
Famoso per la sua fama di lettore insoddisfatto e perennemente scontento Pinuzzo ha apprezzato pochi autori. Il suo blog si chiama I fiori del peggio e già il nome vi fa capire che siamo di fronte a un lettore difficile. Nonostante questo troverete un paio di #LIBRIBELLI anche in questa intervista: non gliel’ho chiesto direttamente ma …l’ho spuntata anche questa volta!
1- Qual è stato il primo libro che hai letto e cosa ti ricordi della tua prima esperienza di lettura?
Sembrerà strano, ma non ricordo qual è stato il primo libro che ho letto. Sicuramente uno dei classici della letteratura d’avventura in versione ridotta che facevano parte di quelle splendide collane per ragazzi della Bietti o dell’AMZ o di altri editori ormai probabilmente scomparsi. La “folgorazione” sulla via della lettura risale più o meno a quando avevo quindici anni e, su consiglio di un amico, lessi “I Buddenbrook”. Mi prese talmente tanto che leggevo fino a notte fonda, nonostante la sveglia alle sette e mezza. Dopo quel libro ho cominciato ad acquistare tutto Mann, e poi Pirandello, Dostoevskij e così via. Ovviamente allora le mie disponibilità economiche erano limitate, così acquistavo solo edizioni economiche (Oscar Mondadori e Grandi Libri Garzanti su tutti) stando attentissimo a leggerle senza rovinarne il dorso (impresa in alcuni casi tutt’altro che facile!) per evitare che si staccassero le pagine. Una delle mie paranoie da lettore.
2-Se leggi il mio blog forse ricorderai un post in cui parlavo dei Librocubicolaristi: cioè quelli che leggono a letto (come me). Qual è il posto in cui leggi con più soddisfazione e perché?
Sicuramente il letto anche se, da quando devo scrivere le recensioni per il blog, la situazione logistica si è un po’ complicata e devo avere vicino un quaderno per appunti (e spunti) con annessa matita per segnare (con estrema leggerezza!) i passi che più mi hanno colpito. In alternativa divano o poltrona. Non riesco a leggere ovunque e, da qualche tempo anche un leggero sottofondo musicale mi dà fastidio: ho bisogno di stare comodo, di tranquillità e di silenzio.
3 Sei conosciuto come Stronkman. Onora questa tua reputazione citando 5 libri brutti, ma così brutti, che nessuno dovrebbe leggerli nemmeno sotto tortura.
In realtà sono pochi i libri che considero davvero illeggibili. La mia cinquina potrebbe essere questa:


“Va dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro. Lo comprai per curiosità dopo molti mesi che era primo nella classifica delle vendite. Un libro di una banalità sconcertante, furbetto, irritante nella sua pochezza. Sono convinto che debba il suo successo al fatto che è un libro per “non lettori” e che era abbastanza maneggevole da poter essere letto ovunque.
“L’Alchimista” di Paulo Coelho. Me l’hanno regalato e l’ho letto. Qualsiasi commento sull’assoluta vacuità del brasiliano è superfluo. Il fatto che venda così tanto è uno dei segni dell’imminente Apocalisse.

“I ponti di Madison County” di Robert J. Waller. Un libro così sdolcinato e melenso che per un periodo ho dovuto usare l’insulina per riportare la glicemia nella norma. Solo un genio come Clint Eastwood poteva tirarci fuori un film così secco ed essenziale. Uno dei pochi casi in cui il film è incomparabilmente superiore al libro.

“Tre volte all’alba” di Alessandro Baricco. Anche qui un regalo. Ormai alle bariccate che spalmano quattromila caratteri su centocinquanta pagine siamo abituati. Dopo aver letto abbastanza (forse troppo) di Baricco ho coniato una particolare categoria di scrittori di cui il torinese è il caposcuola: quelli che sanno scrivere, ma non sanno “cosa” scrivere.
Che ne pensate delle StroKature di StronKman?
Trovate qui le altre interviste ai lettori
Stefano
Assolutamente d’accordo su Tamaro che non ho mai voluto comprare e mai leggerò nemmeno sotto tortura, appunto, e su Coelho e su Baricco che tolto alcuni bei libri non sa proprio più cosa scrivere!
La stroncatura è un arte “dovutissima” e fa piacere trovare un così attento interprete!!
Ophelinha
sono completamente d’accordo su Coelho e la Tamaro (anche se Coelho ha fatto ben di peggio, tipo Undici minuti).
Invece a me i Ponti di Madison County e’ piaciuto (ma io sono una di quelle romantico-decadenti in via d’estinzione)
🙂
Francesco Vitellini
Mancano Fabio Volo e Gramellini, per me rispettivamente n° 1 e 2 nella classifica della banalità…
Amina Sabatini (@amisaba)
Concordo con Ophelia su Coelho che ha fa fatto ben di peggio ad esempio con Veronika decide di morire! Per la Tamaro ho paura di pensarla come voi senza averla letta; però non vale, dovrei leggerla prima di giudicare. I ‘Ponti’ non l’ho letto ma quoto il film bellissimo. Sarà la stessa cosa che succederà al Bambino indaco? 😉 Scusate ma il libro a me non è piaciuto; spero ci sia più mordente nel film. Chiusa parentesi.Tre volte all’alba commercialissimo ma a a me Baricco piace. A quanto pare Moresco non lo conosco poichè ho letto solo Fiaba d’Amor e mi è piaciuto molto. Essere folgorati da I Buddenbrook è tanta roba, complimenti!
Amina Sabatini (@amisaba)
*Ophelinha 🙂
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patrick
Su Moresco ho qualche dubbio e mi sorprende un po’. Dei ‘Canti del caos’ lessi le prime 30 pagine praticamente trattenendo il respiro. Non riuscivo a smettere. Poi non l’ho più ripreso in mano. intimorito dall’impresa di iniziarlo davvero.
Una lettrice
Io ho letto tutti i canti del caos, è un libro senz’altro impegnativo. Antonio Moresco passeggia spesso di notte per Milano, lo incontri in giro, in metropolitana.