Questa settimana ho letto questo articolo in inglese su TinyBuddha e ho pensato di tradurlo in italiano. Sono particolarmente d’accordo, come immaginerete, con il 5 punto della lista. Spero che l’articolo vi piaccia.
“C’è solo una vera causa d’infelicità: le false credenze, così comuni ed accettate che non pensiamo di metterle in discussione” ~ Anthony de Mello
Credete nell’anima gemella? Io si! Credevo anche che l’unico modo per essere davvero felice fosse trovare la mia.La trovai, finalmente, e non la vidi mai più ma continuai ad amarla per i quattro anni successivi. Per quale motivo? Perché ero convinto, nel profondo, che fosse la mia altra metà del cielo e che il destino ci avrebbe prima o poi fatto riunire.Strano, vero? ognuno di noi ha le sue convinzioni sul “segreto della felicità”. Viviamo in base a quelle convinzioni e raramente ci fermiamo a metterle in discussione. In quei 4 anni, la mia convinzione che non sarei mai potuto essere felice con nessun’altra persona mi frenò dal trovare l’amore e la felicità. Mi sbagliavo, un giorno incontrai una ragazza. sono passati 10 anni ormai e stiamo ancora assieme. Il punto è che quello che crediamo “plasma noi stessi” e determina le scelte che facciamo. Molto spesso, queste convinzioni, anziché aiutarci a trovare la felicità, ci portano solo dolore e difficoltà.La buona notizia? possiamo essere molto più felici e sereni semplicemente cambiando queste credenze e guardando il mondo con occhi diversi.
5 false credenze sulla felicità che ci rendono infelici.
1) Ci serve l’approvazione degli altri Quante volte ci comportiamo in modo da compiacere gli altri? è vero, l’essere umano si basa sull’approvazione e sul consenso sociale.Compriamo le ultime novità in fatto di abbigliamento ed oggettistica per essere “fighi” ed ammirati.Partecipiamo a feste noiose. non seguiamo i nostri sogni perché la nostra famiglia non ci/li approva. ora, chiedetevi: quanto citato sopra, questo fare (o non fare) alcune cose, vi rende davvero felici? La ricerca dell’approvazione è molto diversa dalla ricerca della felicità, le due cose non vanno confuse.
2) sarò felice quando avrò……una casa più grande, una promozione, un figlio, un premio, rispetto, quelle scarpe. Nel suo libro “happier”il dottor. Tal Ben-Shahar chiama questo approccio la “fallacia dell’essere arrivato”.E’ la convinzione che si è felici quando si arriva da qualche parte (o si ottiene qualcosa). Il motivo per cui questa convinzione è così radicata è perché, almeno in parte, è vera: quando si ottiene una promozione o quando si compra una casa, ci si sente più felici.La domanda è: quanto dura questa felicità?Si, non paghiamo più l’affitto ma ora dobbiamo sostenere nuove spese come il mutuo, arredamento, etc…Ogni nuova conquista comporta anche nuove responsabilità (non chiamiamoli problemi)questo significa che non dobbiamo più cercare di raggiungere i nostri sogni? Assolutamente no, i sogni, gli obiettivi, sono importanti, tuttavia, se ci fermiamo un istante, ci rendiamo conto che possiamo essere felici “adesso” e anche quando otteniamo la tanto sospirata promozione.Perché dobbiamo posticipare la felicità?
3) per essere felici, tutto deve essere perfetto. i film… quanto mi piacciono i film. Una volta, affinché potessi godermi il cinema, la poltrona del mio posto doveva essere in ordine, i popcorn caldi e fragranti, la bibita fredda. Un giorno mi resi conto come le mie aspettative, le mie convinzioni sulla perfezione fossero solo un invito al disappunto; quel giorno iniziai a rilassarmi a a godermi il film.Pensateci un momento: vacanze, feste, qualsiasi occasione che vi venga in mente, sono mai perfette? La compagnia potrebbe perdere il vostro bagaglio, oppure potreste bruciare la cena; significa che il viaggio o la cena sono un fallimento?sì se volete che lo siano, se volete crederlo.
4) non posso essere felice per via di quanto successo in passatoIl passato ci controlla in vari modi: potremmo aver perso una persona amata per vari motivi, potremmo non essere riusciti a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Risultato? abbiamo forse sviluppato la convinzione che “siamo destinati a non trovare la felicità” oppure “è destino che io non sia felice”. Personalmente, sono stato fortunato nella vita, non ho sofferto gravi perdite. Conosco chi non lo è stato. Mi sono sempre chiesto come potesse quella persona essere felice nonostante quello che le era successo. finché non rivelò il suo piccolo segreto: era convinta di meritare la felicità nonostante il passato. Il passato non controlla il nostro futuro, a meno che non glielo permettiamo.
5) La felicità non è un’abitudine, non può essere imparata. è possibile imparare ad essere felici? allo stesso modo in cui si impara a suonare la chitarra? a giocare a tennis? Sì. la felicità è una “qualità”, che si costruisce giorno dopo giorno attraverso piccole azioni.vari studi hanno dimostrato come le persone felici tendo ad avere alcune particolari abitudini: fanno esercizio fisico, praticano la meditazione, prestano attenzione alle loro relazioni, sono costanti nel perseguire i loro risultati, fanno una vita “equilibrata” e sono riconoscenti e grati. Alcune ricerche suggeriscono che il cervello può essere “allenato” alla felicità bloccando, vanificando sentimenti negativi come il pessimismo, il risentimento, la rabbia e nutrendo quelli positivi come serenità, gratitudine, empatia,la felicità non dipende dalla casualità, dal destino; dipende dalle nostre abitudini, abitudini che tutti noi possiamo imparare.Il nostro modo di pensare può portarci ad essere felici o tristi. Mettete in discussione le vostre convinzioni su di voi, sulla vita, e anche sulla felicità. cercate di capire se hanno un fine utile; se non lo hanno, cambiatele. Quali convinzioni pensate di dover cambiare per essere felici?
Aldievel
«[M]eritare la felicità nonostante il passato»… Questo è il punto che mi convince di più, oltre al quinto ovviamente. Certo, nessuna operazione è indolore e senza fatica.
Io sono una persona profondamente rabbiosa. Incanalare sentimenti di questo tipo, farli scivolare via, risulta difficile. Nel tempo, tuttavia, i risultati si ottengono. Vale la pena lavorarci.
L’articolo è molto bello. Lascia un’ottima sensazione, grazie per averlo postato…
Ciao!
Valentinadhara
Wow, interessantissimo questo post! Hai ragione, molte volte tendiamo a vedere la felicità nel prato altrui, senza magari renderci conto che il nostro è migliore. Purtroppo l’uomo è fatto così, vuole sempre di più di quello che hanno gli altri..e guarda caso si parla sempre di cose materiali! La felicità è il punto di equilibrio dentro ognuno di noi: c’è chi lo trova e chi no. Fortunatamente, per ora posso ritenermi felice nel mio piccolo, e spero davvero di continuare ad esserlo! Grazie per l’articolo 🙂