Gli Studenti del DAMS che criticavano Kubrick

Una sera di sei anni fa, a una cena di compleanno, ascoltavo i discorsi di due ragazzi laureati in Cinema al DAMS. L’oggetto della discussione era il film Eyes Wide Shut, di Kubrick e l’opinione più gentile era “il film è una palla, il regista una mezza sega”. Io ascoltavo – adoro origliare  – questi due neolaureati del DAMS che davano della mezza sega a Kubrick, Stanley Kubrick, il regista di Shining, di Odissea nello Spazio, di Barry Lindon, di Full Metal Jacket, cioè non solo uno con un successo internazionale ma uno tra i pochi registi capace di avere successo con film di generi diversi, dalla fantascienza, al film storico, al film di guerra etc.

Kubrick che alla loro età, o forse prima, scattava fotografie per Life e che anni dopo riporterà quel senso della simmetria, dello spazio e della fotografia nei suoi film.

Insomma questi due davano della mezza sega a Kubrick e io li ascoltavo e pensavo che non solo non avevano mai diretto un film, o almeno un cortometraggio, ma nemmeno erano riusciti a far salire nelle classifiche di youtube un video girato dal cellulare – ok, non è un grande esempio, ma almeno è *qualcosa* –  e nemmeno ce l’avevano l’idea di un film e forse, se anche ce l’avessero avuta, avrebbero girato un film di merda, cosa che non sapremo mai perchè probabilmente, sei anni dopo, ancora non l’hanno girato il primo film, ecco io mi chiedevo come fosse possibile che quetsi due tipi non avessero idea di quanto loro fossero ridicoli nel criticare Kubrick.

E sia chiaro, per me sarebbero stati ridicoli anche se invece di dire “mezza sega” avessero detto “la decostruzione prospettica dello spazio non centra gli obiettivi funzionali e concettuali della storia” (che è una supercazzola che ho scritto ora e non vuol dire niente).

Ecco, per me quelli che criticano un libro e ci scrivono sopra elaborate teorie o lo liquidano con un semplice “fa schifo” mancano di senso del ridicolo.

 

“Perchè parli solo di Libri Belli?” 

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Mi chiedete spesso perchè io abbia scelto di parlare nel blog solo dei libri belli. Sarebbe, per me, molto divertente, smontare pezzo per pezzo alcuni romanzi boriosi o spiegare perchè, secondo me, alcuni libri sono stati sopravvalutati: mi divertirei, una volta o due, ma poi non aiuterei nessuno a scoprire qualcosa che vale la pena leggere.

ed è difficile trovare qualcosa che valga la pena leggere.

Il mio blog è un lavoro di selezione: non troverete mai post con la classifica dei libri più venduti, nè sentirete acclamare l’ultimo “strepitoso” romanzo uscito, non avrete nemmeno l’elenco di tutti i libri che leggo (se siete curiosi c’è la mia libreria anobii.com/miscellanea, qui li metto quasi tutti)

La mia selezione nasce da un punto di vista personale: scrivo dei libri che sono piaciuti a me e cerco di spiegare il perchè. Non è autoreferenzialità, è il contrario: sono una lettrice come tante e sono certa che qualcuno, nel mondo, apprezzerà quel che apprezzo io.

Ho scelto di usare la categoria #LIBRIBELLI perchè l’aggettivo bello è svuotato di ogni significato  e lo posso riempire come mi pare: da Steinbeck alla Natalia Ginzburg, passando, se voglio da Topolino.

Bello è svuotato da ogni significato e, allo stesso tempo,  comprensibile ai più.

Un libro, per me, è un insieme di elementi – la copertina, il titolo, l’autore, l’editore, il prezzo, la collana, il periodo in cui viene lanciato in libreria, la dedica dell’autore, il posto in cui, una volta, era catalogato in libreria e la capacità di collocarlo in un insieme di libri e di autori e di collane di editori- che parlano. Il libro è unico, ma ha delle cose in comune con altri libri, è inserito in un discorso collettivo per cui è possibile collocarlo in un certo posto della letteratura ancor prima di leggerlo. Per questo, forse, non sono così soggetta alle sòle.

Ogni lettore forte impara, nel tempo, che entrare in libreria, spesso, osservare i titoli, di una specifica casa editrice e dei concorrenti, insegna a raggruppare i libri in grandi “macrosettori” da cui pescare con giudizio. Oppure questo è il famoso “senso del libro” che hanno gli editor. (avevano,non apriamo questo argomento).

Inoltre, bisogna essere onesti: uno segue un personale percorso di lettura e non ha senso sforzarsi di leggere libri di cui non frega niente: nel periodo sbagliato, chiunque può formarsi un’opinione negativa di un libro.

Scrivere  di tutti i libri che mi hanno deluso – e sono stati molti è inutile e poco divertente. Non credo sia utili quelle “recensioni” – ma dai, sono solo commenti, ragazzi su – che riassumono la trama di un libro e in fondo dicono “però non mi è piaciuto”.

Quello che voglio fare attraverso il blog è proporre una selezione di libri che, a mio parere di lettrice, valga la pena leggere.

 

La lettura è un atto solitario, un tempo che si sceglie di regalare a se stessi: è così difficile trovare libri che meritano, che mi sembrava un atto generoso condividere quello che mi era piaciuto e non perdere tempo a criticare Kubrick. 

 

Alessandra Pagani si occupa di progettazione, coordinamento, supervisione e realizzazione di contenuti e progetti didattici, sia cartacei sia digitali, per l’università e la formazione accademica. Ha lavorato dal 2008 al 2020 per l’editore McGraw-Hill Education. Da gennaio 2021 è l’editor della collana Trattati e Manuali di Vita e Pensiero Editrice, casa editrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2016 al 2021 ha insegnato il proprio lavoro al master Professione editoria cartacea e digitale e al master Booktelling comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È autrice di Manuale di editoria universitaria, Progettare contenuti per l’apprendimento, Editrice Bibliografica, 2020. Coordina le attività di promozione alla lettura del sito www.unalettrice.org, come Geranio, il gruppo di lettura mensile e virtuale. È autrice del podcast Voci dall’Italia, podcast nato durante il primo lockdown di marzo 2020 come proposta di Simona Scravaglieri e del gruppo di lettura Casa Sirio editore e andato in onda ogni giorno per cento giorni. Dal 2020 al 2021 ha scritto e condotto Stranger Books, programma radiofonico di libri, tecnologia e didattica su RadioActiva.

No Comments

    • Stefano

    • 10 anni ago

    Il tuo commento non fa una piega!
    Evviva Kubrick! Evviva i libri belli! (quando si trovano…)

  1. Apprezzo tutto quello che hai scritto, perché è anche il mio modo di approcciarmi ai libri e alla lettura in genere.

  2. Scusami, posso farti una domanda alla quale nessuno ancora mi ha risposto in modo soddisfacente e concreto?!
    come si sceglie un libro?! passo lunghi periodi senza leggere un tubo perchè entro in libreria e non so cosa scegliere!e magari ho una pila di libri sul comodino, ma non mi va di portarli avanti perchè, come dici tu, non è il momento giusto…
    insomma: come si sceglie il libro da leggere?! 🙂

    1. Se posso rispondere, io spesso vado a periodi a seconda degli input anche casuali. Ho beccato per caso la serie tv tratta dai libri Philippa Gregory sulla Guerra delle Rose e ho provato anche coi libri, mi è tornata la fissa per il musical Evita e ho letto un romanzo su di lei e un altro è in attesa sul comodino, sono andata a una mostra sui pittori Preraffaelliti ed è stata l’occasione per leggere un romanzo in tema che attendeva da un po’…
      Sugli acquisti impulsivi… eh beh, dipende dai generi e da cosa piace. Io tendo a ignorare le fascette e dò un’occhiata estemporanea via tablet alle recensioni su goodreads, per “sicurezza”. Non credo esista un sistema generale per andare sul sicuro, è troppo soggettivo scegliere un libro.

      1. Hai ragione… 🙂 e però mi hai dato un’idea… Sono quelle che ogni tanto mancano… Le buone idee:) cercherò qualcosa che abbia a che are con la Bulgaria, visto che fino a dicembre vivrò qui… Se avete indicazioni le accetto volentieri! 🙂 buone letture

        1. ciao! non ho libri sulla Bulgaria da consigliarti, mi dispiace, ma vediamo se qualcuno ti dice qualcosa 🙂

  3. Effettivamente è forse più facile fare recensioni negative, sparare a zero o col napalm su un libro o su un film. A me di recente è capitato di leggere un libro che ha richiesto una lettura lenta e molto sofferta, ma che ho finito perché sì (sono testarda e mi sembrava di darla vinta al protagonista inutile), di cui ho apprezzato l’intento e le scelte dell’autore concettualmente, però proprio nella lettura in sé non mi ha conquistata. E dopo aver detto la mia supercazzola fuggo! XD

  4. applausi…

  5. […] VOGLIONO I LETTORI (di libri, non i lettori del blog)  Avevo già scritto qualcosa in questo post intitolato “non perdete tempo a criticare Kubrick, ovvero perché scrivi solo di […]

  6. Se mi concedi la citazione cinefila: “92 minuti di applausi!”
    Anche io non capisco perché così tanti si divertano (sì, lo fanno) a stroncare i libri che non piacciono.
    E’ un esercizio sterile.
    La tua scelta di condividere con noi i libri belli merita tanta stima, io in generale scrivo le impressioni più o meno positive di quello che leggo, ma rinuncio ad arrampicarmi sugli specchi a trovare parole vuote se un libro non mi piace. Non c’è oggettività in un giudizio del tutto personale qual è quello di un lettore…

    1. grazie! è bello che ci sia qualcuno che la pensa come me. Io vorrei accedere alla rete e trovare consigli di libri belli non sterili polemiche di libri brutti…Mi aiutano a trovare qualcosa da leggere? no. Fanno solo pubblicità a un brutto prodotto: io credo sia meglio non parlarne e sono contenta che anche tu sia d’accordo con me. 🙂

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