LIBRI BELLI

La nostra Anna Quatraro è già in vena di consigli natalizi…
Ed ecco che tira fuori dal cilindro un libricino pubblicato nel 2006 da una casa editrice indipendente, la Instar libri, una vera chicca nel panorama editoriale italiano: la traduzione, a cura di Maurizia Balmelli (Traduttore), di Joël Egloff, uno scrittore e sceneggiatore francese. È considerato dalla critica francese come uno dei migliori scrittori della nuova generazione. È stato premiato in patria e all’estero, ricevendo premi prestigiosi come il Prix du Livre Inter 2005 ed il Prix du Roman des Libraires E. Leclerc. 

Siete amanti del surreale alla ricerca di un libro da regalare per Natale o volete regalarvi un paio di spassose
ore? Lo stordimento (Instar Libri, 2006) è un libricino ideale per staccare i pensieri da incombenze quotidiane, e immergersi nel piacere molto francese del non-sense e dell’ironia pungente e dolceamara.

Ecco il genere di posto dove nessuno vorrebbe abitare, una “terra di nessuno” stretta tra un aeroporto, dei binari abbandonati e una discarica a cielo aperto, circondata da un ruscello iridescente. Nel cielo fluttuano le emanazioni tossiche delle fabbriche, e di mattina tutto è avvolto dalla nebbia, qui vive il protagonista di questo romanzo. Di giorno lavora al mattatoio per un misero salario, da sempre vuole lasciare questa banlieue contaminata, ma qualcosa lo trattiene. Forse la vecchia nonna oppure l’amicizia dei compagni di lavoro e di sventura. Fin da bambino ha imparato infatti a trasformare la realtà deprimente che lo circonda in qualcosa di meraviglioso, a vedere in un corso d’acqua inquinato una limpida sorgente.

Joel Egloff, Lo stordimento, Instar Libri, 2006 Traduzione Maurizia Balmelli 

Ripensare la cruda realtà con lo sguardo della meraviglia


Il narratore vive in un paese fatto di suoni indistinti e di fantasmi che ricordano quello che fu un villaggio di umane presenze. Ogni giorno esegue un lavoro sfiancante e ripetitivo all’interno del mattatoio, e nel tragitto in bicicletta, si sforza di dimenticare quanto sia opprimente la realtà che gli è toccato di sopportare, come una pena senza fine, che trasfigura in un carosello di ricordi ingannevoli.


I miei ricordi assomigliano a uccelli incatramati, ma sono pur sempre ricordi.

All’interno del mattatoio, lo stordimento è il processo al quale l’animale è sottoposto prima di essere ammazzato per
provocare la perdita di dolore e di sensibilità. Allo stesso modo, il narratore, nel reiterare una routine alienante,
sperimenta l’assurdo e smarrisce il senso del tempo, attraverso gesti e pensieri che vivisezionano e svuotano le sue giornate.
Poche sono le persone che rendono un po’ più tollerabile il tran tran del suo lavoro: l’improbabile amico Bortch, il vecchio
Coppi, altri compagni di sventura come Pignolo e la nonna, petulante superstite di una famiglia di dispersi ed estinti.
La discarica e l’aeroporto fanno da sfondo a questo microcosmo scomposto e brioso, immerso in
un’atmosfera surreale che ricorda quella del cartone Les Triplettes de Belleville (2003, Sylvain Chomet), e il gioco dell’assurdo de Les fleurs bleues (1965, Raymond Queneau).

La realtà è una rosea allucinazione

Ci si trova nel mezzo di un impantanamento esistenziale dal quale i personaggi vorrebbero evadere, ma al tempo
stesso ne sono instancabilmente innamorati e pertanto si sforzano, come possono, di rimanervi.

Il protagonista de Lo stordimento ambisce a un lavoro migliore, scruta con ossessiva curiosità il cielo che incombe sul paesino, solcato dai voli degli aerei, scordandosi ogni possibilità di cambiamento nell’inciampo dell’irriconoscibilità fra illusioni e realtà. Da questa frattura, fuoriesce la poesia e lo spaesamento del sublime e della meraviglia che rendono il laghetto inquinato simile a una ridente località di villeggiatura.
Joël Egloff è autore di Cosa ci faccio seduto qui per terra (Instar Libri 2004), Edmond Ganglion & Figlio (Instar Libri 2005) e Les Ensoleillés. Il suo stile è semplice e coinvolgente, la sua disinibita naturalezza è dovuta alla grande espressività delle sue parole. Ho riso di gusto leggendo Edmond Ganglion & Figlio, ma Lo stordimento è anche più bello.

Alla prossima lettura,

Anna

Anna Quatraro nasce a Padova il 25 febbraio 1989, studia lingue moderne fino alla laurea specialistica. Lettrice accanita, alterna la poesia alla critica, la narrativa sudamericana ai classici italiani. Una sola certezza la guida: è la scrittura a frequentarla, e non viceversa, ispirandole poesie, recensioni, racconti per fanzine come Flanerí, Verde e blog letterari, come Grafemi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: