«Un’affascinante analisi della nostra società patologicamente abitudinaria. Fumiamo, controlliamo i nostri BlackBerry, scegliamo partner sbagliati, rifacciamo sempre (o mai) il letto. Duhigg scava nel perché agiamo in questo modo e mostra come possiamo cambiare, come individui e come istituzioni»
[The Daily]
“Oggi sappiamo perché le abitudini insorgono, come cambiano, e quali sono le ragioni scientifiche dietro i loro meccanismi. Sappiamo come scomporle in più parti per ricostruirle esattamente come le desideriamo. Sappiamo come fare perché le persone mangino di meno, facciano più esercizio, lavorino in maniera più efficiente e conducano una vita più sana. Trasformare un’abitudine non è necessariamente semplice o veloce. E non è sempre facile. Ma è possibile. E capiremo come.”
L’autore ritiene che le abitudini abbiano il potere di generare comportamenti virtuosi, il libro infatti, racconta casi aziendali e personali spiegando come si formano le abitudini nel cervello, come sedimentano nelle persone, nelle aziende e nelle collettività producendo comportamenti virtuosi – come la riduzione degli incidenti sul lavoro o le vittorie di Micheal Phelps, o dannosi.
Il libro ricostruisce, ad esempio, la vicenda di Rosa Parks, che, rifiutandosi di alzarsi per far sedere un bianco, come era abitudine sugli autobus di Montgomery, generò un boicottaggio che fu nel 1955 l’inizio della lotta per i diritti civili degli afroamericani. Ruppe un abitudine e generò un cambiamento. Un’abitudine è un comportamento ripetuto. Ne abbiamo migliaia, ogni giorno, e attraverso le nostre abitudini costruiamo la nostra personalità, la nostra salute, le nostre relazioni, la nostra vita. Il titolo originale dell’opera è The power of habits, ossia il potere delle abitudini. In italiano la traduzione La dittatura delle abitudini pone l’accento più sul ruolo coercitivo che hanno le abitudini nella nostra vita che non sul potenziale di miglioramento.
La dittatura delle abitudini non è un manuale di self-help, come scrivono i nostri informatissimi giornalisti italiani, ma è un saggio. Dedica, infatti, solo 10 pagine su come cambiare le proprie abitudini, mentre un manuale di self help dedica tutte le pagine disponibili a indicare come migliorarsi. Il libro è invece un saggio che racconta attraverso i comportamenti di grandi aziende o attraverso casi di persone famose come l’abitudini condizionino il successo.
L’autore, un reporter del New York Times, è stato inviato di guerra in Iraq e proprio lì è nato il suo interesse per lo studio delle abitudini. A Baghdad ha preso parte a un esperimento che ha provato come, cambiando le abitudini dei cittadini, è possibile gestire le rivolte di piazza.
michiamoblogjamesblog
ma siamo matti!!
Mai cambiarle le abitudini…mai!!
Una lettrice
perchè?
michiamoblogjamesblog
sono così rassicuranti…
giorgio
Abituarsi a nuove abitudini? Non sono abituato! Scherzi a parte, interessante lettura, ai limiti della psicanalisi (o forse oltre)…
Una lettrice
ma non è psicanalitico! il problema di questo libro è che secondo me non si riesce a spiegare che è piacevole come un romanzo: ogni capitolo una storia.
giorgio
Ok, ti credo. Meglio così perché l’analista ce l’ho già e, se mi conosci un pochino, sai che preferisco i romanzi. Mi metto in cerca. Saggio romanzato, not bad!
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