Un nuovo ciclo di interviste. Dopo i dieci lettori che ho intervistato nel 2014/2015, voglio intervistare almeno 10 persone che mi raccontino ciò che sta loro a cuore, qualcosa che per loro è importante. Parto dal presupposto che per quanto questo sia un mondo duro, credo nella capacità dell’essere umano di essere felice. Ad oggi ho raccolto circa 5 interviste su temi diversi: abbiamo la donazione del midollo osseo di Elena, una vita all’insegna del minimalismo di Benedetta, il complicato rapporto con la Sicilia di Elena, un racconto sullo smettere di fumare di Giorgia. Mi mancano ancora quattro interviste. Se avete un argomento che vi sta a cuore e volete parlarne con me e farvi conoscere dai miei lettori scrivetemi: alessandra.pagani@gmail.com
Intervista #2 Benedetta Zallocco, il minimalismo come stile di vita.Si parla molto di minimalismo, sapete cosa è? io mi ci sono avvicinata negli ultimi due anni, quando ho scoperto il decluttering.In un gruppo dedicato a questa filosofia ho conosciuto – virtualmente, ad oggi!- Benedetta che guida, con successo un gruppo di facebook chiamato Semplicità è felicità. Chiacchierando ho capito che è una persona molto interessante e che ha fatto scelta di vita molto bella e ho cercato con questa intervista di farmela raccontare.Il minimalismo è l’arte del meno. Come una filosofia di vita, i minimalisti si concentrano su pochi elementi essenziali della vita. Siamo bombardati da un mondo che va sempre più veloce e chi sceglie la semplicità come stile di vita ci invita a soffermarci e a ripensare il modo in cui viviamo e spendiamo sia il nostro tempo che i nostri soldi.
Cosa significa semplicità per te? Il concetto di semplicità è molto soggettivo. Per me semplicità significa scegliere in ogni momento della propria vita cosa è prioritario e sfrondare il resto per non disperdere energie. Al momento per me le priorità assolute sono la mia autorealizzazione, la mia coppia e la mia famiglia, il mio percorso di formazione per diventare conduttrice di respiro circolare e poter guidare anche altri nella propria crescita personale, la scelta di curare relazioni profonde e di qualità. Una selezione delle cose davvero importanti è sempre necessaria per non rischiare di perdersi in un panorama talmente ricco di opportunità da non offrirne in realtà nessuna.
Hai fondato un gruppo – su Facebook – per il confronto con le persone sul tema della felicità . Lo hai chiamato “Semplicità è felicità” Cosa significa per te “semplicità è felicità”? Per me semplicità è scoprire chi si è davvero ed esprimerlo in tutta la propria vita. Questo implica il processo di “sfrondamento”cui ho già accennato. Non possiamo essere tutto, avere tutto, fare tutto, stare con tutti. Dobbiamo scegliere. Questo ci costringe a capire cosa davvero vogliamo. La comprensione di cosa realmente vogliamo ci porta dritti all’essenza di noi stessi. Quando riusciamo ad essere aderenti a chi siamo realmente siamo molto più felici.
L’idea della semplicità nel mio immaginario è legata alla frugalità, ad una vita dove si consuma poco, si compra ancora di meno, si auto-produce il più possibile, si vive molto in contatto con la natura e poco in contatto con gli esseri umani. Questo è un modello di vita che ti ispira? Come vive una persona semplice? Penso sia tutto molto soggettivo. Questione di scelte. Non credo serva necessariamente non avere contatti con le persone e vivere come eremiti. Quasi ovunque è possibile usare di più i mezzi pubblici e di meno la macchina, mangiare meno e meglio comprando da piccoli produttori locali, potendo avere un orto, evitare di acquistare e accumulare oggetti inutili, selezionare le proprie reti sociali improntandole a maggior solidarietà e collaborazione, immergersi periodicamente nella natura per riconnettersi alla parte più profonda di sé e rigenerarsi.Attualmente abito in un paese in Vallagarina, a due passi da Rovereto. Per me il giusto compromesso tra città e campagna. Qui ci sono servizi e belle relazioni. La gente si ritrova ancora al bar per bere un bicchiere e farsi una partita a carte. Questa è al momento la mia personale idea di vita semplice. Per il futuro chissà. Non amo ipotecarlo. Forse un giorno potrei anche volere la casina nel bosco, al momento no. Sono una che parla anche coi muri ma ogni tanto mi ritiro in me stessa per un poco, riprendo le energie. Si tratta di un andamento ciclico meraviglioso. Non mi faccio mancare nulla.
il primo iphone è del 2007: la tecnologia e internet hanno cambiato le nostre vite. Come vedi la relazione tra tecnologia, internet e semplicità? Intendo: guardiamo serie tv in streaming, in parallelo con le uscite negli US. Ordiniamo il cibo dalle app: a Milano consegnano in 40 minuti e il fattorino arriva a casa usando la bicicletta – e non la macchina! – per risparmio energetico. Si fa la spesa con un click, la domenica pomeriggio, e viene consegnata il giorno dopo fino alle 22. Sono anni che pago le bollette su Internet e del mio conto in banca non ho mai visto un estratto conto cartaceo: ho tutte le copie digitali, archiviate on line. Gli alberi ringraziano! Anche casa mia non deve più contenere tanti documenti, posso risparmiare spazio e usarlo per altro. Non si stampano molte foto ormai. Non si acquistano macchine fotografiche perché spesso di usano i cellulari. Per me Internet, la tecnologia e la semplicità sono tremendamente collegati. Non sono una persona molto tecnologica, basti pensare che non ho più la tv da quindici anni. Però credo che internet sia una risorsa utile, oggi forse anche indispensabile. Comunque da dosare con sapienza. Io ho il pc per guardare i films e uso internet per cercare di informarmi, anche se orientarsi nel marasma di notizie è difficile.Occorre armarsi di molto senso critico. Ho un blog su cui pubblico poesie e racconti e uso faccialibro perché amo mantenermi in contatto con le molte persone conosciute in momenti diversi della mia vita. Mi piace l’idea di poter annullare le distanze per un attimo e sapere come sta un’amica che vive dall’altro capo del mondo grazie ad una chat. Ho anche ritrovato amicizie perse anni fa per via dei tanti traslochi e cambiamenti ma ho sempre cercato di rivedere le persone anche fisicamente. La fisicità dell’abbraccio non può essere sostituita da nulla. Della relazione virtuale occorre fare un uso parsimonioso. C’è tutto un mondo là fuori e andare a fare una passeggiata o a bere un caffè con la vicina di casa è bellissimo. Non dovremmo dimenticarcene mai.
Come è nata l’esigenza di vivere in modo più semplice?Dal punto di vista materiale non ho mai amato l’accumulo. Nemmeno quando ero più giovane. Quindi non dovevo semplificare. Erano altre le mie zavorre. Qualche anno fa ho vissuto un periodo di crisi. Facevo molta vita sociale. Vedevo ogni sera un sacco di persone. E provavo un gran senso di vuoto. Avevo la sensazione di fare molto e conoscere molti e di non sentirmi arricchita in nessun modo. Ho iniziato a chiedermi cosa mi stesse zavorrando e ho capito che volevo meno relazioni e di maggior qualità. Meno forma e più sostanza. Meno atteggiamenti stereotipati e più autenticità. Questo è stato solo l’inizio di un lungo viaggio durante il quale mi sono disfatta di molto “bagaglio” ma soprattutto ho capito quali parti di me volevo lasciarmi alle spalle e quali volevo valorizzare. Non esagero nel dire che sono cambiata radicalmente, che alla fine la “pulizia” maggiore è stata quella dentro me stessa. E il motore è stato l’insoddisfazione. Dall’insoddisfazione nascono spesso le cose migliori.
Che rapporto c’è tra decluttering e semplicità?Come ho accennato poco fa non sono mai stata una grande accumulatrice. Non lo erano neppure i miei e credo che la “familiarità” influisca molto. Per questo sono sempre stata incuriosita da chi accumula. Provo per queste persone comprensione ed empatia ma quando entro nella casa di un accumulatore soffro per lui. Accumulare complica la vita. Mi terrorizza l’idea di passare più tempo a dovermi occupare di cose che di persone. Per questo una delle mie passioni è aiutare gli amici che me lo chiedono a sgombrare le loro case dal ciarpame, magari dando ciò che può ancora essere utile a chi ne ha davvero bisogno. Pensa che al momento sul mio comodino c’è proprio un interessantissimo saggio sull’accumulo compulsivo scritto da due psicologi. Per una fanatica della casa come me l’accumulo è il male con la “m” maiuscola. Abbiamo bisogno di spazio, respiro, armonia, ordine. In casa ci ritiriamo per ricaricare le pile. Perché se dagli alberghi in cui alloggiamo in vacanza ci aspettiamo ordine e pulizia poi dovremmo condannarci a vivere tutti i giorni in un magazzino? E poi senza accumuli si pulisce e si riordina in fretta e si ha più tempo per dedicarsi alle proprie passioni. Anche questa è semplicità.
Il tuo percorso verso la semplicità ti ha cambiato? Come?Credo di si. Sono diventata più capace di scegliere, più sbrigativa, meno disposta a spendermi per tutto e per tutti. Meno dispersiva. E ho messo al primo posto me stessa. Ora aggiungo qualcosa alla mia vita solo se penso che possa arricchirmi e farmi stare bene. Un cambiamento mica da ridere.
Hai mai riflettuto sui molteplici e inutili modi in cui ci complichiamo la vita da soli? quali sono? aiutaci ad identificarli e a lasciarli andare in favore di qualcosa di più semplice. Voler fare troppe cose. Bisogna sfrondare perché le giornate sono di sole 24 ore. Voler aiutare tutti come fanno tante crocerossine ma anche tanti crocerossini. Al massimo possiamo dare una mano a chi ce lo chiede ma ciascuno si salva solo se lo ha deciso veramente. Voler accumulare oggetti. Rubano solo spazio e tempo. Volersi fingere ciò che non si è. Essere sé stessi è molto più facile e gratificante. Voler far durare a tutti i costi relazioni o amicizie morte e sepolte quando sarebbe più semplice accettarne la fine e ricominciare daccapo altrove con qualcun’altro. Non chiarire i malintesi. Si amplificano. Procrastinare. Ciò che rimandi ti aspetta domani al risveglio accanto alle pantofole ai piedi del letto. Far lavorare troppo la mente. Che spesso mente. La lista potrebbe essere ancora lunghissima. E prima o poi ci siamo cascati tutti.
Cosa mi dici della semplicità in relazione ai rapporti con le persone?Penso vadano scelte le persone che ci corrispondono realmente in base a una sorta di “affinità elettiva”. Non credo dipenda dal numero di interessi in comune e nemmeno dall’avere abitudini o esperienze di vita simili. Questo a volte aiuta ma il vero collante è quella sensazione di sentirsi a casa nell’abbraccio dell’altro. Ho la fortuna di avere amici e amiche con cui provo questa sensazione difficile da descrivere e fantastica. Personalmente amo la gente schietta, accogliente, calda. Mi piacciono quelli che io chiamo “i mammiferi”, le persone che non si formalizzano troppo e che si comportano con spontaneità. Sfuggo i pettegoli, i maldicenti, quella con la puzza sotto al naso. Mi annoiano. Mi annoia la gente che, per ragioni proprie, a volte ha bisogno di malignare sul prossimo, giudicare, competere, mettersi perennemente al centro dell’attenzione in modi poco interessanti. Queste persone secondo me vanno evitate, altrimenti corrompono l’anima e fanno diventare come loro. Il mondo è pieno di gente splendida e per fortuna possiamo scegliere. Anche in questo caso per semplificare basta una scelta.
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