Alessandra Pagani

Intervista uscita su www.letture.org

Prof.ssa Alessandra Pagani, Lei è autrice del libro Manuale di editoria universitaria. Progettare percorsi per l’apprendimento pubblicato da Editrice Bibliografica. Il libro universitario costituisce un prodotto peculiare: quali specificità lo contraddistinguono dagli altri libri?

Manuale di editoria universitaria. Progettare percorsi per l’apprendimento, Alessandra Pagani

L’editoria accademica è un terreno in cui il confine tra il libro dedicato ai soli studiosi, il manuale didattico, il libro professionale e il libro per un pubblico più ampio è incerto. Nel Manuale di editoria universitaria ho tratteggiato, brevemente, il settore della manualistica, ossia della progettazione dei percorsi di apprendimento, siano essi libri didattici, oppure corsi online, in e-learning.

Il libro è frutto della mia esperienza professionale: ho lavorato per più di 10 anni per uno dei pochi editori, che in Italia, propongono un catalogo di manualistica rivolta esclusivamente al mercato universitario. Nel nostro paese è molto più comune che alcuni editori generalisti si impegnino sul doppio e triplo fronte della saggistica di qualità, della letteratura professionale e anche del manuale universitario ma è più difficile trovare un editore impegnato esclusivamente nella manualistica universitaria. Dal mio punto di vista privilegiato ho potuto approfondire meglio cosa significhi progettare un prodotto dedicato esclusivamente alle esigenze di docenti universitari.

In Italia lo sviluppo del manuale universitario è andato di pari passo con l’istituzionalizzazione del sistema scolastico italiano: i manuali sono il prodotto principale per la didattica tradizionale. Nella sua fisicità, ossia nell’essere un oggetto libro, il manuale permette al nostro cervello di sfruttare meccanismi di ricorsività, ossia lo sfogliare le pagine avanti e indietro, funzionali alla memorizzazione a lungo termine di concetti e teorie. Inoltre la progettazione di un corpus didattico di esercizi, esercitazioni e altro permette di applicare alla realtà concetti che rimarrebbero altresì astratti. Il manuale sfrutta le potenzialità dell’oggetto libro la capacità di organizzare e spiegare i contenuti complessi in un discorso argomentativo uniforme.

Il manuale, inoltre, offre un percorso di riferimento conforme alle indicazioni dei programmi ministeriali e fornisce un’esposizione verificata e autorevole. Quest’ultimo aspetto assume importanza crescente nella nostra società interconnessa dove distinguere una notizia falsa (fake news) da una notizia verificata è sempre più complesso. Oggi il manuale cartaceo acquista un’importanza ancora maggiore rispetto al passato perché le fonti su cui si basano i concetti sono state verificate più volte sia dall’autore che dalla squadra editoriale.

La sempre maggiore digitalizzazione ha moltiplicato la richiesta di strumenti ad hoc, come e-book, corsi online, video lezioni o podcast: quali difficoltà presenta la gestione di tali progetti?
Il cambiamento che si sta verificando negli ultimi anni, ossia da quando la cultura digitale è diventata predominante, è il tentativo di alcuni editori di integrare nel manuale strumenti didattici digitali e interattivi. Già prima della pandemia in molti manuali tradotti da cataloghi inglesi o americani si trovavano riferimenti a video, immagini, audio, pensati per arricchire l’esperienza di studio e coinvolgere gli studenti nell’apprendimento. La difficoltà di gestione dei progetti è nell’adattamento e nella localizzazione dei contenuti provenienti dal mondo anglosassone: in parole povere significa che un video pensato per il pubblico di studenti universitari americani può non essere significativo per i nostri ragazzi italiani perché non rappresenta davvero la nostra realtà e magari non si riferisce alla vita che conduciamo. Realizzare ebook, corsi online, video o podcast da zero comporta sforzi economici, gestionali e di acquisizione di nuove competenze da parte dell’editore.

Quali nuove sfide presenta la didattica online?
La premessa è doverosa: la didattica online cui stiamo assistendo in questo strano anno è una didattica di emergenza. Ha avuto la caratteristica dell’improvvisazione e della buona volontà di docenti e studenti universitari che hanno fatto il possibile per non perdere lezioni e formazione. In pratica abbiamo assistito alla trasposizione online della didattica in aula, con tutti i limiti di questo modello. La didattica online, intesa come e-learning, è qualcosa di molto diverso da quello che stiamo sperimentando. In primo luogo è progettata a monte per essere fruita esclusivamente online e inoltre vuole far sì che lo studente sia un active knowledge maker, ossia un produttore attivo di conoscenza, secondo la definizione dei miei docenti di Learning Design: Bill Cope, professore ordinario di didattica, e Mary Kalantzis, che è stata, fino al 2016, il dean dell’Università dell’Illinois.

Il ruolo dello studente diventa quello del co-creatore di conoscenza: è invitato a discernere tra le fonti, a scoprire navigando su internet, a produrre contenuti (ricerche, lavori di gruppo etc). Inoltre l’alfabetizzazione della classe e-learning è estesa a diversi media: la conoscenza è rappresentata in modo multi-modale. Una classe in e-learning utilizza molto i feedback tra pari, l’intelligenza collaborativa, inoltre propone un lavoro di meta-cognizione agli studenti che devono imparare a conoscere il proprio processo di apprendimento e devono essere in grado di capire se hanno imparato abbastanza oppure no. Infine uno degli aspetti più immediati è il fatto che si possa apprendere ovunque: saltano i limiti fisici della classe e dell’orario di lezione e si può studiare ovunque, ad ogni ora. Uno degli aspetti ancora meno sfruttato dell’e-learning è l’apprendimento differenziato. L’obiettivo di una classe in e-learning non è bocciare qualcuno e promuovere un esiguo gruppo di studenti ma è quello di far arrivare tutti gli studenti allo stesso livello di conoscenza, per questo è importante differenziare la didattica e cercare di soddisfare i bisogni di apprendimento di tutti.

Quali diverse fasi caratterizzano la realizzazione di contenuti e progetti didattici?
Le fasi di realizzazione dei contenuti e dei progetti didattici possono essere sintetizzate in cinque fasi. L’analisi, ossia una prima fase preliminare di scoperta dei bisogni educativi e dei requisiti del progetto richiesti e anche un’analisi di mercato e della concorrenza per capire se esistono già prodotti simili. Una seconda fase di progettazione del contenuto dove si va dalla progettazione della mappa concettuale agli obiettivi di apprendimento, al corredo pedagogico richiesto. Se è un progetto cartaceo si fa un timone ossia una rappresentazione di ciò che sarà in ogni pagina. Poi si passa alla fase dello sviluppo, ossia quella in cui si passa dal manoscritto al pdf di stampa, per poi passare alla fase di implementazione (la stampa cartacea o la pubblicazione online) e alla fase di valutazione. Quest’ultima fase è la più sottovalutata e secondo me invece è una delle più importanti: si tratta di ascoltare tutto ciò che dicono le persone che leggono il libro oppure usufruiscono del corso online. Si tratta di capire quali sono le loro recensioni, i suggerimenti, opinioni e esperienza.

Quali suggerimenti possono accompagnare la progettazione e la realizzazione di percorsi per l’apprendimento universitario?
Progettare un adeguato equilibrio tra momenti di partecipazione attiva degli studenti e altri più legati alla figura del docente, ampliare il livello di difficoltà e approfondimento di esercizi ed esercitazioni così che ogni studente possa procedere alla propria velocità e possa raggiungere gli obiettivi di apprendimento. Mescolare diversi media: video, audio, testo scritto non per un puro uso estetico ma per favorire l’attenzione e la memorizzazione dei concetti. Inoltre gli studenti universitari con Bisogni Educativi Speciali sono quasi triplicati nel corso degli ultimi cinque anni accademici e anche il numero di iscritti affetti da disturbi specifici dell’apprendimento (D.S.A) è attualmente in crescita: questi studenti necessitano di tutta l’attenzione possibile.

Alessandra Pagani si occupa di progettazione, coordinamento, supervisione e realizzazione di contenuti e progetti didattici, sia cartacei sia digitali, per l’università e la formazione accademica. Ha lavorato dal 2008 al 2020 per l’editore McGraw-Hill Education e dal 2016 insegna Progettazione al master Professione editoria cartacea e digitale e al master Booktelling comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2020 conduce Stranger Books, programma radio di libri, tecnologia e didattica su RadioActiva.

Alessandra Pagani si occupa di progettazione, coordinamento, supervisione e realizzazione di contenuti e progetti didattici, sia cartacei sia digitali, per l’università e la formazione accademica. Ha lavorato dal 2008 al 2020 per l’editore McGraw-Hill Education. Da gennaio 2021 è l’editor della collana Trattati e Manuali di Vita e Pensiero Editrice, casa editrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2016 al 2021 ha insegnato il proprio lavoro al master Professione editoria cartacea e digitale e al master Booktelling comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È autrice di Manuale di editoria universitaria, Progettare contenuti per l’apprendimento, Editrice Bibliografica, 2020. Coordina le attività di promozione alla lettura del sito www.unalettrice.org, come Geranio, il gruppo di lettura mensile e virtuale. È autrice del podcast Voci dall’Italia, podcast nato durante il primo lockdown di marzo 2020 come proposta di Simona Scravaglieri e del gruppo di lettura Casa Sirio editore e andato in onda ogni giorno per cento giorni. Dal 2020 al 2021 ha scritto e condotto Stranger Books, programma radiofonico di libri, tecnologia e didattica su RadioActiva.

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