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Per 10 libri italiani, scritti nel Novecento, da salvare si intendono libri “classici” ma meno conosciuti dei 100 classici di cui scrivevo qui.

Stamattina è uscito questo articolo di officina Masterpiece (avete presente il talent show di aspiranti scrittori che era – è ancora?- in onda su Rai3?). Nell’articolo si chiede a Giulia di indicare 10 libri italiani da salvare e ho deciso di provarci anche io.

 

 

Ho immaginato di poter portare in salvo da una catastrofe naturale solo 10 libri, solo italiani, solo del Novecento.

Ho scelto: 

1.Diario notturno, Ennio Flaiano

2.Sostiene Pereira, Antonio Tabucchi

3.Lasciando casa propria, si ritorna a casa: Fontamara, Ignazio Silone 

4. Il quartiere, Vasco Pratolini

5.Un libro di filastrocche: Filastrocche in cielo e in terra, Gianni Rodari

6. Un libro sul mio lavoro, L’arte dell’editore, Roberto Calasso (di cui avevo parlato qui)

7. Un romanzo storico Rinascimento privato, Maria Bellonci 

8: Un libro che devo rileggere: Quer pasticciaccio brutto di via Merulana, di Carlo Emilio Gadda 

9 Un libro per ricordare che i libri sono molto più che raccolte di parole: Cappuccetto verde, giallo e bianco di Bruno Munari 

10 Un libro per fare pace con il proprio passato Padre Padrone, Gavino Ledda

Alessandra Pagani si occupa di progettazione, coordinamento, supervisione e realizzazione di contenuti e progetti didattici, sia cartacei sia digitali, per l’università e la formazione accademica. Ha lavorato dal 2008 al 2020 per l’editore McGraw-Hill Education. Da gennaio 2021 è l’editor della collana Trattati e Manuali di Vita e Pensiero Editrice, casa editrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2016 al 2021 ha insegnato il proprio lavoro al master Professione editoria cartacea e digitale e al master Booktelling comunicare e vendere contenuti editoriali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È autrice di Manuale di editoria universitaria, Progettare contenuti per l’apprendimento, Editrice Bibliografica, 2020. Coordina le attività di promozione alla lettura del sito www.unalettrice.org, come Geranio, il gruppo di lettura mensile e virtuale. È autrice del podcast Voci dall’Italia, podcast nato durante il primo lockdown di marzo 2020 come proposta di Simona Scravaglieri e del gruppo di lettura Casa Sirio editore e andato in onda ogni giorno per cento giorni. Dal 2020 al 2021 ha scritto e condotto Stranger Books, programma radiofonico di libri, tecnologia e didattica su RadioActiva.

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  1. Fontamara mi ha salvata più volte dall’annegamento in periodi di brutte letture, assieme a Il segreto di Luca. Munari è lettura ripetuta con mia figlia (ma è solo una scusa)…

    1. Ignazio Silone è sempre una garanzia 🙂 Munari lo adoro, vorrei tutti i suoi libri!

  2. Gadda, bello, mamma mia…

    1. beh, complicatissimo però. Io devo rileggerlo, la prima volta è stato davvero faticoso sia per il dialetto usato sia per il modo in cui scrive. Enorme, magnifico ma mica tanto semplice 🙂 (almeno per me!)

      1. Il mio essere terrone mi ha sicuramente agevolato, devo ammetterlo 😉

        1. ma i tuoi 10 libri? 😛

          1. In ordine sparso: ” racconti di campagna e di città ” di Verga, ” l’isola di arturo” di elsa morante, “elianto” di stefano benni, “bertoldo, , bertoldino

          2. E cacasenno” di dalla croce, “kabul kabul” di ettore mo, “68, c’era una volta la rivoluzione” di jacopo fo, “livello di guardia” di natalino balasso (si, proprio lui!), “un amore” di buzzati, “marcovaldo” di calvino, “altri libertini” di tondelli. E fuori classifica ci metto pure “i racconti del tubetto” di quel presuntuoso di Manuel Agnelli

  3. Piccolo blu piccolo giallo di Lionni, insieme a Munari.

    1. Non lo conosco ma ora mi hai incuriosito!

  4. Condivido su Silone e Gadda, Ennio Flaiano invece mi manca (ma è in lista di attesa). E’ una scelta comunque difficile da fare, visto che nel Novecento di grandi scrittori ce ne sono stati tanti: oltre ai già citati e intramontabili Pirandello, Svevo, Calvino e Buzzati, penso anche a Sciascia, Anna Maria Ortese, Tozzi, Pavese, e tra i meno conosciuti meritano tantissimo Bufalino e Landolfi.

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