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Ho letto molto sul #fertilityday. Non intendo gli articoli di giornale o la proposta del Ministero della Salute, ma voglio dire che ho letto quello che avete scritto voi, i vostri post e i vostri sfoghi, i commenti sui social.
I problemi di precarietà, salute e soldi che impediscono a molte di avere figli hanno portato alla luce il dolore, la solitudine e la rabbia. Ho visto oceani di dolore, quasi sempre sommerso, privato e incomunicabile, alzarsi e poi schiantarsi, come onde di uno tsunami contro l’età, la salute, i soldi, il lavoro, la coppia (che scoppia), la lorenzin, lo stato, se stesse.
Ho notato che gli uomini sono stati ad ascoltare un passo indietro e mi è dispiaciuto. Qualche uomo però ha alzato la mano e ha scritto “i figli sono anche affare nostro” e l’ho trovato virile.
 
Adesso che mi sembra passato il momento peggiore volevo solo aggiungere che avere un figlio ed essere madri sono due cose diverse, non dimenticate.
Ad ogni donna è data la possibilità di essere madre: tutte le volte che mettete il benessere di un altro essere umano prima del vostro siete madri.
So che questo non aiuta chi un figlio lo vorrebbe avere punto e basta. Io ho diverse borse firmate, l’ultima davvero splendida di Dolce e Gabbana, e capisco molto bene il valore di avere qualcosa. Non giudico: chi un figlio lo vorrebbe “avere” e non ce l’ha, soffre. Anche quelle che i figli li hanno e magari non gli sono venuti esattamente come li volevano soffrono. Capisco e non giudico.
 
Tutte le donne si confrontano con la maternità: sia quelle che diventano madri, sia quelle che non lo diventano. Non si può sfuggire, ma si può scegliere di non farsi sommergere dal dolore.
È per questo che ho scritto questo post: io credo che si può scegliere di fidarsi della Vita che si dispiega seguendo un ordine che spesso non comprendiamo subito ma che si chiarisce con il tempo, se uno non smette di guardare. Prova a essere felice qui e ora, a gioire di quel che c’è, e di chi c’è con voi, adesso, danzate a ritmo dell’universo. 
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Hai mai provato a guardare al microscopio un fiocco di neve? – domando al mio fedele amico –
Non credo visto che sei un cane, allora te lo spiego io. Il fiocco di neve è semplicemente acqua ghiacciata, che guardata al microscopio è una struttura che consiste in una moltitudine di minuscoli cristalli di ghiaccio tutti aventi di base una esagonale, ma ogni fiocco è di un tipo diverso dall’altro.

Ne so meno di prima – mi risponde Bleff –spiegati meglio.

Non è facile spiegare cos’è un frattale, non ci è riuscito nemmeno il loro scopritore (Mandelbrot).
Per farti capire meglio: un frattale è unione di un numero di parti che, ingrandite di un certo fattore, riproducono tutto il frattale. In altri termini un frattale è unione di copie di se stesso a scale differenti. Ogni pezzettino del frattale, anche piccolissimo, gode della proprietà dell’auto similitudine cioè contiene in sé un’infinita ricchezza di particolari, di minuscoli frattali tutti uguali.

I frattali possiamo definirli come figure geometriche complesse e caotiche caratterizzate dal ripetersi sino all’infinito di uno stesso motivo su scala sempre più ridotta di cui  noi non potremo mai sapere come sia la figura finale del sistema a infinite iterazioni. Spesso i frattali sono aggregati tra loro in maniera apparentemente casuale che viene anche chiamata “geometria frattale”.

Questa è la definizione più intuitiva che si possa dare di figure che in natura si presentano con una frequenza impressionante ma che non hanno ancora una definizione matematica precisa.

Hai mai notato i rami di un albero? Hai mai notato come si “diramano” in modo ricorsivo sull’albero stesso? Essi possano essere assimilati alla forma di albero di partenza.
La stessa osservazione può essere fatta guardando attentamente le foglie di alcune specie vegetali, come le foglie di platano, di quercia e le felci. Per non parlare di alcuni tipi di fiore (come le rose).
E non solo: la struttura vegetale del cavolo è chiaramente di tipo geometrico frattale. Addirittura in alcuni organi interni umani (bronchi e bronchioli ) o per le galassie come una alternanza caotica ma ordinata e ripetitiva tra enormi spazi vuoti a concentrazioni di galassie, stelle, sistemi planetari.

La similitudine è forte ed è per questo che possiamo parlare di geometria frattale come geometria della natura applicata all’universo, “proprio perché sembra che lo stesso ordine naturale segua un percorso ordinato

Leggi l’articolo completo: Frattali parte prima e Frattali parte seconda. 

Consiglio a tutti di seguire il bellissimo blog di Silvano D’Onofrio, Ingegnere, da cui ho preso in prestito l’ottima spiegazione sui frattali riportata qui sopra. Forse il collegamento maternità-frattali può sorprendervi eppure a mio avviso ogni nostra scelta danza a ritmo dell’universo, altro che indire un #fertilityday.

Alessandra Pagani si occupa di progettazione, coordinamento, supervisione e realizzazione di contenuti e progetti didattici, sia cartacei sia digitali, per l’università e la formazione accademica. Ha lavorato dal 2008 al 2020 per l’editore McGraw-Hill Education. Da gennaio 2021 è l’editor della collana Trattati e Manuali di Vita e Pensiero Editrice, casa editrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2016 al 2021 ha insegnato il proprio lavoro al master Professione editoria cartacea e digitale e al master Booktelling comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È autrice di Manuale di editoria universitaria, Progettare contenuti per l’apprendimento, Editrice Bibliografica, 2020. Coordina le attività di promozione alla lettura del sito www.unalettrice.org, come Geranio, il gruppo di lettura mensile e virtuale. È autrice del podcast Voci dall’Italia, podcast nato durante il primo lockdown di marzo 2020 come proposta di Simona Scravaglieri e del gruppo di lettura Casa Sirio editore e andato in onda ogni giorno per cento giorni. Dal 2020 al 2021 ha scritto e condotto Stranger Books, programma radiofonico di libri, tecnologia e didattica su RadioActiva.

Comments(4)

  1. Ciao, io mi sono un po’ informata in giro su i veri obbiettivi di questa campagna e ho capito che non era poi così male come volevano farla passare alcuni.. il problema è che la pubblicità è stata davvero pessima. Una persona deve essere libera di scegliere se mettere al mondo un figlio o meno e di certo la fetta di persone che dice ‘no, preferisco non diventare un genitore’ avrà i suoi buoni motivi e non è loro la colpa se la popolazione italiana è composta da pochissimi giovani, ma piuttosto dello Stato che non aiuta chi un figlio lo vorrebbe davvero e che non può per motivi economici principalmente. Il messaggio che quindi è passato con questa campagna è: non hai figli? Non stai contribuendo alla nostra crescita. Ma in realtà la campagna proponeva ben altro… conclusione: dovrebbero cambiare pubblicitari… scusa il lungo commento, ma leggendo le tue parole mi sono ispirata! Comunque hai ragione, diventare madre deve essere una scelta consapevole!

    1. ciao Diletta grazie per il commento. In realtà io non intendo dire che diventare madre deve essere una scelta consapevole, io ho scritto che se sei mamma o non lo sei, se sei rimasta incinta a 16 anni o non riesci ad avere figli, non preoccuparti e non soffrire: c’è un ordine più grande e va tutto bene così come è… è questo che ho scritto 🙂

      1. Scusami, ho interpretato male quando hai scritto avere un figlio ed essere madri sono due cose differenti, comunque grazie del chiarimento! A presto 😊

        1. hai capito benissimo, mancava un pezzo che ho aggiunto io.

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