Ho appena letto il post di Giovanni Turi Perché nessuno stronca i libri brutti? In generale sono d’accordo con quanto scrive: è uno dei motivi per cui ho aperto il blog. In pratica: le recensioni dei critici sono sempre positive, le recensioni dei blogger sono sempre positive, lasciamo perdere uffici stampa perchè è il loro lavoro far parlare dei libri in modo positivo. Ad un certo punto circondata da tutta questa positività ho deciso di rivolgermi a una nicchia – i lettori e non gli acquirenti di libri – e di pubblicare i miei commenti solo ai libri che vale davvero la pena leggere.
Scrive Turi che “i blogger non stroncano libri brutti perché:
- In molti casi, anche loro hanno un qualche rapporto con un editore (o ambiscono ad averlo).
- Se hanno richiesto alla casa editrice un’opera (o meglio ancora gli è stata spedita per iniziativa dell’ufficio stampa) e poi la denigrano, quando lo stesso marchio pubblicherà un volume di loro interesse gli toccherà comprarlo e, si sa, in tempo di crisi…
- Qualsiasi blogger ha tra i suoi obbiettivi primari quello di raggiungere un numero di lettori sempre più ampio e la maggior parte delle visite ai siti internet arriva tramite i social network: a condividere una stroncatura sarà presumibilmente soltanto lui (anche i sodali e coloro che ne apprezzano il giudizio al più si limiteranno a un like); una recensione positiva verrà invece per lo meno linkata anche sui profili social della casa editrice, che contano migliaia di followers, e – se in vita e al passo coi tempi – anche dall’autore del volume in oggetto e di conseguenza dai suoi fans.
- Tutti gli scrittori hanno le proprie conventicole, pronte a screditare-bannare-spammare chiunque osi mettere in discussione il valore assoluto della produzione del loro protetto e la realtà virtuale permette tempi e modi di reazione punitivi e immediati.”
Rispondere a queste domande è un modo per ampliare i contenuti che ho già scritto nella pagina Chi Sono.
1. Nel mio caso lavoro per un editore, sono Editor di non fiction, ma mi occupo di manuali universitari. Una nicchia di una nicchia. La narrativa per me rimane un grande amore che non sono disposta a trasformare in un lavoro: capita a me di pubblicare libri molto brutti e impubblicabili, figuriamoci a voi…
2.Mai chiesta un’opera a nessuno, però me le mandano e me le hanno mandate. Alcuni hanno smesso di mandarmele perché non ne parlo sul blog. Ho sempre comprato libri e continuerò a farlo. Altri sanno che di alcuni libri non parlerò nel blog perché non li considero #LIBRIBELLI: la mia selezione è rigida, ambisco a rivolgermi a una nicchia di lettori e non voglio ingannarli. Sono una lettrice che sa, in primo luogo, quali libri non leggere (e non comprare). La fregatura capita anche a me ma riesco a fare una buona scrematura.
3. Il mio obiettivo è un più ambizioso: costruire una blog di #LIBRIBELLI, una selezione di libri che tutti possano sfruttare quando non sanno cosa leggere, cosa regalare etc.
4. Verissimo: pur non avendo scritto stroncature. “in Italia non esiste la vera concorrenza perchè ci conosciamo tutti” Ennio Flaiano dixit.
COSA VOGLIONO I LETTORI (di libri, non i lettori del blog) Avevo già scritto qualcosa in questo post intitolato “non
perdete tempo a criticare Kubrick, ovvero perché scrivi solo di #LIBRIBELLI?” ciò mi permetterà di affrontare un discorso che mi è sempre caro: cosa vogliono i lettori di libri.
Ho frequentato per 3 anni un gruppo di lettura, nato su aNobii, che si incontrava – si incontrano ancora! – una volta al mese, a Milano, per parlare scelto tutti insieme a inizio mese. All’inizio c’erano 4 persone, quando ho iniziato a frequentare il gruppo di lettura eravamo circa 15, poi 20, poi 25 e sono arrivati anche ad essere più di 30 (troppi per me che ho mollato). In questi gruppi di lettura ci sono i lettori. Persone con una propria vita e e la passione della lettura. Questi strani soggetti, i lettori, dico, hanno le età più disparate, gli interessi e i gusti più diversi. Hanno solo una cosa in comune: amano leggere. A questi lettori i temi che occupano le giornate degli impiegati nell’industria editoriale, il marketing, il problema delle rese, i distributori, i dati di vendita, il costo della PPB (paper, printing, binding, carta, stampa, rilegatura), il best seller che sembra sempre arrivare e non arriva mai, le royalties, l’IVa al 4% o al 22%, le complicazioni che ci sono nel produrre un bundle cartaceo-digitale non interessano. Potrei calcare la mano e scrivere “non gliene frega niente” ma sarebbe un’espressione colorita per evidenziare il totale disinteresse dei lettori per il meccanismo dell’industria editoriale. Non sono interessati.
I lettori sono interessati ai libri. Amano le belle storie. Amano le traduzioni curate. (è stato il mio gruppo di lettura a scrivere una dettagliata email a Bompiani sulla traduzione di Coardi di Furore. Nel 2013 è uscito in una nuova traduzione, realmente migliore della precedente e ne siamo stati entusiasti) Amano scrittori che abbiano qualcosa da dire. Sono indifferenti alle scuole di scrittura creativa e ai loro prodotti. Sono indifferenti alle mode del momento. Leggono seguendo tortuosi personali privati percorsi di lettura (ho 15 post in bozza sui percorsi di lettura prima o poi li pubblico).
LETTORI VS ACQUIRENTI OCCASIONALI DI LIBRI. Il mio blog si rivolge a una nicchia di persone: coloro che leggono i libri, che chiameremo semplicemente Lettori così come io sono Una Lettrice. Esistono poi delle persone – per fortuna dell’industria editoriale – che acquistano libri e non li leggono. Li regalano, ci arredano casa, aiutano le classifiche dei libri più comprati in italia. Credo facciano bene: il libro è un oggetto bellissimo e una casa con dei libri fa sicuramente più scena.
Non so cosa sia successo negli ultimi anni ma un’industria che pubblica più di 64,000 (sessantaquattromila) titoli all’anno ossia 167 nuovi libri al giorno ha alle basi un meccanismo malato. Ho letto che ci sono stampatori che stampano tutto il giorno, 8 ore al giorno, libri nati già destinati al macero perché fermare le macchine sarebbe più costoso che non stampare e distruggere l’intera tiratura. (Per i lettori sensibili: la carta del macero dei libri serve, spesso, per produrre la carta riciclata.) Ho scritto questo esempio perché credo renda bene la follia in cui si trova questo settore industriale. Fino a 200 anni fa una persona – una persona molto ricca – poteva possedere tutti i libri pubblicati nel mondo. Oggi “Lo stock dei libri di carta in commercio (i cosiddetti “titoli commercialmente vivi”) è di 813mila manifestazioni (più edizioni dello stesso titolo).” (AIE)
Perchè non parliamo di libri brutti? Perché i lettori non hanno bisogno di recensioni in cui si spiega che di 813.000 titoli attivi 812.000 sono libri brutti. Lo sanno già: forse il lettore medio stordito dalla quantità mostruosa di libri ne salverebbe qualcuno più. Tra i lettori accaniti – lettori forti si dice nell’industria editoriale – la frase più ricorrente è “non c’è più niente di bello da leggere”, “non so cosa leggere”, “non ho niente da leggere, che mi consigli?”. Hanno bisogno di qualcuno – e in questo blog, sto facendo questo – che li aiuti ad orientarsi nella marea di pubblicazioni disponibili. Sono 1,6milioni in meno gli italiani che leggono almeno un libro all’anno (-6,1%) e per quanto mi riguarda la colpa è anche della stampa sconsiderata di libri più o meno brutti, bruttissimi, impubblicabili che troviamo ogni giorno sul mercato.
Aldievel
Innanzitutto scusami per il “papello”.
Mi occupo di storia contemporanea, non di letteratura. Pertanto le baggianate che seguono hanno valore relativo.
Non riesco a leggere tutto quello che mi piacerebbe, purtroppo. A causa del mio lavoro passo molto tempo sulla saggistica.
Nel tempo libero non mi faccio mai mancare la narrativa. Leggo abbastanza e raramente sono incappato in un volume che non valeva la pena leggere. Probabilmente questo avviene perché, tranne che in qualche rara eccezione, leggo soltanto opere di scrittori sepolti da tempo.
Non è un caso se ho preferito Il buon soldato Sc’vèik di Jaroslav Hašek rispetto alla poltiglia di scrittori pubblicizzati più di un panettone a Natale (Murakami, Auster, Franzen… E potremmo continuare fino a domani!). Come hai giustamente detto anche tu, ci interessano i libri, non il mercato, non le belle foto in copertina…
Esistono ottimi manuali di letteratura italiana e straniera (oltre a milioni di saggi) che danno riferimenti molto più attendibili di anobii o altri siti. Insomma preferisco fidarmi di chi queste cose le ha studiate e le studia. I blog ed il web in generale sono un’ottima fonte di ispirazione ma bisogna approfondire altrove. Per tutto il resto, de gustibus…
Scusa l’intrusione.
Ciao!
PS
Hai citato Furore… Fantastico. Steinbeck resta uno dei miei scrittori preferiti. Conoscerai sicuramente questa foto, ma io la allego lo stesso.
Il mio fotografo preferito insieme ad uno dei miei scrittori preferiti: http://blogs.elpais.com/.a/6a00d8341bfb1653ef017ee9c88fea970d-pi
Una lettrice
Un lettore non deve essere esperto di letteratura e questo blog non vuole essere un posto serio (hai notato che c’è una foto di Tina Cipollari?) tutti si possono esprimere (ho fatto 10 interviste ai lettori e non tutti hanno citato libri che io reputo belli ma vedo questo posto come uno spazio di condivisione)
Questo per dire che il tuo commento ha molto senso anche se ti occupi di storia e non di letteratura 😉
Aldievel
Le mie osservazioni erano generali, non riferite espressamente al tuo spazio.
Il tuo blog è molto bello proprio perché parla delle cose con una notevole competenza, le interviste sono molto interessanti. Sono convinto anche io che il lettore non debba essere un esperto. Parlavo del passo successivo, della critica e della recensione… Ma non voglio tediarti.
Ciao e grazie per l’attenzione! 🙂
ophelinhap
Ale, io concordo pienamente con te. io non ho contatti con nessuna casa editrice, ma non sento la necessita’ di scrivere un post su un libro che mi ha fatto schifo. Ad esempio, ora sto legegndo un libro che trovo bruttissimo: non vedi perche’ dovrei farne un post, se tutto quello che voglio e’ che finisca nel dimenticatoio. Il Lettore vuole circondarsi di cose belle.
Una lettrice
👏 Lo penso sinceramente: è difficile trovare libri belli, ma esistono e vale la pena condividerli.
A. Der Rosenkavalier (@Rosenkavalier70)
Cara Lettrice, dal tuo impeccabile post si potrebbe dedurre che stai implicitamente
stroncando tutti i libri di cui non scrivi 😉 però essendo i tuoi libribelli un minuscolo sottoinsieme degli 813mila, qualche stroncatura in fondo potrebbe aiutare, purché seriamente argomentata (ma su questo non avresti bisogno di aiuto). PS il gdl ultimamente ha numeri da setta segreta, se mai ti venisse in mente di tornare a trovarci.
Una lettrice
Caro RosenKavalier,
la tua deduzione implicita è falsa! 😉 non ce la posso fare a scrivere davvero di tutti i libri belli però è vero che se. per assurdo, in caso di attacco nucleare io fossi avverita prima e potessi scegliere di portare nel mio sicurissimo rifugio anti atomico tutti i libri che voglio ne sceglierei solo 1000/1500 tra quelli che ho letto. Escluderei libri che mi sono “piaciucchiati” e che ho letto per divertimento. Non escluderei i libri che mi hanno fatto ridere davvero o riflettere o piangere.
Stefano (Stia su Anobii)
Bel post! (non è dialetto!) 🙂
Stroncare libri è facile, ma serve solo agli amici fidati che, fidandosi appunto, non ci cascano… più difficile è citare libri belli, per quello che hai appena detto (d’accordissimo) e per quella cosa la, il “de gustibus”…
Quando leggo molto aumentano le fregature, quando ho poco tempo mi concentro e riesco a trovare cose belle…
Seguo pochissimi blog e qui mi sono trovato bene, un motivo ci sarà?! 😉
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pamphager
Ti racconto una piccola storia risalente a qualche anno fa, prima di wordpress, facebook, twitter e youtube. Quando i blog italiani erano concentrati su splinder.
Vengo contattato da un press agent che mi offre di leggere un libro in cambio di una recensione (non faccio nomi e cognomi). Il libro fa parte di una nuova “collana alternativa”
Il libro lo leggo ma lo recensisco lo stesso (diciamo per “motivi contrattuali”), ovviamente in modo sfavorevole. Ed ecco, caso mai più accaduto in vita mia, che fioccano commenti sul post, un centinaio… ovviamente tutti inviperiti perché ho stroncato il libro che tutti gli altri amavano.
Da questo episodio ho colto alcune lezioni:
1) i miei gusti sono personali e devo risponderne solamente a me stesso
2) i cambi di favori si pagano
3) non potrei lavorare nell’ambiente di recensori professionali, in cui evidentemente qualche marchetta va fatta per sopravvivere
Confermo, in sostanza, quanto sostieni in queste righe: stroncare libri non è semplicemente possibile, meglio parlare bene di quello che ci piace, in libertà
Una lettrice
è successo anche a me, infatti ho scritto che alcuni i libri non me li mandano più. E fanno bene perchè non “rendo”: non ne parlo se non mi sono piaciuti.
pamphager
Il principio pubblicitario secondo cui “anche parlarne male, purché se ne parli”, secondo me vale relativamente per un libro. Una stroncatura può danneggiare moltissimo l’immagine di un libro.
In ogni caso, non voglio ritrovarmi a dover battagliare con fan inferociti… non sono un recensore né lo faccio per soldi, quindi…