La tenacia di un fiume di ricordi
Chi se non noi, si ripete Maria come un mantra mentre aspetta che il mondo si allinei ai suoi sogni. Nonostante le sue origini umili, o forse sotto la spinta del riscatto cercato ad ogni costo e oltremodo, la giovane riesce ad affermarsi come architetto, facendo del suo Polesine un’estensione del sentire personale e familiare, un nido di ricordi a cui tornare, ma da cui allontanarsi. Il fiume che degrada in laguna e diventa mare attraverso bocche e canali, è anche in grado di gravare sulla terra e divorarla, come dimostra la memoria dell’inondazione avvenuta nel mese di novembre del 1951.

E anche se il padre continua a ripeterle che “I sogni non si realizzano mai” Maria ce la fa, si laurea, si trasferisce a Ferrara e lavora a Bologna.
Un amore precario
La complessità dell’interdipendenza fra mare e terra rappresenta l’assoluta dipendenza che Maria sviluppa per Luca, fidanzato passionale, ma anche irrisolto e possessivo. Luca ha in custodia le chiavi del cuore e della mente della compagna, ma sarà lui ad appoggiarsi all’intelligenza e al talento di lei, riconoscendole quella superiorità intellettuale tanto cara a Maria.
La precarietà del loro amore riflette la loro estraneità. Quando lei vede infrangersi le promesse che si è ripetuta, si aggrapperà con tenacia a un amore destinato a franare “all’apparir del vero”.
Mentre Maria si consuma nella sofferenza, Luca accelera i tempi per realizzare una vita perfetta, affidandosi a poche, solide ambizioni. Non è un mistero come una donna sensibile e colta come Maria possa appagarsi delle attenzioni di un parvenu opportunista, pronto a mordere più forte che può la felicità, costi che quel costi. Questa stessa determinazione accomuna Maria e Luca, lei per migliorarsi con sincero slancio, lui per sembrare ciò che non è.
Un esordio di una scrittrice veneta
Il romanzo di Germana Urbani è un esordio molto avvincente, di cui si apprezza il fortissimo richiamo verso il paesaggio veneto. La scrittura semplice ma attenta e intimistica celebra il carattere selvaggio del quotidiano e della laguna, indagando nel non detto e nelle aspettative falsate che la società propone alle donne, riducendole a rivali che si contendono lo stesso partner.
La rabbia del rifiuto vissuta da Maria, la simile cecità in Luca nel suo non comprendere il valore delle proprie scelte e le loro conseguenze appaiono come istanze contrapposte, ma in realtà compenetranti. Solo la potenza soverchiante delle acque del fiume Po riporta il dolore della fine di un amore al privato, dandole forse una proporzione più sopportabile.
Anna Quartaro