Alonso-Mateo-ElevatorMI stavo chiedendo se tutto questo fotografare i vostri figli e poi pubblicarli sul web, come se fossero l’ultimo paio di scarpe che avete acquistato e non delle persone, persone  ancora troppo piccole per potervi mandare a fare in culo, voi e il vostro ego bisognoso di LIKE, mi chiedevo se non fosse dannoso per i bambini. Mentre me lo chiedevo alcune delle mie conoscenti hanno partorito.

Lo so perché Facebook è stato invaso prima dalle foto delle loro ecografie, in seguito da quelle del pancione che cresceva e infine dal neonato. Un articolo diceva che in media la foto del neonato viene pubblicata 40 minuti dopo la nascita, dal padre del bambino.

Ringrazio pubblicamente i miei genitori per non aver condiviso con nessuno la foto della mia faccia 40 minuti dopo la mia nascita. Chi mi ha visto appena nata mi voleva bene: erano i parenti e gli amici più stretti che dopo aver pensato “mamma mia: brutta!” – come tutti i neonati, fatevene una ragione –  sono stati conquistati dalle manine, piccole e perfette o dal profumo di neonato, o da un piccolo vagito. Insomma: vedere un bambino LIVE è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.

Vedere una foto di un bambino rosso, urlante, che scorre su Facebook, tra la pubblicità di Voyage Privee, l’aggiornamento della tizia appena lasciata, le barzellette su Berlusconi, le foto dei gattini è uno spettacolo triste. Ma le mamme di oggi si rendono conto che quelle due-tre foto giornaliere su Facebook dei loro bambini (a volte affiancate a status pietosi) sviliscono i bambini che millantano di amare tanto? cop

Non so darmi una risposta ma ho trovato un esempio di danno da mamma su web: Alonso Matteo, 5 anni, il fashion blogger più piccolo e famoso del mondo, intervistato qui: http://oltreuomo.com/alonso-mateo/. “Alonso Mateo è un bambino di cinque anni che sta spopolando su facebook perché sua madre lo veste come un idiota e così raccoglie i consensi delle migliori menti del nostro secolo” – dice l’intervista – “Il bimbo ha poco più di cinque anni ma già parla come un adulto rovinato.  ’Mi piacciono i completi, le scarpe da ginnastica e gli occhiali da sole. Mi piace vestirmi come mio padre perché lui indossa sempre dei completi troppo cool’.

Vabè visto che questo è un blog di libri, citerò un libro che parla di Mamme, Blog, e Bambini che vengono pubblicati senza poter esprimere la propria opinione. Si chiama Quello che le mamme non dicono e la notizia è che è uscito in Edizione economica per la BUR.

 

Alessandra Pagani si occupa di progettazione, coordinamento, supervisione e realizzazione di contenuti e progetti didattici, sia cartacei sia digitali, per l’università e la formazione accademica. Ha lavorato dal 2008 al 2020 per l’editore McGraw-Hill Education. Da gennaio 2021 è l’editor della collana Trattati e Manuali di Vita e Pensiero Editrice, casa editrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2016 al 2021 ha insegnato il proprio lavoro al master Professione editoria cartacea e digitale e al master Booktelling comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È autrice di Manuale di editoria universitaria, Progettare contenuti per l’apprendimento, Editrice Bibliografica, 2020. Coordina le attività di promozione alla lettura del sito www.unalettrice.org, come Geranio, il gruppo di lettura mensile e virtuale. È autrice del podcast Voci dall’Italia, podcast nato durante il primo lockdown di marzo 2020 come proposta di Simona Scravaglieri e del gruppo di lettura Casa Sirio editore e andato in onda ogni giorno per cento giorni. Dal 2020 al 2021 ha scritto e condotto Stranger Books, programma radiofonico di libri, tecnologia e didattica su RadioActiva.

No Comments

    • gaetanobrancaccio

    • 10 anni ago

    Ale i bambini non dovrebbero entrare in questi ingranaggi..comunque sempre meglio il modello che essere catapultati in realtà simili..con affetto Gaetano.

  1. condivido il fatto che l’idea di postare ogni attimo della propria esistenza ritengo sia eccessiva—

    vero anche che ci sono dei filtri su chi può vdere le fto per cui, se non pubbliche, alcune ben vengano…

    certamente non a 20 minuti dalla nascita…

    tieni conto che per alcuni la foto diventa l’unico modo per vedere il nacituro (parenti lontani ecc ecc…)

    come ogni strumento: dipende da come lo si usa, non è male in sè—

    ciao
    S

    1. io parlavo del postare compulsivo da parte dei genitori. 🙂

      1. di fatti—

        1. no, no, di bambini!

          😉

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