Gli autori del Self Publishing
Non leggo gli autori che si autopubblicano, per un semplice motivo: nessuno di loro è mai riuscito a incuriosirmi nelle presentazioni che mi mandano via e-mail (alessandra.pagani AT gmail.com) oppure sulla pagina Facebook (https://www.facebook.com/1lettrice/). Però, prima o poi doveva succedere.
Mi ha scritto lei Snee Dronningen. Anche questa volta non ho letto il libro ma sono rimasta colpita da un dettaglio – non sono sempre i dettagli che ci colpiscono? – e ho deciso di intervistare la scrittrice. (Attenzione attenzione: chi scopre il dettaglio di questa email vince un’intervista su questo blog!)
Ecco la mail che ho ricevuto:
Ciao,
se non ti dispiace ti do del tu.
Mi chiamo ******** Scrivo da sempre, gestisco un blog di racconti brevi che scrivo di tanto in tanto per divertimento e di recensioni a tema fantasy/fantascienza.
La forma-racconto tuttavia mi si addice poco, diciamo che sono piuttosto prolissa. Di recente ho pubblicato (in Self Publishing ) il romanzo che mi è costato otto anni di fatica, tra stesura e revisione. Si tratta di un fantasy: lungo è lungo, ma nei fantasy capita.
Se ti potesse interessare segnalarlo, leggerlo o recensirlo, posso farti avere l’epub. Il link per trovarlo, in cartaceo e in ebook. su Amazon, è http://www.amazon.it/Lo-scrigno-Adymair-saga-completa/dp/1530433584/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1458805769&sr=8-1&keywords=lo+scrigno+di+adymair.
In copertina c’è scritto Snee Dronningen perché è lo pseudonimo con il quale scrivo sul mio blog, www.sanguedinchiostro.it, e sulla mia pagina FB https://www.facebook.com/sanguedinchiostro.it/.
Grazie mille per l’attenzione!
PS. Superfluo dire che l’epub è gratuito per chi è interessato a fare una recensione; ovviamente, dietro promessa di non divulgarlo a terzi
Dieci domande a Snee Dronningen
Carissima Snee Dronningen sei una scrittrice e dici di essere prolissa. Bene, oggi ti faccio fare un esercizio di scrittura davanti ai miei lettori. Facciamo un esercizio che mi hanno insegnato in un corso di scrittura all’università: trasformare un testo lungo in uno corto e viceversa. Nel nostro caso ogni risposta non potrà essere più lunga di circa 150 parole, in bocca al lupo!
Questa è l’intervista, nel testo troverete i miei –cattivissimi! – commenti, la prima volta ho scritto NotediUnalettrice, poi troverete i miei commenti in corsivo, nel testo.
- Ho letto la scheda di presentazione del romanzo che mi hai mandato e …non ho capito! Abbi pazienza con me e presenta il tuo romanzo Lo Scrigno di Adamar , ossia riassumi la trama in 150 parole al massimo, per i miei lettori, senza svelare il finale e concentrandoti su ciò che accade (no sentimenti, solo avvenimenti: è quella la trama).
L’ambientazione è fantasy “tradizionale”; nobili e non, ricchi e non, maghi, dotati di potere (per nascita) e in grado di utilizzarlo in seguito a costosi studi.(NotediUnalettrice: ok, si è ispirata ad Harry Potter? per fantasy intende magia?) Un mondo caratterizzato da privilegi. (allora non è fantasy, è cronaca di vita moderna!) Qui nasce la Confraternita, setta filosofica che trae ispirazione da precetti redatti in epoca antichissima sotto forma di ideogrammi, eppure assolutamente moderna. Ha fede nel progresso umano tramite scienza e tecnologia (ha inventato occhiali e cannocchiale, e altro…) (tecnologia = cannocchiale? Ma in che epoca siamo? ) . Le sue istanze sono rivoluzionarie: redistribuzione delle ricchezze,(Marx non era ancora nato, evidentemente) abolizione della magia… (ah, no, siamo prima del 1600 e della caccia alle streghe?) Non sorprende quando un membro dell’ordine viene assassinato, sotto gli occhi di due sorelle che passavano per caso. Finché non si scopre che l’omicidio non è il gesto di un oppositore politico. La vittima studiava gli antichi ideogrammi (spero che sia ambientato in Giappone o Cina e che ci siano spiegazioni plausibili) e aveva scoperto l’esistenza di un oggetto straordinariamente potente: lo Scrigno di Adymair. Allora si scatena la lotta, tra forze molteplici, per trovarlo e appropriarsene. Con ogni mezzo.
- Di che genere è il romanzo? nella presentazione dici che è un fantasy ma che non è un fantasy. È o non è un fantasy? Perchè ?
Molto meglio di me (e con più parole a disposizione) (NDUnalettrice: noto una leggera vena polemica da parte della nostra Snee!) George R. R. Martin ha spiegato come i generi letterari siano una semplificazione più che una effettiva realtà intrinseca alle storie Io ci credo. (NDUnalettrice: meno male altrimenti sai che guaio per docenti universitari, critici letterari e un intero mondo accademico dedicato a questo?) Il mio libro è un fantasy nella misura in cui è ambientato in un mondo secondario (ma cosa vuol dire!) (cosa che, del resto, di rado avviene nel fantasy moderno) nel quale esiste la magia. (Ma dove vivono questi protagonisti? Boh, continua a non dirlo) Molti amanti del fantasy lo hanno apprezzato. Molti detrattori del fantasy lo hanno apprezzato ugualmente, e sono stati loro a dirmi (come complimento, credo) che “non è veramente un fantasy”. (perchè scrivi un fantasy per farti dire che non è verqamente un fantasy! siii orgogliosa di te, ragazza!) Credo che si riferiscano al fatto che presenta caratteristiche che di rado si ritrovano in romanzi del genere: grande approfondimento psicologico, grande rilievo al background dei personaggi, grande spazio al dialogo e al confronto tra opinioni. Oltre, ovviamente, all’elemento tecnologia, che viene a collidere con l’idea di fantasy tradizionale.
- Da dove è nata l’idea del mondo fantastico in cui è ambientato il libro? Nota bene: io non ho letto il libro e non sono sicura che ci sia un mondo fantatisco, come il mondo del signore degli anelli o di harry potter a fare da sfondo al libro.
Mi sono divertita a partire da un fantasy assolutamente classico, quasi fiabesco, (ma come fiabesco! Ma dove è la parte fiabesca! Perchè non ne hai parlato prima?) e a introdurre delle novità che stridessero fortemente con il contesto, come un movimento rivoluzionario ed egualitario,(una cosa unica! Mai successa nella storia dell’umanità!) scoperte tecnologiche… Inoltre, al di là del “mondo base”, ovvero la regione dove inizia la storia, (evvai, finalmente scopriamo che questo famoso “mondo di base” è una regione in cui inizia la storai. Ma quindi si sarà immaginata un mondo come ha fatto Tolkien?) mi sono divertita a creare società alternative che saranno via via scoperte e che sono basate su presupposti molto diversi. Un esempio tra tutti, a Febe perchè mi cita Febe e Diarchia senza aver minimanete introdotto queste città? Regioni? Stati? Ma allora tutto sto lavoro sono solo nomi? Non c’è niente sotto? Non ci ha riflettuto!) esiste la Diarchia: ovvero, un sistema di governo in base al quale ogni nobile (ce ne sono dieci) ha al proprio servizio due maghi che gli sono legati da un obbligo di fedeltà. Il nobile sfrutta il potere dei maghi per imporsi sui deboli e per difendersi dagli altri nobili, e sfrutta la rivalità tra i maghi e la propria possibilità di concedere favori ora all’uno ora all’altro per mantenerli sotto controllo. Un po’ Divide et impera.(Domanda supplementare per la nostra autrice: dimmi che sai chi l’ha detto Divide et Impera, ti prego, ti prego, ti prego senza WIKI)
- Parliamo del processo creativo della scrittura del romanzo. Ci hai messo otto anni, il romanzo è lungo, sono circa 800 pagine ma mi chiedo perchè così tanto? Così tanto perchè non sapevi qual era la trama oppure perchè hai scritto e riscritto curando molto il lessico? O perchè non avevi tempo? Racconta, in massimo 150 parole, come mai hai impiegato così tanto tempo?
Allora, prima di tutto, sono una scrittrice lenta. Nel senso che, se da un lato batto ottantasei parole al minuto, dall’altro ne cancello il doppio. Se andate sul mio blog troverete un post sull’argomento, “Scrivere è come fare sesso”: mi piace indulgere nella scelta dei termini, cambiare l’ordine delle componenti di una frase, riscrivere, riformulare. Trovo che sia questo l’autentico piacere della scrittura, (non tutti i gusti sono uguali!) quello che anima coloro che possono definirsi a buon diritto scrittori (che poi siano bravi o meno): agli scrittori piace trascorrere tempo nel semplice atto dello scrivere. Poi, essendo un libro che ho iniziato da ragazzina, indubbiamente prima della revisione presentava dei punti di ridondanza e di eccessiva prolissità che andavano necessariamente tagliati. (io taglierei tutti questi avverbi inutili…) La revisione porta via ancora più tempo della scrittura, perché è molto difficile assumere il giusto distacco dalla materia.
- Qual è o quali sono i romanzi che hanno influenzato il tuo libro o da cui hai preso ispirazione? massimo 150 parole Se dovessi risponderti in totale sincerità, ti direi che non sento di essere stata ispirata o influenzata da alcun libro. Avendo sempre scritto, non penso che la fiaba in rima del gatto con gli stivali, il primo libro che io abbia mai letto prima di prendere la penna in mano, possa aver avuto alcuna ricaduta sulla mia produzione. Tuttavia, razionalmente parlando, è probabile che tutto ciò che ho letto mi abbia influenzata, ispirandomi o repellendomi, offrendomi modelli negativi o positivi.(in pratica questa SCRITTRICE ha letto solo il gatto con gli stivali e nient’altro…o molto molto poco…ok, carissima, se ero dispiaciuta di non aver letto il tuo libro, mi dispiace ma non lo sono più però ammetto che la copertina è davvero bella eccola qua: )
- Mentre scrivi e sei immersa in un processo creativo, musica sì o musica no? Silenzio intorno o folla? Racconta in 150 parole qual è per te l’ambiente migliore per scrivere.Quando scrivo, posso farlo assolutamente in qualunque contesto. Il problema è che poi sono talmente concentrata che basta il minimo rumore improvviso (qualcuno mi rivolge la parola, il telefono squilla) perché io faccia un salto al soffitto. Purtroppo al momento mi trovo in una fase di stasi creativa (sarà depressione post-partum?) quindi per me non esiste pace, né luogo dove scrivere in pace. In assoluto, se voglio costruire le condizioni ideali per scrivere, o una regola: musica allegra e superficiale se devo scrivere cose tristi, musica triste se devo scrivere cose allegre. Mi aiuta a non farmi risucchiare da ciò che sto facendo, e mi aiuta anche a mantenere un certo livello di connessione dello stato emotivo del lettore (che non è necessariamente triste quando legge quando legge qualcosa di triste, ma dovrebbe diventarlo). (aiuto! Consiglio la lettura di Virginia Woolf, Gita al Faro)
- Gli incipit sono la cosa più difficile e importante in ogni romanzo. Puoi copia incollare qui le prime 150 parole del tuo romanzo? Rannicchiata sullo sgabello, il volto premuto contro lo spiraglio delle imposte semichiuse, Ravendryl poteva ancora scorgere, all’orizzonte, il profilo incandescente delle Montagne Azzurre. (perchè quell’ancora messo lì? Quando Ravendryl non aveva potuto scorgere?perchè le montagne sono Incandescenti? Sono vulcaniche? )Ma in alto, più in alto, là dove in cielo era ormai notte, (più in alto, mi raccomando, eh) facevano già capolino le prime stelle. Si accendevano sotto gli occhi dell’elfa (ah, quindi è un’elfa! E perchè diamine nelle 6 domande precedenti non l’abbiamo mai saputo che ci sono gli elfi????) una dopo l’altra, lievi e lente come minuti. Anche le lune si rischiaravano pian piano.Lo sguardo di Ravendryl corse alla valle.La foresta di Ayunkhn era immersa nella quiete del tramonto. (ok, ci sono montagne, valle e foresta, ma non si capisce ancora dove siamo, in che anno siamo, di cosa parleremo…etc) Le foglie stavano ferme nell’aria ferma; (ferme nell’aria ferma?no dai.) scintillavano soltanto, lunghe scie dorate simili a quelle lasciate dal passaggio di una lumaca. (però prima dici che tanno ferme poi dici che strisciano come le lumache! Scrittrice, ogni parola ha un significato…) I passeri e i pettirossi riposavano già, mentre da qualche parte, tra le colline, si levava il rauco urlo del gufo.Forse quel maledetto giorno non sarebbe più trascorso.(ma come? Se è già quasi notte?Anzi no, è tramonto, ma notte, ma ci sono le lune, le stelle..) Se il sole fosse rimasto fermo dov’era, come una goccia d’acqua tremula appesa al vetro di una finestra: se il paesaggio…
- Presenterai o hai già presentato Lo Scrigno di Adymair ai lettori? O in biblioteca o in gruppi di lettura? Quando e dove?
Credo che se fossi brava nelle relazioni umane, difficilmente avrei scritto. Non ho assolutamente idea di da dove cominciare per imbastire una cosa del genere. E se state pensando: questa qui non arriverà da nessuna parte, probabilmente avete ragione. L’autopromozione è sicuramente qualcosa per cui sono negata. Approfitto di questa vetrina per invitare qualunque recensore o blogger a contattarmi liberamente: sarò solo grata! (estendo l’invito a tutti gli amanti degli avverbi, delle metafore e anche del fantasy che non è proprio fantasy)
- Come è stato questo esercizio del “esprimi un concetto in massimo 150 parole”? pensi ti sia stato utile per il tuo futuro da scrittrice?
Certo, qualsiasi esercizio di scrittura è utile, sempre. Anche al corso di scrittura che ho frequentato davano limiti di lunghezza; sono andata apposta per imparare a padroneggiare le forme brevi. (Inizia a tagliare via tutti gli avverbi e vedrai che da 800 diventa già 400 pagine il romanzo!)
- Tu ami leggere romanzi? Chi sono i tuoi scrittori preferiti?
Amo molto leggere romanzi. I miei scrittori di romanzi preferiti sono (in ordine alfabetico)(oh my God!) : Isabel Allende, Ludovico Ariosto, Jorge Luis Borges, Milan Kundera, Gabriel Garcia Marquez (non sempre), George R. R. Martin, Margaret Mitchell, Amélie Nothomb (non sempre), Oliver Sacks, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Menzione speciale per Arundhati Roy, che ha scritto solo un romanzo, bellissimo, “Il dio delle piccole cose”, (ne ha scritti circa quindici, alcuni dei quali sono tradotti in italiano per esempio ti consiglio di leggere La Fine delle Illusioni)
e per Alice Sebold, della quale ho apprezzato solo “Amabili Resti”.
(ma come mai tutta questa lettura non emerge nel testo che hai scritto? E perchè non leggi autori fantasy?)
Carissima, spero che il gioco delle 150 parole ti sia piaciuto: con la sintesi si impara ad essere precisi e a cercare nel vocabolario le parole appropriate per esprimere un concetto. Spero ti sia servito e spero che i miei lettori apprezzino e comprino Lo scrigno di Adymair
*Adymair 😉 Una volta ho fatto la sinossi completa (tutta la trama in ogni minimo dettaglio) in una sola pagina. Flirto con la sintesi, ma non riesco ad averci una relazione seria.
Bravissima, ma te lo ripeto: taglia gli avverbi. Sono inutili.
Intervista 2 con contro-commenti di Snee Dronningen
Alla fine cattiva non sono e ho mandato alla scrittrice i miei commenti per avvertirla del fatto che volevo stuzzicarla. Premetto che ammiro chi scrive un romanzo e quindi ho deciso di pubblicare le sue “contro-risposte” in grassetto. Alla fine ha vinto lei: questo è il post più lungo che io abbia mai pubblicato! ABBAASO LA PROLISSITA’!
- Ho letto la scheda di presentazione del romanzo che mi hai mandato e …non ho capito! Abbi pazienza con me e presenta il tuo romanzo Lo Scrigno di Adamar , ossia riassumi la trama in 150 parole al massimo, per i miei lettori, senza svelare il finale e concentrandoti su ciò che accade (no sentimenti, solo avvenimenti: è quella la trama).L’ambientazione è fantasy “tradizionale”; nobili e non, ricchi e non, maghi, dotati di potere (per nascita) e in grado di utilizzarlo in seguito a costosi studi.(NotediUnalettrice:ok, si è ispirata ad Harry Potter? per fantasy intende magia? No, intendo fiabesco) Un mondo caratterizzato da privilegi. (allora non è fantasy, è cronaca di vita moderna! Può darsi XD Sarà per questo che nessuno riesce a classificarlo?) Qui nasce la Confraternita, setta filosofica che trae ispirazione da precetti redatti in epoca antichissima sotto forma di ideogrammi, eppure assolutamente moderna. Ha fede nel progresso umano tramite scienza e tecnologia (ha inventato occhiali e cannocchiale, e altro…) (tecnologia = cannocchiale? Ma in che epoca siamo? Non siamo in nessuna epoca, dato che è un mondo alternativo) . Le sue istanze sono rivoluzionarie: redistribuzione delle ricchezze,(Marx non era ancora nato, evidentemente Non credo che nascerà in questo mondo, ma non chiudiamoci troppe porte) abolizione della magia… (ah, no, siamo prima del 1600 e della caccia alle streghe? Nel mondo alternativo la storia segue un corso, come dire?, alternativo) Non sorprende quando un membro dell’ordine viene assassinato, sotto gli occhi di due sorelle che passavano per caso. Finché non si scopre che l’omicidio non è il gesto di un oppositore politico. La vittima studiava gli antichi ideogrammi (spero che sia ambientato in Giappone o Cina e che ci siano spiegazioni plausibili E’ poche righe sopra: “la Confraternita, setta filosofica che trae ispirazione da precetti redatti in epoca antichissima sotto forma di ideogrammi”) e aveva scoperto l’esistenza di un oggetto straordinariamente potente: lo Scrigno di Adymair. Allora si scatena la lotta, tra forze molteplici, per trovarlo e appropriarsene. Con ogni mezzo.
- Di che genere è il romanzo? nella presentazione dici che è un fantasy ma che non è un fantasy. È o non è un fantasy? Perchè ?
Molto meglio di me (e con più parole a disposizione) (NDUnalettrice: noto una leggera vena polemica da parte della nostra Snee! Eh, un po’ sì) George R. R. Martin ha spiegato come i generi letterari siano una semplificazione più che una effettiva realtà intrinseca alle storie Io ci credo. (NDUnalettrice: meno male altrimenti sai che guaio per docenti universitari, critici letterari e un intero mondo accademico dedicato a questo? Una catastrofe) Il mio libro è un fantasy nella misura in cui è ambientato in un mondo secondario (ma cosa vuol dire! E’ un termine caratteristico della letteratura fantasy: mondo alternativo ti pare più chiaro?) (cosa che, del resto, di rado avviene nel fantasy moderno) nel quale esiste la magia. (Ma dove vivono questi protagonisti? Boh, continua a non dirlo Dove dovrebbero vivere? Nel loro mondo, come noi nel nostro) Molti amanti del fantasy lo hanno apprezzato. Molti detrattori del fantasy lo hanno apprezzato ugualmente, e sono stati loro a dirmi (come complimento, credo) che “non è veramente un fantasy”. (perchè scrivi un fantasy per farti dire che non è verqamente un fantasy! siii orgogliosa di te, ragazza! Lo sono, ma riporto i fatti) Credo che si riferiscano al fatto che presenta caratteristiche che di rado si ritrovano in romanzi del genere: grande approfondimento psicologico, grande rilievo al background dei personaggi, grande spazio al dialogo e al confronto tra opinioni. Oltre, ovviamente, all’elemento tecnologia, che viene a collidere con l’idea di fantasy tradizionale.
- Da dove è nata l’idea del mondo fantastico in cui è ambientato il libro? Nota bene: io non ho letto il libro e non sono sicura che ci sia un mondo fantatisco, come il mondo del signore degli anelli o di harry potter a fare da sfondo al libro.
Mi sono divertita a partire da un fantasy assolutamente classico, quasi fiabesco, (ma come fiabesco! Ma dove è la parte fiabesca! Perchè non ne hai parlato prima? Ehm… “finto medioevo… nobili… maghi?” Non evoca precisamente modernità e realismo) e a introdurre delle novità che stridessero fortemente con il contesto, come un movimento rivoluzionario ed egualitario,(una cosa unica! Mai successa nella storia dell’umanità! Non nei fantasy. Non mi pare che i nani di Tolkien si siano mai organizzati in un sindacato dei lavoratori nelle miniere) scoperte tecnologiche… Inoltre, al di là del “mondo base”, ovvero la regione dove inizia la storia, (evvai, finalmente scopriamo che questo famoso “mondo di base” è una regione in cui inizia la storai. Ma quindi si sarà immaginata un mondo come ha fatto Tolkien? Sì, perché questa è esattamente la definizione di mondo secondario) mi sono divertita a creare società alternative che saranno via via scoperte e che sono basate su presupposti molto diversi. Un esempio tra tutti, a Febe perchè mi cita Febe e Diarchia senza aver minimanete introdotto queste città? Regioni? Stati? Ma allora tutto sto lavoro sono solo nomi? Non c’è niente sotto? Non ci ha riflettuto! Leggilo e lo saprai) esiste la Diarchia: ovvero, un sistema di governo in base al quale ogni nobile (ce ne sono dieci) ha al proprio servizio due maghi che gli sono legati da un obbligo di fedeltà. Il nobile sfrutta il potere dei maghi per imporsi sui deboli e per difendersi dagli altri nobili, e sfrutta la rivalità tra i maghi e la propria possibilità di concedere favori ora all’uno ora all’altro per mantenerli sotto controllo. Un po’ Divide et impera.(Domanda supplementare per la nostra autrice: dimmi che sai chi l’ha detto Divide et Impera, ti prego, ti prego, ti prego senza WIKI. Machiavelli)
- Parliamo del processo creativo della scrittura del romanzo. Ci hai messo otto anni, il romanzo è lungo, sono circa 800 pagine ma mi chiedo perchè così tanto? Così tanto perchè non sapevi qual era la trama oppure perchè hai scritto e riscritto curando molto il lessico? O perchè non avevi tempo? Racconta, in massimo 150 parole, come mai hai impiegato così tanto tempo?
Allora, prima di tutto, sono una scrittrice lenta. Nel senso che, se da un lato batto ottantasei parole al minuto, dall’altro ne cancello il doppio. Se andate sul mio blog troverete un post sull’argomento, “Scrivere è come fare sesso”: mi piace indulgere nella scelta dei termini, cambiare l’ordine delle componenti di una frase, riscrivere, riformulare. Trovo che sia questo l’autentico piacere della scrittura, (non tutti i gusti sono uguali! Perciò ho detto “trovo”) quello che anima coloro che possono definirsi a buon diritto scrittori (che poi siano bravi o meno): agli scrittori piace trascorrere tempo nel semplice atto dello scrivere. Poi, essendo un libro che ho iniziato da ragazzina, indubbiamente prima della revisione presentava dei punti di ridondanza e di eccessiva prolissità che andavano necessariamente tagliati. (io taglierei tutti questi avverbi inutili… Prendo nota) La revisione porta via ancora più tempo della scrittura, perché è molto difficile assumere il giusto distacco dalla materia
5. Qual è o quali sono i romanzi che hanno influenzato il tuo libro o da cui hai preso ispirazione? massimo 150 parole Se dovessi risponderti in totale sincerità, ti direi che non sento di essere stata ispirata o influenzata da alcun libro. Avendo sempre scritto, non penso che la fiaba in rima del gatto con gli stivali, il primo libro che io abbia mai letto prima di prendere la penna in mano, possa aver avuto alcuna ricaduta sulla mia produzione. Tuttavia, razionalmente parlando, è probabile che tutto ciò che ho letto mi abbia influenzata, ispirandomi o repellendomi, offrendomi modelli negativi o positivi.(in pratica questa SCRITTRICE ha letto solo il gatto con gli stivali e nient’altro…o molto molto poco…ok, carissima, se ero dispiaciuta di non aver letto il tuo libro, mi dispiace ma non lo sono più. Esatto, dopo non ho letto più niente. La mia formazione si è conclusa perché mi sono sentita completa)
6. Mentre scrivi e sei immersa in un processo creativo, musica sì o musica no? Silenzio intorno o folla? Racconta in 150 parole qual è per te l’ambiente migliore per scrivere.Quando scrivo, posso farlo assolutamente in qualunque contesto. Il problema è che poi sono talmente concentrata che basta il minimo rumore improvviso (qualcuno mi rivolge la parola, il telefono squilla) perché io faccia un salto al soffitto. Purtroppo al momento mi trovo in una fase di stasi creativa (sarà depressione post-partum?) quindi per me non esiste pace, né luogo dove scrivere in pace. In assoluto, se voglio costruire le condizioni ideali per scrivere, o una regola: musica allegra e superficiale se devo scrivere cose tristi, musica triste se devo scrivere cose allegre. Mi aiuta a non farmi risucchiare da ciò che sto facendo, e mi aiuta anche a mantenere un certo livello di connessione dello stato emotivo del lettore (che non è necessariamente triste quando legge quando legge qualcosa di triste, ma dovrebbe diventarlo). (aiuto! Consiglio la lettura di Virginia Woolf, Gita al Faro. Recepisco il consiglio e dal canto mio consiglio la lettura del mio libro)
7.Gli incipit sono la cosa più difficile e importante in ogni romanzo. Puoi copia incollare qui le prime 150 parole del tuo romanzo?
Rannicchiata sullo sgabello, il volto premuto contro lo spiraglio delle imposte semichiuse, Ravendryl poteva ancora scorgere, all’orizzonte, il profilo incandescente delle Montagne Azzurre. (perchè quell’ancora messo lì?E’ una figura retorica: crea l’illusione che la storia prosegua, anziché cominciare. ) Quando Ravendryl non aveva potuto scorgere?Mai, o per lo meno non di recente, dato che poteva “ancora”. perchè le montagne sono Incandescenti? Sono vulcaniche? Ci sta, o magari è il loro colore. Vedi se esplodono e poi mi diciMa in alto, più in alto, là dove in cielo era ormai notte, (più in alto, mi raccomando, eh Avoglia!) facevano già capolino le prime stelle. Si accendevano sotto gli occhi dell’elfa (ah, quindi è un’elfa! E perchè diamine nelle 6 domande precedenti non l’abbiamo mai saputo che ci sono gli elfi???? Perché non ci stavano nelle 150 parole e perché non lo reputo un dettaglio rilevante. Sai quante altre cose ci sono in 776 pagine che mancano in 150 parole?) una dopo l’altra, lievi e lente come minuti. Anche le lune si rischiaravano pian piano. Lo sguardo di Ravendryl corse alla valle.La foresta di Ayunkhn era immersa nella quiete del tramonto. (ok, ci sono montagne, valle e foresta, ma non si capisce ancora dove siamo, in che anno siamo, di cosa parleremo…etc No, e non si capirà ancora per un bel po’. Non svelare tutto nelle prime 10 righe è un artificio letterario che ho appreso dal Gatto con gli stivali) Le foglie stavano ferme nell’aria ferma; (ferme nell’aria ferma?no dai. Fagli vento con la mano così si muovono) scintillavano soltanto, lunghe scie dorate simili a quelle lasciate dal passaggio di una lumaca. (però prima dici che tanno ferme poi dici che strisciano come le lumache! Scrittrice, ogni parola ha un significato…Ehm… ho detto che scintillavano come la bava lasciata dal passaggio di una lumaca. Non che si muovevano, né rapidamente, né a passo di lumaca. Lettrice, ogni parola ha un significato) I passeri e i pettirossi riposavano già, mentre da qualche parte, tra le colline, si levava il rauco urlo del gufo.Forse quel maledetto giorno non sarebbe più trascorso.(ma come? Se è già quasi notte?Anzi no, è tramonto, ma notte, ma ci sono le lune, le stelle.. Magari c’è un motivo se pensa questo proprio quando è quasi notte. Oppure ho scritto questa frase da ubriaca fradicia e non ha assolutamente nessun senso) Se il sole fosse rimasto fermo dov’era, come una goccia d’acqua tremula appesa al vetro di una finestra: se il paesaggio…
- Presenterai o hai già presentato Lo Scrigno di Adamar ai lettori? O in biblioteca o in gruppi di lettura? Quando e dove?
Credo che se fossi brava nelle relazioni umane, difficilmente avrei scritto. Non ho assolutamente idea di da dove cominciare per imbastire una cosa del genere. E se state pensando: questa qui non arriverà da nessuna parte, probabilmente avete ragione. L’autopromozione è sicuramente qualcosa per cui sono negata. Approfitto di questa vetrina per invitare qualunque recensore o blogger a contattarmi liberamente: sarò solo grata! (estendo l’invito a tutti gli amanti degli avverbi, delle metafore e anche del fantasy che non è proprio fantasy Di questo ti sono grata)
- Come è stato questo esercizio del “esprimi un concetto in massimo 150 parole”? pensi ti sia stato utile per il tuo futuro da scrittrice?
Certo, qualsiasi esercizio di scrittura è utile, sempre. Anche al corso di scrittura che ho frequentato davano limiti di lunghezza; sono andata apposta per imparare a padroneggiare le forme brevi. (Inizia a tagliare via tutti gli avverbi e vedrai che da 800 diventa già 400 pagine il romanzo! Cos’hai contro gli avverbi?)
- Tu ami leggere romanzi? Chi sono i tuoi scrittori preferiti?
Amo molto leggere romanzi. I miei scrittori di romanzi preferiti sono (in ordine alfabetico)(oh my God!) : Isabel Allende, Ludovico Ariosto, Jorge Luis Borges, Milan Kundera, Gabriel Garcia Marquez (non sempre), George R. R. Martin, Margaret Mitchell, Amélie Nothomb (non sempre), Oliver Sacks, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Menzione speciale per Arundhati Roy, che ha scritto solo un romanzo, bellissimo, “Il dio delle piccole cose”, (tesoro ne ha scritti circa quindici, alcuni dei quali sono tradotti in italiano per esempio ti consiglio di leggere La Fine delle Illusioni. Hai chiesto di romanzi, non di libri in generale. “Il dio delle piccole cose” è il solo romanzo della Roy, un vero peccato)
e per Alice Sebold, della quale ho apprezzato solo “Amabili Resti”.
(ma come mai tutta questa lettura non emerge nel testo che hai scritto? E perchè non leggi autori fantasy? La Sebold è fantasy in Amabili Resti, Martin è il re del fantasy. Comunque leggo anche fantasy, tu mi hai chiesto cosa mi piace, non cosa leggo)
Carissima, spero che il gioco delle 150 parole ti sia piaciuto: con la sintesi si impara ad essere precisi e a cercare nel vocabolario le parole appropriate per esprimere un concetto. Spero ti sia servito e spero che i miei lettori apprezzino e comprino Lo scrigno di Adymair
*Adymair 😉 Una volta ho fatto la sinossi completa (tutta la trama in ogni minimo dettaglio) in una sola pagina. Flirto con la sintesi, ma non riesco ad averci una relazione seria.
Bravissima, ma te lo ripeto: taglia gli avverbi. Sono inutili.
Apprezzo enormemente il consiglio.
L’ambientazione è fantasy “tradizionale”; nobili e non, ricchi e non, maghi, dotati di potere (per nascita) e in grado di utilizzarlo in seguito a costosi studi.(NotediUnalettrice:
ok, si è ispirata ad Harry Potter? per fantasy intende magia? No, intendo fiabesco) Un mondo caratterizzato da privilegi. (allora non è fantasy, è cronaca di vita moderna! Può darsi XD Sarà per questo che nessuno riesce a classificarlo?) Qui nasce la Confraternita, setta filosofica che trae ispirazione da precetti redatti in epoca antichissima sotto forma di ideogrammi, eppure assolutamente moderna. Ha fede nel progresso umano tramite scienza e tecnologia (ha inventato occhiali e cannocchiale, e altro…) (tecnologia = cannocchiale? Ma in che epoca siamo? Non siamo in nessuna epoca, dato che è un mondo alternativo) . Le sue istanze sono rivoluzionarie: redistribuzione delle ricchezze,(Marx non era ancora nato, evidentemente Non credo che nascerà in questo mondo, ma non chiudiamoci troppe porte) abolizione della magia… (ah, no, siamo prima del 1600 e della caccia alle streghe? Nel mondo alternativo la storia segue un corso, come dire?, alternativo) Non sorprende quando un membro dell’ordine viene assassinato, sotto gli occhi di due sorelle che passavano per caso. Finché non si scopre che l’omicidio non è il gesto di un oppositore politico. La vittima studiava gli antichi ideogrammi (spero che sia ambientato in Giappone o Cina e che ci siano spiegazioni plausibili E’ poche righe sopra: “la Confraternita, setta filosofica che trae ispirazione da precetti redatti in epoca antichissima sotto forma di ideogrammi”) e aveva scoperto l’esistenza di un oggetto straordinariamente potente: lo Scrigno di Adymair. Allora si scatena la lotta, tra forze molteplici, per trovarlo e appropriarsene. Con ogni mezzo.
- Di che genere è il romanzo? nella presentazione dici che è un fantasy ma che non è un fantasy. È o non è un fantasy? Perchè ?
Molto meglio di me (e con più parole a disposizione) (NDUnalettrice: noto una leggera vena polemica da parte della nostra Snee! Eh, un po’ sì) George R. R. Martin ha spiegato come i generi letterari siano una semplificazione più che una effettiva realtà intrinseca alle storie Io ci credo. (NDUnalettrice: meno male altrimenti sai che guaio per docenti universitari, critici letterari e un intero mondo accademico dedicato a questo? Una catastrofe) Il mio libro è un fantasy nella misura in cui è ambientato in un mondo secondario (ma cosa vuol dire! E’ un termine caratteristico della letteratura fantasy: mondo alternativo ti pare più chiaro?) (cosa che, del resto, di rado avviene nel fantasy moderno) nel quale esiste la magia. (Ma dove vivono questi protagonisti? Boh, continua a non dirlo Dove dovrebbero vivere? Nel loro mondo, come noi nel nostro) Molti amanti del fantasy lo hanno apprezzato. Molti detrattori del fantasy lo hanno apprezzato ugualmente, e sono stati loro a dirmi (come complimento, credo) che “non è veramente un fantasy”. (perchè scrivi un fantasy per farti dire che non è verqamente un fantasy! siii orgogliosa di te, ragazza! Lo sono, ma riporto i fatti) Credo che si riferiscano al fatto che presenta caratteristiche che di rado si ritrovano in romanzi del genere: grande approfondimento psicologico, grande rilievo al background dei personaggi, grande spazio al dialogo e al confronto tra opinioni. Oltre, ovviamente, all’elemento tecnologia, che viene a collidere con l’idea di fantasy tradizionale.
- Da dove è nata l’idea del mondo fantastico in cui è ambientato il libro? Nota bene: io non ho letto il libro e non sono sicura che ci sia un mondo fantatisco, come il mondo del signore degli anelli o di harry potter a fare da sfondo al libro.
Mi sono divertita a partire da un fantasy assolutamente classico, quasi fiabesco, (ma come fiabesco! Ma dove è la parte fiabesca! Perchè non ne hai parlato prima? Ehm… “finto medioevo… nobili… maghi?” Non evoca precisamente modernità e realismo) e a introdurre delle novità che stridessero fortemente con il contesto, come un movimento rivoluzionario ed egualitario,(una cosa unica! Mai successa nella storia dell’umanità! Non nei fantasy. Non mi pare che i nani di Tolkien si siano mai organizzati in un sindacato dei lavoratori nelle miniere) scoperte tecnologiche… Inoltre, al di là del “mondo base”, ovvero la regione dove inizia la storia, (evvai, finalmente scopriamo che questo famoso “mondo di base” è una regione in cui inizia la storai. Ma quindi si sarà immaginata un mondo come ha fatto Tolkien? Sì, perché questa è esattamente la definizione di mondo secondario) mi sono divertita a creare società alternative che saranno via via scoperte e che sono basate su presupposti molto diversi. Un esempio tra tutti, a Febe perchè mi cita Febe e Diarchia senza aver minimanete introdotto queste città? Regioni? Stati? Ma allora tutto sto lavoro sono solo nomi? Non c’è niente sotto? Non ci ha riflettuto! Leggilo e lo saprai) esiste la Diarchia: ovvero, un sistema di governo in base al quale ogni nobile (ce ne sono dieci) ha al proprio servizio due maghi che gli sono legati da un obbligo di fedeltà. Il nobile sfrutta il potere dei maghi per imporsi sui deboli e per difendersi dagli altri nobili, e sfrutta la rivalità tra i maghi e la propria possibilità di concedere favori ora all’uno ora all’altro per mantenerli sotto controllo. Un po’ Divide et impera.(Domanda supplementare per la nostra autrice: dimmi che sai chi l’ha detto Divide et Impera, ti prego, ti prego, ti prego senza WIKI. Machiavelli)
- Parliamo del processo creativo della scrittura del romanzo. Ci hai messo otto anni, il romanzo è lungo, sono circa 800 pagine ma mi chiedo perchè così tanto? Così tanto perchè non sapevi qual era la trama oppure perchè hai scritto e riscritto curando molto il lessico? O perchè non avevi tempo? Racconta, in massimo 150 parole, come mai hai impiegato così tanto tempo?
Allora, prima di tutto, sono una scrittrice lenta. Nel senso che, se da un lato batto ottantasei parole al minuto, dall’altro ne cancello il doppio. Se andate sul mio blog troverete un post sull’argomento, “Scrivere è come fare sesso”: mi piace indulgere nella scelta dei termini, cambiare l’ordine delle componenti di una frase, riscrivere, riformulare. Trovo che sia questo l’autentico piacere della scrittura, (non tutti i gusti sono uguali! Perciò ho detto “trovo”) quello che anima coloro che possono definirsi a buon diritto scrittori (che poi siano bravi o meno): agli scrittori piace trascorrere tempo nel semplice atto dello scrivere. Poi, essendo un libro che ho iniziato da ragazzina, indubbiamente prima della revisione presentava dei punti di ridondanza e di eccessiva prolissità che andavano necessariamente tagliati. (io taglierei tutti questi avverbi inutili… Prendo nota) La revisione porta via ancora più tempo della scrittura, perché è molto difficile assumere il giusto distacco dalla materia
5. Qual è o quali sono i romanzi che hanno influenzato il tuo libro o da cui hai preso ispirazione? massimo 150 parole Se dovessi risponderti in totale sincerità, ti direi che non sento di essere stata ispirata o influenzata da alcun libro. Avendo sempre scritto, non penso che la fiaba in rima del gatto con gli stivali, il primo libro che io abbia mai letto prima di prendere la penna in mano, possa aver avuto alcuna ricaduta sulla mia produzione. Tuttavia, razionalmente parlando, è probabile che tutto ciò che ho letto mi abbia influenzata, ispirandomi o repellendomi, offrendomi modelli negativi o positivi.(in pratica questa SCRITTRICE ha letto solo il gatto con gli stivali e nient’altro…o molto molto poco…ok, carissima, se ero dispiaciuta di non aver letto il tuo libro, mi dispiace ma non lo sono più. Esatto, dopo non ho letto più niente. La mia formazione si è conclusa perché mi sono sentita completa)
6. Mentre scrivi e sei immersa in un processo creativo, musica sì o musica no? Silenzio intorno o folla? Racconta in 150 parole qual è per te l’ambiente migliore per scrivere.Quando scrivo, posso farlo assolutamente in qualunque contesto. Il problema è che poi sono talmente concentrata che basta il minimo rumore improvviso (qualcuno mi rivolge la parola, il telefono squilla) perché io faccia un salto al soffitto. Purtroppo al momento mi trovo in una fase di stasi creativa (sarà depressione post-partum?) quindi per me non esiste pace, né luogo dove scrivere in pace. In assoluto, se voglio costruire le condizioni ideali per scrivere, o una regola: musica allegra e superficiale se devo scrivere cose tristi, musica triste se devo scrivere cose allegre. Mi aiuta a non farmi risucchiare da ciò che sto facendo, e mi aiuta anche a mantenere un certo livello di connessione dello stato emotivo del lettore (che non è necessariamente triste quando legge quando legge qualcosa di triste, ma dovrebbe diventarlo). (aiuto! Consiglio la lettura di Virginia Woolf, Gita al Faro. Recepisco il consiglio e dal canto mio consiglio la lettura del mio libro)
7.Gli incipit sono la cosa più difficile e importante in ogni romanzo. Puoi copia incollare qui le prime 150 parole del tuo romanzo?
Rannicchiata sullo sgabello, il volto premuto contro lo spiraglio delle imposte semichiuse, Ravendryl poteva ancora scorgere, all’orizzonte, il profilo incandescente delle Montagne Azzurre. (perchè quell’ancora messo lì?E’ una figura retorica: crea l’illusione che la storia prosegua, anziché cominciare. ) Quando Ravendryl non aveva potuto scorgere?Mai, o per lo meno non di recente, dato che poteva “ancora”. perchè le montagne sono Incandescenti? Sono vulcaniche? Ci sta, o magari è il loro colore. Vedi se esplodono e poi mi diciMa in alto, più in alto, là dove in cielo era ormai notte, (più in alto, mi raccomando, eh Avoglia!) facevano già capolino le prime stelle. Si accendevano sotto gli occhi dell’elfa (ah, quindi è un’elfa! E perchè diamine nelle 6 domande precedenti non l’abbiamo mai saputo che ci sono gli elfi???? Perché non ci stavano nelle 150 parole e perché non lo reputo un dettaglio rilevante. Sai quante altre cose ci sono in 776 pagine che mancano in 150 parole?) una dopo l’altra, lievi e lente come minuti. Anche le lune si rischiaravano pian piano. Lo sguardo di Ravendryl corse alla valle.La foresta di Ayunkhn era immersa nella quiete del tramonto. (ok, ci sono montagne, valle e foresta, ma non si capisce ancora dove siamo, in che anno siamo, di cosa parleremo…etc No, e non si capirà ancora per un bel po’. Non svelare tutto nelle prime 10 righe è un artificio letterario che ho appreso dal Gatto con gli stivali) Le foglie stavano ferme nell’aria ferma; (ferme nell’aria ferma?no dai. Fagli vento con la mano così si muovono) scintillavano soltanto, lunghe scie dorate simili a quelle lasciate dal passaggio di una lumaca. (però prima dici che tanno ferme poi dici che strisciano come le lumache! Scrittrice, ogni parola ha un significato…Ehm… ho detto che scintillavano come la bava lasciata dal passaggio di una lumaca. Non che si muovevano, né rapidamente, né a passo di lumaca. Lettrice, ogni parola ha un significato) I passeri e i pettirossi riposavano già, mentre da qualche parte, tra le colline, si levava il rauco urlo del gufo.Forse quel maledetto giorno non sarebbe più trascorso.(ma come? Se è già quasi notte?Anzi no, è tramonto, ma notte, ma ci sono le lune, le stelle.. Magari c’è un motivo se pensa questo proprio quando è quasi notte. Oppure ho scritto questa frase da ubriaca fradicia e non ha assolutamente nessun senso) Se il sole fosse rimasto fermo dov’era, come una goccia d’acqua tremula appesa al vetro di una finestra: se il paesaggio…
- Presenterai o hai già presentato Lo Scrigno di Adamar ai lettori? O in biblioteca o in gruppi di lettura? Quando e dove?
Credo che se fossi brava nelle relazioni umane, difficilmente avrei scritto. Non ho assolutamente idea di da dove cominciare per imbastire una cosa del genere. E se state pensando: questa qui non arriverà da nessuna parte, probabilmente avete ragione. L’autopromozione è sicuramente qualcosa per cui sono negata. Approfitto di questa vetrina per invitare qualunque recensore o blogger a contattarmi liberamente: sarò solo grata! (estendo l’invito a tutti gli amanti degli avverbi, delle metafore e anche del fantasy che non è proprio fantasy Di questo ti sono grata)
- Come è stato questo esercizio del “esprimi un concetto in massimo 150 parole”? pensi ti sia stato utile per il tuo futuro da scrittrice?
Certo, qualsiasi esercizio di scrittura è utile, sempre. Anche al corso di scrittura che ho frequentato davano limiti di lunghezza; sono andata apposta per imparare a padroneggiare le forme brevi. (Inizia a tagliare via tutti gli avverbi e vedrai che da 800 diventa già 400 pagine il romanzo! Cos’hai contro gli avverbi?)
- Tu ami leggere romanzi? Chi sono i tuoi scrittori preferiti?
Amo molto leggere romanzi. I miei scrittori di romanzi preferiti sono (in ordine alfabetico)(oh my God!) : Isabel Allende, Ludovico Ariosto, Jorge Luis Borges, Milan Kundera, Gabriel Garcia Marquez (non sempre), George R. R. Martin, Margaret Mitchell, Amélie Nothomb (non sempre), Oliver Sacks, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Menzione speciale per Arundhati Roy, che ha scritto solo un romanzo, bellissimo, “Il dio delle piccole cose”, (tesoro ne ha scritti circa quindici, alcuni dei quali sono tradotti in italiano per esempio ti consiglio di leggere La Fine delle Illusioni. Hai chiesto di romanzi, non di libri in generale. “Il dio delle piccole cose” è il solo romanzo della Roy, un vero peccato)
e per Alice Sebold, della quale ho apprezzato solo “Amabili Resti”.
(ma come mai tutta questa lettura non emerge nel testo che hai scritto? E perchè non leggi autori fantasy? La Sebold è fantasy in Amabili Resti, Martin è il re del fantasy. Comunque leggo anche fantasy, tu mi hai chiesto cosa mi piace, non cosa leggo)
Carissima, spero che il gioco delle 150 parole ti sia piaciuto: con la sintesi si impara ad essere precisi e a cercare nel vocabolario le parole appropriate per esprimere un concetto. Spero ti sia servito e spero che i miei lettori apprezzino e comprino Lo scrigno di Adymair
*Adymair 😉 Una volta ho fatto la sinossi completa (tutta la trama in ogni minimo dettaglio) in una sola pagina. Flirto con la sintesi, ma non riesco ad averci una relazione seria.
Bravissima, ma te lo ripeto: taglia gli avverbi. Sono inutili.
Apprezzo enormemente il consiglio.
Francesco Vitellini
“Martin è il re del Fantasy” chiarisce ogni cosa.
Per me questo denota un bias di non poca importanza, decisamente.
Gli dei ci salvino da questi ventenni…
GramonHill
Il Self publishing ha i suoi pro e i contro. In questo modo chiunque può reputarsi uno scrittore mentre penso che ci voglia sempre un minimo di revisione. È anche vero che è difficile trovare una casa editrice o un agente.
Angelica Selvaggia
È mattino, è il giorno del mio compleanno e soprattutto è TARDI; ma in maniera estremamente sintetica, date alcune affermazioni, vorrei consigliare alla nostra esordiente di leggere (non necessariamente in quest’ordine, anzi…) La saga di Shannara di Terry Brooks; La saga dell’assassino, Robin Hobb e La spada della verità, Terry Goodkind, per rimanere nell’ambito prettamente fantasy e scoprire che “non è mai stato fatto” è un’affermazione… di non semplice gestione, talvolta.
Quanto al post, si, un po’ lungo, ma bello e divertente, nonché interessante (come quasi sempre): mi piacciono le opinioni a confronto.
Scusate la prolissa sinteticità, ma è ufficiale: sono in ritardissimo! …solo che poi mi sarei dimenticata… Ecco.
Ps. Comunque complimenti all’esordiente in self-publishing: ci vuole coraggio, passione e testardaggine o determinazione se preferite. Spero che anche il romanzo sia bello. Auguri.
piero
Boia che simpatia…. hai mai pensato di fare la cabarettista ?!? Il tuo umorismo è davvero travolgente…. seriamente, tralasciando l’umorismo davvero imbarazzante e le battutine al limite del ridicolo, si evidenzia chiaramente una profonda ignoranza sia della lingua , sia del mondo fantasy in generale… complimenti per il coraggio nel gestire un blog nonostante le tue scarse capacitá…
Una lettrice
Il mio primo HATER! mi sento onorata: in tre anni di blog per la prima volta una persona si prende la briga di 1.creare un finto profilo. 2. commentare parlando male di me. IO MI SENTO ONORATA E COMMOSSA: non merito così tanta attenzione e ti ringrazio di cuore 🙂 Se hai letto il libro e ti è piaciuto mi piacerebbe che mi spiegassi perchè!
Intervista ai lettori #14: Alberta Zancudi, Direttore editoriale di Palabanda, disobbediente civile e affascinante come la Sardegna, sua terra d’origine.
[…] l’avrebbe scritto più correttamente. I miei lettori mi hanno dato man forte e … . L’intervista è qui. Immagino che tu come Editore di Palabanda edizioni abbia avuto diversi incontri tragicomici con […]