In questi giorni è molto comune su Internet questo test che misura quale parte del cervello usiamo di più. Questo è il mio risultato: come si nota uso al 56% la parte di creatività, caos, intuizione, curiosità e al 44% strategia, razionalità, logica. (Se volete fare il test cliccate qui) . Il test mi dice “congratulazioni, usi il tuo cervello in egual misura”. Non sono così convinta che sia un vantaggio, l’emisfero destro è stato chiamato dai neurologi “emisfero minore”…
Negli anni 80, Oliver Sacks, un neurologo scrisse: « Una ragione importante di questa relativa indifferenza per l’emisfero destro o « minore », come è sempre chiamato, è che mentre gli effetti di lesioni variamente localizzate nella parte sinistra sono facilmente dimostrabili, le corrispondenti sindromi dell’emisfero destro appaiono molto meno distinte. […] D’altro lato, è l’emisfero destro che è preposto alla cruciale funzione del riconoscimento della realtà, capacità che ogni creatura umana deve avere per sopravvivere.» Il libro che ho letto in questi giorni, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, è una divertente raccolta di saggi scritta dal neurologo Oliver Sacks.
I casi riportati dall’autore hanno la particolarità di essere generati, nella maggior parte dei casi, da lesioni all’emisfero destro del cervello, queste, producono comportamenti imprevedibili e sconcertanti. Il dottore ne parla, con grande attenzione umana nei confronti dei pazienti. Il testo mescola un rigore clinico (ho imparato la parola propriocezione, leggendolo!) sempre accessibile anche a tutti coloro che non sanno niente di neurologia, e una grande attenzione umana per i pazienti. Si legge come un libro di racconti: le storie, ambientate nell’America del 1985, nei vari ospedali e case di cura in cui Sacks lavorava, coinvolgono dal punto di vista umano. Il medico infatti mescola il racconto delle vite dei pazienti – le storie sono raccontate con un pizzico di umorismo, perché alcune lesioni conducono a comportamenti davvero bizzarri – e riflessioni filosofiche e umane che evidenziano come tra una persona sana e una malato di mente intercorra spesso una differenza di pochi millimetri di tessuto cerebrale lesionato o integro.
Se al lettore scapperà un sorriso non sarà di scherno per le disgrazie altrui, sarà un sorriso di complicità: la vita cambia in un momento, e quel che oggi è capitato a te, domani, forse, chissà in che modo, a me.
Gioacchina
66 % destro 34% sinistro