Diane Arbus
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Nani, ballerine, persone tatuate, paralitici, persone affette dalla sindrome di down, transessuali…l’occhio di Diane Arbus ha immortalato tutto ciò che, in quegli anni, era proibito guardare.
Diane Arbus ha immortalato le persone che la società voleva dimenticare: i fragili, i diversi, gli emarginati, i quirky, quelli strani, strambi, o, come si diceva negli anni Sessanta, i mostri.
La Arbus inizia a fare scuola e molti giovani fotografi apprezzano il suo stile e amano i suoi soggetti: prostitute, emarginati, giocolieri, gemelli, bambini, nudisti e disabili, tutti ritratti che le hanno fatto attribuire il soprannome di “fotografa dei mostri”, un appellativo che lei odiava, ma che sui malgrado non è mai riuscita a cancellare.
Si racconta che le modelle avevano paura a farsi ritrarre da lei perché riusciva a cogliere un’immagine senza veli, diretta, reale e talvolta anche crudele di chi si poneva davanti al suo obiettivo. Un ritratto vacillante tra repulsione e familiarità, così come ha confermato Viva, famosa modella degli anni ’60, quando la Arbus la colse nuda sul divano con gli occhi capovolti quasi come fosse svenuta.
La fotografa che ispirò Kubrick
New Jersey, 1967. Cathleen e Colleen Wade vengono immortalate in questo scatto famosissimo di Diane Arbus, chiamato Identical Twins. Diane Arbus ha immortalato le persone che la società voleva dimenticare ma questo scatto verrà addirittura celebrato da Stanley Kubrick, ammiratore della Arbus, nel suo “Shining”.Tutti elementi, fatta eccezione per i colori dei vestitini, che vengono ripresi da Kubrick: le due gemelle Grady, o meglio, i loro fantasmi, incontrate da Danny nei corridoi dell’Overlook Hotel, sono una chiara citazione della foto della Arbus.
La biografia scritta da Patricia Bosworth è veramente una lettura molto interessante se si vuole conoscere la vita della fotografa, anche perché lavoro completo di interviste e documenti originali consultati in prima persona dalla biografa, che ha deciso di arricchirla con dialoghi di amici, mentori e conoscenti di Diane.
«Penso che ci sia molta gente orribile nel mondo, e diventerà terribilmente difficile fotografare tutti, così se fotografo alcuni tipi generali di esseri umani ognuno li riconoscerà. Fu la mia insegnante, Lisette Model, che mi rese chiaro definitivamente che più specifici si è, più generali si sarà».
— Diane Arbus Vita e morte di un genio della fotografia, Patricia Bosworth, Rizzoli, 2006
Il libro è una biografia non ufficiale della fotografa. La biografia scritta da Patricia Bosworth è veramente una lettura molto interessante se si vuole conoscere la vita della fotografa, anche perché lavoro completo di interviste e documenti originali consultati in prima persona dalla biografa, che ha deciso di arricchirla con dialoghi di amici, mentori e conoscenti di Diane.