Questa è un’intervista surreale. Elena ha un  blog www.amaranthinemess.blogspot.it  che parla di libri, mi ha scritto una email chiedendomi di intervistarla nella serie di Interviste ai lettori. Io, che non la conosco, ho letto un po’ il suo blog, guardato qualche video nel suo canale youtube e poi, le ho mandato le domande via email. Ho pensato che la Sicilia manca di tante cose – in questi giorni una conoscente è senza acqua potabile in casa – ma sicuramente non di letteratura, libri, editori, librerie e librai. Scrittori siciliani: da Sciascia a Pirandello a Bufalino, a Giorgio Vasta passando per la super giovane Nadia Terranova, di cui ho adorato Gli anni al contrario, libro del 2015 e della mia prima domanda.  In Sicilia ci sono editori di livello oltre a Sellerio Editore, ci sono i raffinatissimi :duepunti, e c’è una ricca tradizione di librerie indipendenti tra le più famose d’Italia: basti citare Modusvivendi che ha lanciato l’iniziativa social Letti di Notte (sui social ci siamo scatenati e divertiti) oppure Booq la bibliofficina occupata (biblioteca + ciclofficina). Insomma se ti piace leggere e sei siciliano hai un sacco di cose di cui puoi parlare con orgoglio. Pensavo che avrei avuto gioco facile, poche domande e risposte vastissime. Invece di facile non c’è mai niente. Mi sono trovata spiazzata da un “non sono una amante della Sicilia” e rimbalzata da un”mai letto autori siciliani contemporanei”. Felice di incontrare una ragazza che ha il coraggio di pensare con la sua testa? Oppure questi autori, editori, librai siciliani, pur facendo un pregevolissimo lavoro culturale non riescono a far breccia nei cuori di chi deve abbandonare questa regione? Qui l’intervista e un po’ di foto. (Alcune foto sono “in prestito”, specie quelle del fotografo Ferdinando Scianna Se da fastidio le tolgo scrivetemi una email: alessandra.pagani AT gmail.com) 6bae50d4885ef94d7a94c2691c19ffd7

Sei siciliana, anzi, palermitana. “I siciliani pur di non lavorare scrivono” è una bella citazione usata sui social dalla scrittrice messinese Nadia Terranova. Conosci i suoi libri? Non sono una grande amante della Sicilia e credo di non aver mai letto autori siciliani contemporanei.81puq3w7kVL

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Il primo libro letto da bambina. Ho letto molto da bambina, ho libri da che ho memoria, ma forse il primo libro “vero” letto è stato un libriccino della serie “Il battello a vapore” dal titolo “Cara Susi, caro Paul”, in prima elementare.panorama-di-palermo

Per rimanere in tema Sicilia Giorgio Vasta, scrittore tuo conterraneo,  dopo avere abbandonato Palermo per Torino, e poi per Roma,  non ha fatto altro che raccontare Palermo e la Sicilia con due libri di grande importanza e molto tradotti all’estero (Il tempo materiale e Spaesamento), e ora anche con un film (Via Castellana Bandiera di Emma Dante l’ha scritto lui). Anche tu te ne sei andata da questa terra e sei una lettrice: quali sono i libri che ti fanno venire nostalgia della Sicilia e perché? L’unica cosa che può farmi venir nostalgia di casa è il pensiero delle mie gatte: ho lasciato la Sicilia sdegnata e ancora il rancore che ho nei confronti di quella terra non è sopito.

 Burt Lancaster pronuncia le ultime battute nel Gattopardo di Visconti. Vicolo della Neve all’alloro è anche la sede di Booq.

Mi sorprendi: di solito i siciliani non vedono l’ora di parlare della loro terra, soprattutto coloro che vengono dal mondo dei libri e decantano autori, scrittori, Editori e librai di questa terra. Tu invece mi scrivi “ho lasciato la Sicilia sdegnata e ancora il rancore che ho nei confronti di quella terra non è sopito.” Di solito conosco solo persone meridionali che cantano le lodi delle loro terre, tu no. Spiegami cosa è successo e perché sei arrabbiata.Beh, chi è entusiasta della Sicilia, francamente mi chiedo dove abbia vissuto. E’ una terra in cui tutto è abbandonato e tutto e immobile e la speranza di fare qualcosa, di cambiare le cose, nella maggior parte deicasi è vana perché, armati pure di volontà, pazienza, coraggio, ma se tutti quelli che ti stanno intorno restano immobili pensando che la tua lotta sia solo espressione di una qualche eccentricità allora, fidati, non riuscirai in nulla. Sono andata via dalla Sicilia di mia spontanea volontà, non ho subito strappi o traumi, anzi, sono ben felice di vivere adesso in un posto (Milano) che, non senza chiedere sacrifici, mi ha dato l’opportunità di avere un lavoro e una mia dignità di “adulta”. Se fossi rimasta a palermo probabilmente sarei una nulla facente ancora a carico di mamma oppure avrei deciso di ri-posteggiarmi all’università per prendere un’altra bella e inutilissima laurea. L’esperienza che mi ha fatto decidere una volta e per tutte che la mia vita sarebbe stata fuori da quella terra è stato il far parte di un’associazione sedicente antimafia, all’interno della quale ho trovato molta più prepotenza e mafiosità che al di fuori. Se anche gli avvocati figli di papà hanno una testa mafiosa allora davvero non c’è scampo: giustifico, davvero, giustifico, i ragazzini che vivono di nulla e che vedono il mafioso di zona portare alle loro madri il mensile che spetta alle mogli dei carcerati, perché loro non ce l’hanno un modo per capire che la mafia è male. Ma chi ha la pancia piena e ha studiato e fa quattro viaggi l’anno dovrebbe cercare in ogni modo possibile di star lontano da certi schemi mentali. Io credo di riuscirci abbastanza bene, anche per questo mi vanto di non essere per niente “siciliana”. Dopo 28 anni vissuti a indignarmi ogni santo giorno per qualcosa, vivo un rifiuto totale per la Sicilia, non ne amo il ricordo, ci torno solo perché lì vive la mia famiglia. Ma se la mia famiglia si trasferisse altrove Palermo, di certo, non mi vedrebbe più.
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Nel tuo sito www.amaranthinemess.blogspot.it leggo “Ho un interesse particolare per la letteratura femminista e per i gender studies.” e sono rimasta colpita. Io ho delle difficoltà ad usare la parola femminismo. Sono nata negli anni 80 e penso che la parola femminismo sia inapplicabile alle giovane donne di oggi. Femminismo  è una parola che, per me, ha senso solo collegata a un movimento politico di lotta per la conquista dei diritti civili che si studia sui libri di storia, ma non nella mia quotidianità. Il femminismo è stato, come molti movimenti di inizio novecento, un movimento “duro e puro”, dai confini definiti che mal si sposa con la liquidità contemporanea. Non saprei proprio come inserire la parola femminismo nella mia vita oggi senza richiamare una lotta politica e una battaglia che oggi non vedo nessuno combattere. Tu sei più giovane di me eppure sei interessata a questo movimento. Spiegami: cosa intendi con femminismo? Come entra il femminismo nella tua vita? e quali sono 5  libri della letteratura femminista che consiglieresti e perché? 
In realtà critica femminista e femminismo sono due cose diverse.  La critica femminista indaga il ruolo della donna sia come autrice che come “personaggio”. Ha ovviamente attinenza con il movimento politico, parte, talvolta, dai medesimi presupposti ma, di fatto, non è la stessa cosa. La critica femminista si sviluppa a partire dai cosiddetti cultural studies ossia una branca della critica letteraria che iniziò ad indagare il ruolo del proletariato all’interno della letteratura, da questo primo movimento – chiamiamolo così – si svilupparono i post-colonial e i women studies che, con modalità omologhe indagavano invece il ruolo degli abitanti delle ex colonie e il ruolo della donna (negli ultimi anni un passo in avanti è stato fatto con l’inizio di un nuovo filone, quello dei queer studies che invece si occupano di lgbt). Detto questo, in realtà il femminismo come “lotta politica” è molto più vivo di quanto si creda, è un movimento nato giànell’Ottocento, è passato attraverso i primi anni del Novecento e poi è approdato alla sua golden age degli anni ’60 e ’70: molti pensano che le donne siano arrivate, che ormai la parità esista quando invece continuano ad esistere forti discriminazioni anche nel super civilizzato e democratico Occidente (non serve un burqa per censurare una donna se puoi negarle un orgasmo). Non saprei in che termini consigliare dei libri “femministi” appunto perché i libri studiati dai women studies non sono “femministi”, sono studiati in quanto mostrano un particolare aspetto del ruolo della donna nella società e nella letteratura. Personalmente ho adorato i racconti di Marina Warner di The Mermaids in the basement ovviamente consiglierei la lettura di Virginia Woolf e di Sibilla Aleramo e anche Jane Eyre di Charlotte Bronte ha un suo perché all’interno di un discorso sul ruolo della donna.

 Il libro che hai regalato di più in vita tua. Quale è e perché l’hai regalato. Boh, generalmente non regalo libri, credo siano una cosa molto personale. Regalo libri solo ad un ristrettissima cerchia di persone delle quali conosco bene i gusti, ma hanno tutte gusti molto differenti fra loro quindi credo non sia mai successo di aver regalato lo stesso libro.

article-0-191B85DE000005DC-667_306x498Elena,  capisco il tuo punto di vista, e son d’accordo che non si possono regalare libri a caso e tutto ciò che dici sopra, ma, francamente,  ho regalato molti libri che secondo me valevano la pena di essere letti a molta gente che non se li sarebbe mai comprati. A volte sono rimasti così contenti di quel che leggevano da tornare. Però insomma, ognuno faccia come vuole. Prima di concludere l’intervista però ho bisogno di sapere qual è un libro che, secondo te, e in questo periodo della tua vita, ti rappresenta. O per farla facile: un libro che ti piace e perché. Non so quanto mi rappresenti, probabilmente pochissimo, ma uno degli ultimi libri letti che mi è molto piaciuto è stato Cronache di poveri amanti di Pratolini. Credo più che altro rappresenti molto il nostro Paese, il brulicare di vite spesso incuranti della Storia che gli scorre intorno e attraverso.

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Cosa stai leggendo? Cròniche epafàniche, Francesco Guccini. Grazie Elena!

Se vi è piaciuta l’intervista condividela sui social network ciao, alla prossima Unalettrice.org

Sciascia-e-BufalinoSe vi va Leggete altri post  

 

Alessandra Pagani si occupa di progettazione, coordinamento, supervisione e realizzazione di contenuti e progetti didattici, sia cartacei sia digitali, per l’università e la formazione accademica. Ha lavorato dal 2008 al 2020 per l’editore McGraw-Hill Education. Da gennaio 2021 è l’editor della collana Trattati e Manuali di Vita e Pensiero Editrice, casa editrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2016 al 2021 ha insegnato il proprio lavoro al master Professione editoria cartacea e digitale e al master Booktelling comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È autrice di Manuale di editoria universitaria, Progettare contenuti per l’apprendimento, Editrice Bibliografica, 2020. Coordina le attività di promozione alla lettura del sito www.unalettrice.org, come Geranio, il gruppo di lettura mensile e virtuale. È autrice del podcast Voci dall’Italia, podcast nato durante il primo lockdown di marzo 2020 come proposta di Simona Scravaglieri e del gruppo di lettura Casa Sirio editore e andato in onda ogni giorno per cento giorni. Dal 2020 al 2021 ha scritto e condotto Stranger Books, programma radiofonico di libri, tecnologia e didattica su RadioActiva.

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