La prima foto che ho visto nel 2017 era la foto di un’agenda. La copertina bianca aveva al centro un semicerchio nero, fatto con un pennello dalla punta grossa, intinto nell’inchiostro e ho sorriso: che augurio per questo 2017.
È un cerchio fatto con un movimento solo, fluido e elegante. Il punto iniziale, il punto in cui il pennello si è appoggiato, per stabilizzarsi, un attimo prima di dare inizio al movimento, è spesso. Io noto una maggior pressione rispetto al resto del semicerchio. La pittura, piena e grossa all’inizio del tratto, sfuma, con naturalezza, nell’ultima parte del cerchio, perchè si è esaurita.
Il simbolo viene spesso utilizzato per raccontare un’antica filosofia cinese, il Wu Wei, il non agire. In realtà non significa non fare nulla, stare immobili ad aspettare. Wu Wei significa lasciarsi fluire, accompagnare gli eventi naturali, essere ricettivi e attenti in ogni situazione per capire quali sono le trasformazioni intorno a noi e cosa fare per accompagnarli.
Wu Wei parla della flessibilità che dobbiamo avere quando muore un famigliare, quando una tempesta si abbatte sulla nostra casa, quando qualcuno molto amato se ne va e ci lascia soli, quando perdiamo il lavoro.
Un noto testo buddhista, il Sutra del cuore, afferma: “La forma è vuoto, il vuoto è forma”. L’essenza di tutte le cose è il vuoto, il nulla permea l’intero universo fisico come spazio, interiore ed esteriore. Non si può capire il vuoto perché non appare, invece tramite il quarto chakra e il suo corpo sottile, diventa possibile prestare attenzione, per esempio fra un suono e l’altro, ascoltare le pause fra una nota musicale e l’altra, le pause fra i pensieri, il vuoto tra l’inspirazione e l’espirazione, così facendo, dentro di noi cresce la dimensione del silenzio importante tanto quanto il suono.
Stia
tutto vero, tutto bello… sigh… peccato che noi non siamo “orientali” ,
peccato, appunto, nel senso che non riusciamo, per vari motivi, ad entrare in queste dimensioni, in questo fluire. Arricchirebbe la nostra a volte troppo pragmatica “occidentalità” .
Una lettrice
sì, non solo non siamo orientali, ma non siamo nemmeno più abituati a sapere cosa pensiamo… Per esempio… Quali sono i tuoi pensieri ricorrenti? Se fai un elenco saprai cosa ti sta bloccando… Non so se è chiaro, riformulo: quel che pensi in modo ripetuto non ti fa fluire.