporanea, quel mondo tedesco, slavo, ebraico che è un impasto di lingue, etnie, frontiere sempre inquiete. Il filo comune? Tutte storie e scrittori di confine. Com’è terra di confine Rovereto, irredentisti e austriacanti, guerre e traumi. La Keller ha sede in zona Baldresca dove nel 1915-18 passò il fronte e oggi sopravvivono gli ultimi vigneti cittadini. (Fonte: http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2015/08/10/news/per-vendere-libri-ci-vuole-il-fattore-k-1.224972)
Sono convinta che La morte dei caprioli belli non sarebbe potuto esistere senza Keller editore. Vi suggerisco di acquistare qualche libro di Keller editore: sono fatti con estrema cura e attenzione, sono testi perfetti per un regalo o per rifornire una libreria. Se vi interessa approfondire il catalogo dell‘Editore di confine, Keller Editore, lasciatemi un commento dicendo “sì, mi interessa”.
Un abbraccio,
Alla prossima recensione,
Alessandra
www.unalettrice.org
gabriele
Grazie mille Alessandra, mi hai invogliato a trovare dieci minuti per mollare le mie traduzioni e correre in Feltrinelli per recuperarne una copia! A presto (ti farò sapere)
Unalettrice
Fammi sapere se ti è piaciuto! 🙂