Traduzione: Laura Ferloni
Revisione di Anna Pensante
pp. 112
ISBN: 9788879846349

Murasaki Shikibu è la celebre autrice del Genji monogatari, uno dei più grandi romanzi della letteratura mondiale, considerato da molti critici il primo vero romanzo psicologico della storia. Ora, io sono una persona onesta con se stessa e so perfettamente che non ho tempo per leggere le 1200 pagine dell’opera principale Genji monogatari, per cui ho preferito iniziare a leggere Murasaki Shikibu in Memorie di corte, un pregevole libro di centododici pagine e non ho sbagliato. Questo breve diario, anzi, un frammentario che riguarda solo gli anni dal 1008 al 1010, sia stato anche una raccolta di note prese per essere usate nella composizione del ben più famoso romanzo.
Le cose che mi sono piaciute in questa descrizione della vita a corte, una corte imperiale dell’anno 1000, in Giappone, sono, in primo luogo, le magnifiche descrizioni della natura, per esempio “la notte è profonda, la luna scompare tra le nuvole e le tenebre si diffondono sotto gli alberi” (p.14), oppure “guardo il giardino, nell’ora in cui la rugiada tarda a svanire nella nebbia leggera dell’alba” (p.15), “Sulla sabbia bianca del giardino le figure e i visi che riflettono il chiaro di luna hanno un aspetto piacevole” (p.36), “si cercano dappertutto i più bei cespugli di crisantemi, vederli tra i veli di nebbia mattutina dà la sensazione che possano rinviare la vecchiaia.”, “il ruscello mantenuto con cura scorre allegramente e delle piccole onde increspano come rughe su un volto l’acqua dello stagno.” (p.48).

L’occhio acuto con cui Murasaki Shikibu in Memorie di corte guarda la natura umana e con cui descrive le persone intorno a lei, ovvero l’introspezione psicologica, che rende questa misteriosa scrittrice, la prima autrice al mondo di un romanzo psicologico. Ecco alcune cose che scrive: “anche le persone che avevano delle preoccupazioni segrete ne erano distratte grazie all’allegria generale” (p.26), “è buffo constatare come persone della stessa età abbiano compiuto le stesse scelte. Si vedeva chiaramente che nessuna di loro voleva essere da meno rispetto alle altre.” (p.30); “le due dame si muovono come in un sogno, talmente flessuose e ondeggianti che le loro movenze e le loro vesti fanno pensare a delle giovinette che, come dicevo, discendono dal cielo.” (p.44), “è sufficiente che qualcuno mi dimostri un minimo di simpatia, mi rivolga la più insignificante delle parole gentili o che sappia trovare una parola amica adatta alla circostanza, perchè mi senta un po’ in confidenza e questo ben testimonia la portata del mio smarrimento.” (p.59) Ora, pensate che questa scrittrice sta scrivendo 300 anni prima che Dante scriva la Divina Commedia, per esempio “La gloria di colui che tutto move per l’universo penetra, e risplende in una parte più e meno altrove.”
Infine è molto interessante, anche per la persona non esperta, come me, la descrizione della vita di corte alla corte imperiale giapponese dell’anno mille: ci sono sontuose descrizioni di vestiti, cerimoniali, si scopre che la corte vive soprattutto di notte, in un susseguirsi di cerimonie, incontri, banchetti…
Ho iniziato l’anno con un libro evocativo di memorie, codici arcaici, civiltà perdute e leggendo per la prima volta la misteriosa scrittrice giapponese che ha conquistato il mondo con la sua leggiadra penna.
alla prossima recensione,
Alessandra