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Venerdì 10 febbraio sono stata invitata (“con i principali blogger letterari” come ha scritto Mattia su Criticaletteraria) alla Fondazione Feltrinelli di via Pasubio, Milano per incontrare lo scrittore Lorenzo Marone e prendere un aperitivo in compagnia. Marone ha presentato il suo ultimo romanzo, Magari domani resto, in uscita in questi giorni per Feltrinelli. Qui potete vedere la diretta video, mentre a seguire potete leggere la mia recensione.
“Si chiama “freva”, ed è quel particolare sentimento tutto partenopeo con il quale si descrive una sensazione di malessere che non è solo e semplicemente, come da traduzione, febbre, ma qualcosa di più violento e viscerale. Come tutti i sentimenti, anche la freva è difficile da spiegare, bisogna provarla sulla propria pelle. Allora ho pensato di fare così: illustro la causa scatenante che ha prodotto in me il sopravvenire di questa maledetta sensazione con la quale convivo spesso, ché di mio sono già abbastanza frevaiola.”
Un romanzo napoletano e musicale
Ho amato la musicalità del romanzo Magari domani resto, di Lorenzo Marone, Feltrinelli,2017. L’acuto di Pino Daniele, autore amato dallo scrittore, risuona nelle citazioni del libro, le canzoni neo melodiche che strillano dalle finestre aperte nei vicoli dei Quartieri Spagnoli, il napoletano, lingua madre dei quartieri, presente in ogni pagina, con gli accenti spostati verso la fine della parola che ti fanno mormorare tra le labbra “virùùss”, “kevìììn” l’abbaiare festoso di un bassotto Alleria, e la voce della protagonista, Luce di Notte, giovane avvocato partenopeo, una donna non convenzionale per Napoli i capelli rasati a zero, gli anfibi e i jeans strappati: forse lei non urla, ma di sicuro non sussurra…
“Ma neanche se gli fosse esploso il cuore sarei arretrata. Per fortuna fu lui a fare un passo indietro, perché decise di buttarla sullo scherzo; sempre meglio che affrontare una ragazza nevrotica alla quale piace giocare a fare la vaiassa! Scoppiò a ridere e se ne uscì con questa frase:“Mamma mia, avvocato Di Notte, e comme sì pesante! Steve pazziann’!” e alzò le mani in segno di resa.”
Protagonisti sono gli onesti, coloro che vengono sempre dimenticati
Marone sceglie come protagonisti del suo romanzo coloro vengono sempre dimenticati: onesti cittadini comuni, che lottano per avere la propria vita senza farsi contagiare dalla criminalità, armati solo di ironia e filosofia e di uno spirito combattivo. Protagonista è Luce di Notte, donna combattiva che cerca di vivere in modo onesto in un quartiere dove la criminalità te la ritrovi in casa, non sai neanche come, come le note di una canzone neo melodica che ti raggiungono, da una finestra aperta. Un giorno a Luce viene assegnata una causa per l’affidamento di un minore, e qualcosa inizia a cambiare. All’improvviso, nella sua vita entrano un bambino saggio e molto speciale, un artista di strada giramondo e una rondine che non ha nessuna intenzione di migrare. La causa di affidamento nasconde molte ombre, ma forse è l’occasione per sciogliere nodi del passato.
Restare o andare?
Stremati dalla vita quando non sanno più a che santo votarsi, quando anche l’ironia e la filosofia o un buon piatto di pasta, non sembrano sufficienti, eccoli, gli onesti protagonisti, che si fanno la fatidica domanda: “resto o vado”? Non c’è nella scrittura di Marone lo strappo del cuore, la nostalgia dell’emigrante, il dubbio dura il tempo pigro di dirsi“magari domani resto”, per poi bere un altro caffè e, alzando lo sguardo, cercare un fatto che ci stupisca nella realtà, come una rondine che non vuole andare via.