di Antonella Summa
So perché lo hai fatto. Sarà il nostro segreto.
«Una pietra miliare del noir» – The Guardian

SCELLERATO. Colpevole o capace di crimini . Dizionario Larousse
Ciò che al primo impatto colpisce del romanzo di Frederic Dard è la sua scorrevolezza e la chiarezza fotografica delle immagini che calano il lettore in un preciso contesto storico e geografico, nella quotidianità della Francia della fine degli anni 50. Immersi in uno scenario opaco, i personaggi assumono atteggiamenti prevedibili, nell’ interpretazione diligente del ruolo che è stato loro assegnato: la giovane protagonista, attratta da una vita diversa da quella familiare;
la coppia americana, apparentemente tutta dentro il clichè dell’America anni ‘50, visione amplificata dal sentimento nazionalista francese del dopoguerra. Ma poi la prevedibilità del primo impatto si incrina e si entra nell’esperienza di Louise, la giovane protagonista, che narra in prima persona quanto le è accaduto e chiama noi lettori in causa, chiede ascolto e partecipazione.
Louise, una protagonista che sogna un’altra vita
Ed è proprio il suo sguardo adolescenziale, semplice e apparentemente ingenuo, che colpisce e in qualche modo incuriosisce. Louise vive in un sobborgo di Parigi la cui fisionomia è stata violentemente segnata dalla fredda geometria del tessuto industriale. I fumi dello stabilimento chimico che incombe e l’odore umido dei cavoli nei campi rimasti ai margini si mescolano in un soffocante alito che ostacola il respiro della ragazza.
“ E così è arrivato l’inverno. Che da queste parti non è mai bianco, nemmeno quando nevica tanto, ma grigio e sporco. Sono inverni di fango e fuliggine. Leopoldville somiglia ad una donna vecchia e malata…”
Louise vive con rabbia e desiderio di rivalsa tutto ciò che la circonda: il lavoro in fabbrica, la madre, che la vita e il rapporto con un uomo debole rendono sempre più fragile ed avida, gli uomini e le donne della comunità in cui è difficile riconoscersi e da cui lei vorrebbe fuggire. Poi improvvisamente un giorno le appare l’”isola”, una villetta e un giardino intrisi del profumo del whisky e delle note di Elvis e, sul dondolo blu, una coppia di americani che ai suoi occhi rappresenteranno fin dalla prima apparizione la possibilità di una vita “altra”. Louise tirerà fuori una grinta insospettata proponendosi come domestica, sarà assunta ed inizierà con caparbietà un percorso di iniziazione alla vita all’interno di quell’isola perfetta ed emancipata che svelerà però presto tutte le sue ambiguità e fragilità.
“Una piccola opera perfetta”.
“…Era una villetta di Leopoldville, ma era come se sorgesse su un’isola sconosciuta. Un’isola minuscola e misteriosa dove si doveva vivere maledettamente bene. Parcheggiata lungo il vialetto di ghiaia rossa, una magnifica macchina americana. Era verde, con le cromature sempre tirate a lucido e dei sedili bianchi che mi ricordavano un salotto che avevo intravisto un giorno a Parigi, dalla sopraelevata… Quella visione era durata solo pochi secondi, ma da allora sognavo spesso
quel soggiorno e credevo che a questo mondo la felicità consistesse nel sedersi su grandi poltrone di pelle bianca”
Ormai si è dentro il flusso del racconto e si avverte con chiarezza ciò che fa funzionare il tutto. E’ la sapienza narrativa di Dard ad affascinare, non la storia/fabula in sé, per lo meno fino al suo “scioglimento” – anche se si narra di amore e di morte, di sogni e di disagio sociale; e non risultano di particolare impatto eppure le atmosfere evocate, suggestive ma già assaporate nei romanzi di Simenon. Ciò che rende questo romanzo di Dard interessante è la costruzione dell’intreccio che
va di pari passo con la ricostruzione di un’esperienza di vita che l’autore ci offre con grande sapienza narrativa e capacità di osservazione degli stati d’animo. Dard ci accompagna senza scosse e con un linguaggio fluido, scandito da dialoghi semplici, fino ad un punto di svolta che incanala le nostre aspettative in una certa direzione; inserisce successivamente, a piccole dosi, vari elementi di disturbo che disattendono le nostre attese e ci conduce infine ad una chiusa rivelatrice e
spiazzante.
Dard è autore ancora tutto da scoprire
Ricordiamo che F. Dard è stato uno degli scrittori di noir più prolifici e seguiti in Francia, con più di 100 romanzi e con 250 racconti brevi della saga del commissario Sanantonio. Solo una piccola parte di questo repertorio è stato tradotto in Italia.
Pubblicato per la prima volta in Italia nel 2018, Gli scellerati (Les Scélérats) è una piccola opera perfetta, duecento pagine sorrette da una scrittura modernissima, un romanzo che con Simenon condivide il gusto per le atmosfere nere e la maestria nel dipingere la Francia notturna, dei café e di una società che, tutto sommato, nel dramma scopriva se stessa.
Di sé Dard disse di non aver mai cercato premi o distintivi, pur ammettendo di soffrire il confronto con la grande letteratura. Il suo scopo principale era e rimase quello di intrattenere. Della sua scrittura, venata da una persistente ossessione per la morte, disse che poteva sembrare semplice, ma in realtà nascondeva una continua lotta su ogni frase scelta.
Alla prossima recensione,
Antonella